“Ieri ho parlato di congresso e delle mie idee e Beppe” Grillo “mi ha mandato a quel paese. Io ho delle idee e, se non siamo d’accordo, francamente, amen”. Il giorno dopo lo scontro pubblico col fondatore a causa dell’intervista su Rai3, Alessandro Di Battista ha cercato di riportare la frizione a semplice divergenza di opinioni e, interpellato dai microfoni di Quarta Repubblica su Rete4, ha cercato di ridimensionare la situazione. Tanto che poco dopo, contattato da Affari italiani.it, ha ribadito: “Scissione del M5s? Ma figurati... ho parlato chiarissimo… io sono del Movimento… voglio solo rafforzare il Movimento”. Intanto su Facebook, è intervenuto rilanciando quelli che per lui sono i temi su cui devono lavorare i 5 stelle: l’acqua pubblica, lanciando un segnale allo stesso Beppe Grillo, e il conflitto d’interessi (altro tema delicatissimo per l’esecutivo). I timori sono proprio per la tenuta della maggioranza: le tensioni interne mineranno l’esecutivo o sono solo “normali assestamenti” in vista degli Stati generali? Questa è la preoccupazione dei vertici 5 stelle e resta da capire come le diverse “anime”, le stesse di cui parlava Di Battista reagiranno nei prossimi giorni a questi contraccolpi.
La mattina è iniziata in realtà con un gesto di pace di Di Battista che, su Facebook, ha ricondiviso l’articolo pubblicato da Beppe Grillo proprio mentre Di Battista era in diretta su Rai3. “Ieri dalla Annunziata sono riuscito a toccare molti punti e a prendere diverse posizioni (chiaramente cose che ribadisco, ribadirò e per le quali lotterò)”, ha scritto su Facebook. E il messaggio era appunto che dalla sua posizione non intende retrocedere. Ma, è il concetto, questo non è secondo Di Battista inconciliabile con la sua permanenza nel Movimento e con i buoni rapporti con Grillo. “Non sono riuscito invece a toccare la questione “acqua pubblica”. Quindi, ha citato il fondatore invitando i suoi a leggere l’articolo: “La ripubblicizzazione dell’acqua (far tornare pubblica la gestione dell’acqua e della rete idrica) è una di quelle azioni “anti-liberiste” necessarie per proteggere i cittadini”, si legge. “Creare una cultura dell’acqua come la chiama Beppe ha a che fare con risparmi, lotta agli sprechi, salute, occupazione, lotta alle multinazionali straniere”.
Poi, nel primo pomeriggio ha rilanciato sulla necessità di risolvere “la questione del conflitto di interessi”. Un tema su cui Pd e 5 stelle sono destinati a scontrarsi, anche se proprio oggi un segnale dal Parlamento è arrivato: la proposta di legge è stata incardinata alla Camera e il relatore sarà il grillino Giuseppe Brescia. “Arriveranno miliardi di euro per la ricostruzione post-Covid“, ha scritto riprendendo un concetto già espresso nelle scorse settimane. “Il modo migliore per evitare che soldi pubblici finiscano nelle tasche di personaggi senza scrupoli è risolvere – una volta per tutte – la questione del conflitto di interessi. Risolvere il conflitto di interessi significa proibire per legge che un politico riceva consulenze da aziende private che magari ha sostenuto con le sue politiche”. Perché, ha concluso, “il conflitto di interessi non riguarda più (solo) Berlusconi. Riguarda il futuro delle aziende e degli imprenditori per bene che hanno il diritto di lavorare anche se non possono pagare consulenze a politici o assumere parenti”.
Ma c’è davvero qualcuno che pensa che Di Battista non abbia ragione (a parte chi lo teme)? C’è qualcuno che pensa che si possa andare ancora avanti senza alcun confronto e condivisione? https://t.co/H6ungNoZel
— Ignazio Corrao (@ignaziocorrao) June 14, 2020
Intanto nel Movimento 5 stelle la discussione va avanti. In difesa di Di Battista si è schierato l’eurodeputato M5s Ignazio Corrao (sospeso per un mese per aver votato in dissenso con il gruppo): “Ma c’è davvero qualcuno”, ha scritto su Twitter, “che pensa che Di Battista non abbia ragione (a parte chi lo teme)? C’è qualcuno che pensa che si possa andare avanti ancora senza alcun confronto e condivisione?”. Secondo il sottosegretario Alessio Villarosa, Grillo “ha esagerato paragonando l’Assemblea costituente M5s a ‘gilet arancioni’ e terrapiattisti. Io non avrei fatto questo accostamento. Abbiamo bisogno di un capo politico, di un aggiornamento del programma, perché metà lo abbiamo già portato a termine”. Non è della stessa idea Paola Taverna: “Il M5s non può più essere solo quello della denuncia e della protesta, e deve interrogarsi su come fare per realizzare ulteriori obiettivi. In quest’ottica, credo una governance diffusa sia la soluzione migliore del futuro del Movimento. Sono sempre più convinta che un capo politico non possa più rispondere alle nostre esigenze”. Nel mezzo e cercando di sopravvivere agli scontri interni dei 5 stelle, c’è ancora il premier Conte impegnato nella difficile trattativa per gli Stati generali e il Recovery fund. E che, prima di pensare al suo futuro nel Movimento, dovrà pensare a far superare all’Italia la crisi economica dei prossimi mesi.