Un rivelazione clamorosa contenuta in un dosser top secret dei servizi segreti. Che però sarebbe completamente falso. Diventa un caso la notizia pubblicata da Abc, quotidiano spagnolo di centrodestra, su un finanziamento in nero da 3,5 milioni di euro erogato dal Venezuela nel 2010 in direzione dell’allora neonato Movimento 5 stelle. Una ricostruzione smentita subito da Davide Casaleggio (che annuncia querele), dall’ambasciata venezuelana a Roma e successivamente dal ministro degli Esteri di Caracas, che ha parlato di “menzogna della destra”. Ma andiamo con ordine.
L’articolo del quotidiano spagnolo – Il pezzo di Abc è pubblicato in prima pagina sul quotidiano e anche nella versione online. “Nicolas Maduro diede nel 2010 la sua autorizzazione all’invio di una valigia che conteneva 3,5 milioni di euro al Consolato venezuelano a Milano per finanziare in nero il M5s. Questo è quanto emerge in documenti secretati della Direzione Generale dell’Intelligence Militare di Caracas“, è l’attacco dell’articolo, nel quale si precisa che l’attuale capo dell’esecutivo di Caracas era all’epoca ministro degli Esteri di Hugo Chavez. “Il governo venezuelano – si legge ancora – ha scelto di non rispondere alle domande fatto pervenire da Abc e destinato a Maduro e El Aissami (all’epoca ministro degli Interni e oggi vicepresidente ndr). Possibilità di replica è stata offerta anche all’attuale leader del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, al precedente leader politico Luigi di Maio, al console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino e allo stesso Grillo. Nessuno di loro ha risposto alle domande di questo quotidiano”, si legge ancora nell’articolo.
Caracas: “Menzogne della destra” – La questione ha avuto un’ampia eco non solo in Italia, con la notizia che ha provocato la reazione sdegnata del governo del paese sudamericano. “La mitomania dei media della destra mondiale contro il Venezuela è da antologia anti-giornalistica. Sono fabbriche di menzogne, infamie, falsità e calunnie. Riciclano vecchie fake news con sensazionalismo spudorato. Intraprenderemo azioni legali in questo e altri casi. Basta!”: sono le parole usate nel suo tweet dal ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza. Una posizione che ha ribadito quella della diplomazia di Caracas in Italia.
Ambasciata: “Tutto falso. Documento contraffatto”- L’Ambasciata del Venezuela a Roma, contattata dall’Ansa, ha subito smentito la notizia: “Si tratta di un’informazione falsa e assurda, adiremo le vie legali“. Ad essere falso è proprio il documento: “Ci sono tanti punti incongruenti in una nota che è falsa e contraffatta“. La fonte diplomatica riferisce tra l’altro che nel 2010 il M5s era appena nato ed era quindi “completamente sconosciuto in Venezuela” e che all’epoca il console venezuelano a Milano – da cui secondo la ricostruzione di Abc sarebbero passati i 3,5 milioni – era appena arrivato in sede.La stessa fonte, ricordando che lo stesso quotidiano nel 2016 scrisse le stesse cose a proposito del movimento spagnolo Podemos (in quel caso il finanziamento presunto era di 7 milioni di euro), anticipa che il ministero della Difesa, da cui dipende l’intelligence militare cui Abc attribuisce il documento, condurrà una perizia su quella nota. Quell’articolo, assicurano, “sarà smontato punto per punto“.
Casaleggio: “Totalmente falso, denuncio” – Annuncia denunce anche Davide Casaleggio, il primo a smentire la notizia: “È tutto totalmente falso. E’ una fake news uscita più volte, l’ultima nel 2016. Dalle smentite ora passeremo alle querele“. Smentisce anche il capo politico ad interim Vito Crimi: “Quella dei presunti finanziamenti del Venezuela al Moviemento 5 Stelle è una fake news semplicemente ridicola e fantasiosa. Sulla questione non c’è altro dire, se non che del lontano 2010 ricordo quando ero candidato presidente alle regionali in Lombardia. Anche allora, così come negli anni a seguire, quella che realizziammo fu una campagna elettorale fatta con pochissime risorse e mezzi, frutto di micro donazioni dei cittadini italiani. Per il resto, valuteremo se adire alle vie legali. Certamente non ci lasciamo distrarre da certe sparate o intimidire”. Replica pure Alessandro Di Battista: “L’attacco diffamatorio del quotidiano di destra e monarchico ABC nei confronti del M5S e soprattutto di Gianroberto Casaleggio è vile – dice l’ex parlamentare – Non vi è cosa più oscena che attaccare persone non più in vita, che non possono difendersi. Mi auguro che Davide quereli immediatamente, per difendere l’onorabilità del M5S e del suo grande papà”.
Il presunto dossier degli 007 – Il primo a replicare è stato il figlio del fondatore del M5s perché è proprio il nome di suo padre quello contenuto nel dossier dei servizi di Caracas. Secondo la ricostruzione di Abc è stato il console della sede diplomatica del Venezuela a Milano, Gian Carlo di Martino, ad aver fatto da intermediario fino a che il “destinatario finale, Gianroberto Casaleggio, ha ricevuto il denaro in contanti“. Il presunto documento degli 007 venezuelani fa riferimento a Casaleggio come “promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario ed anticapitalista nella Repubblica italiana”. Il quotidiano spagnolo tratteggia Casaleggio come il co-fondatore del Movimento 5 stelle insieme al “comico e attore Beppe Grillo“. Dopo aver ricordato che è “morto nel 2016” lo definisce un “informatico” e “l’ideologo dell’M5s”.” Casaleggio, Grillo e i loro seguaci – continua Abc – costituirono una corrente rivoluzionaria di ispirazione ecologica, antimperialista ed europeista. I suoi leader hanno sempre condannato l’essere inquadrati nella divisione dicotomica della politica tradizionale tra sinistra e destra. Si definiscono una libera associazione di cittadini”. Quindi il giornale iberico ricorda che “dallo scorso settembre, il governo italiano della coalizione è stato guidato da Giuseppe Conte , su proposta dell’M5s. Fino a dieci dei 22 membri del Consiglio dei ministri sono associati all’M5s, incluso il capo degli affari esteri, Luigi Di Maio. Questo è stato il capo politico dell’M5E fino allo scorso gennaio, il mese in cui Vito Crimi è subentrato”.

“Soldi in una valigia diplomatica” – Tornando alla vicenda del finanziamento venezuelano, Abc sostiene che i 3,5 milioni di euro sono stati inviati “in maniera sicura e segreta attraverso valigia diplomatica, come si evince letteralmente dal dossier dell’intelligence militare guidata da Hugo Carvajal, profugo della Giustizia da novembre scorso, dopo che l’Audiencia Nacional ha approvato la sua estradizione negli Stati Uniti”, dove è indagato “per reati di narcotraffico e forniture di armi alla guerriglia colombiana delle Farc”. “La somma destinata a finanziare il M5S – continua Abc – proviene da fondi riservati amministrati dall’allora ministro dell’Interno e oggi vicepresidente responsabile dell’Economia, Tareck el Aissami, secondo il testo ottenuto dal quotidiano”, scrive ancora Abc ricordando che El Aissami era ed è una delle persone più vicine a Maduro.
AGGIORNAMENTO – Precisiamo che l’inchiesta penale avviata dalla Procura di Milano sui presunti fondi venezuelani arrivati al Movimento 5 stelle e scaturita dall’articolo pubblicato dal quotidiano spagnolo Abc il 15 giugno 2020, è stata poi archiviata. Inoltre, la società editrice del quotidiano ed il giornalista autore di quell’articolo sono stati condannati a risarcire il figlio di Gianroberto, Davide Casaleggio, che aveva intentato una causa per diffamazione nei loro confronti. Nella sentenza della Corte d’Appello di Milano, in particolare, si legge che l’articolo si basava su un “documento”, di presunti servizi segreti venezuelani, “poi risultato falso”.
Politica
M5s, il giornale spagnolo Abc: ‘Dal Venezuela di Chavez 3,5 milioni nel 2010’. Caracas: ‘Menzogna della destra’. Casaleggio: ‘Querelo’
Diventa un caso la notizia pubblicata dal quotidiano spagnolo. In un presunto documento dell’intelligence Militare di Caracas si ricostruisce la storia di un finanziamento in nero approvato da Maduro (allora ministro degli Esteri di Chavez) per il M5s. A ricevere il denaro "in contanti" sarebbe stato Gianroberto Casaleggio. Il figlio del fondatore smentisce e annuncia denunce: "Fake news uscita più volte, l’ultima nel 2016. Dalle smentite ora passeremo alle querele". Fonti diplomatiche dell'ambaiscata venezuelana: "Si tratta di un’informazione falsa e assurda, documento contraffatto. Adiremo le vie legali"
Un rivelazione clamorosa contenuta in un dosser top secret dei servizi segreti. Che però sarebbe completamente falso. Diventa un caso la notizia pubblicata da Abc, quotidiano spagnolo di centrodestra, su un finanziamento in nero da 3,5 milioni di euro erogato dal Venezuela nel 2010 in direzione dell’allora neonato Movimento 5 stelle. Una ricostruzione smentita subito da Davide Casaleggio (che annuncia querele), dall’ambasciata venezuelana a Roma e successivamente dal ministro degli Esteri di Caracas, che ha parlato di “menzogna della destra”. Ma andiamo con ordine.
L’articolo del quotidiano spagnolo – Il pezzo di Abc è pubblicato in prima pagina sul quotidiano e anche nella versione online. “Nicolas Maduro diede nel 2010 la sua autorizzazione all’invio di una valigia che conteneva 3,5 milioni di euro al Consolato venezuelano a Milano per finanziare in nero il M5s. Questo è quanto emerge in documenti secretati della Direzione Generale dell’Intelligence Militare di Caracas“, è l’attacco dell’articolo, nel quale si precisa che l’attuale capo dell’esecutivo di Caracas era all’epoca ministro degli Esteri di Hugo Chavez. “Il governo venezuelano – si legge ancora – ha scelto di non rispondere alle domande fatto pervenire da Abc e destinato a Maduro e El Aissami (all’epoca ministro degli Interni e oggi vicepresidente ndr). Possibilità di replica è stata offerta anche all’attuale leader del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, al precedente leader politico Luigi di Maio, al console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino e allo stesso Grillo. Nessuno di loro ha risposto alle domande di questo quotidiano”, si legge ancora nell’articolo.
Caracas: “Menzogne della destra” – La questione ha avuto un’ampia eco non solo in Italia, con la notizia che ha provocato la reazione sdegnata del governo del paese sudamericano. “La mitomania dei media della destra mondiale contro il Venezuela è da antologia anti-giornalistica. Sono fabbriche di menzogne, infamie, falsità e calunnie. Riciclano vecchie fake news con sensazionalismo spudorato. Intraprenderemo azioni legali in questo e altri casi. Basta!”: sono le parole usate nel suo tweet dal ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza. Una posizione che ha ribadito quella della diplomazia di Caracas in Italia.
Ambasciata: “Tutto falso. Documento contraffatto”- L’Ambasciata del Venezuela a Roma, contattata dall’Ansa, ha subito smentito la notizia: “Si tratta di un’informazione falsa e assurda, adiremo le vie legali“. Ad essere falso è proprio il documento: “Ci sono tanti punti incongruenti in una nota che è falsa e contraffatta“. La fonte diplomatica riferisce tra l’altro che nel 2010 il M5s era appena nato ed era quindi “completamente sconosciuto in Venezuela” e che all’epoca il console venezuelano a Milano – da cui secondo la ricostruzione di Abc sarebbero passati i 3,5 milioni – era appena arrivato in sede.La stessa fonte, ricordando che lo stesso quotidiano nel 2016 scrisse le stesse cose a proposito del movimento spagnolo Podemos (in quel caso il finanziamento presunto era di 7 milioni di euro), anticipa che il ministero della Difesa, da cui dipende l’intelligence militare cui Abc attribuisce il documento, condurrà una perizia su quella nota. Quell’articolo, assicurano, “sarà smontato punto per punto“.
Casaleggio: “Totalmente falso, denuncio” – Annuncia denunce anche Davide Casaleggio, il primo a smentire la notizia: “È tutto totalmente falso. E’ una fake news uscita più volte, l’ultima nel 2016. Dalle smentite ora passeremo alle querele“. Smentisce anche il capo politico ad interim Vito Crimi: “Quella dei presunti finanziamenti del Venezuela al Moviemento 5 Stelle è una fake news semplicemente ridicola e fantasiosa. Sulla questione non c’è altro dire, se non che del lontano 2010 ricordo quando ero candidato presidente alle regionali in Lombardia. Anche allora, così come negli anni a seguire, quella che realizziammo fu una campagna elettorale fatta con pochissime risorse e mezzi, frutto di micro donazioni dei cittadini italiani. Per il resto, valuteremo se adire alle vie legali. Certamente non ci lasciamo distrarre da certe sparate o intimidire”. Replica pure Alessandro Di Battista: “L’attacco diffamatorio del quotidiano di destra e monarchico ABC nei confronti del M5S e soprattutto di Gianroberto Casaleggio è vile – dice l’ex parlamentare – Non vi è cosa più oscena che attaccare persone non più in vita, che non possono difendersi. Mi auguro che Davide quereli immediatamente, per difendere l’onorabilità del M5S e del suo grande papà”.
Il presunto dossier degli 007 – Il primo a replicare è stato il figlio del fondatore del M5s perché è proprio il nome di suo padre quello contenuto nel dossier dei servizi di Caracas. Secondo la ricostruzione di Abc è stato il console della sede diplomatica del Venezuela a Milano, Gian Carlo di Martino, ad aver fatto da intermediario fino a che il “destinatario finale, Gianroberto Casaleggio, ha ricevuto il denaro in contanti“. Il presunto documento degli 007 venezuelani fa riferimento a Casaleggio come “promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario ed anticapitalista nella Repubblica italiana”. Il quotidiano spagnolo tratteggia Casaleggio come il co-fondatore del Movimento 5 stelle insieme al “comico e attore Beppe Grillo“. Dopo aver ricordato che è “morto nel 2016” lo definisce un “informatico” e “l’ideologo dell’M5s”.” Casaleggio, Grillo e i loro seguaci – continua Abc – costituirono una corrente rivoluzionaria di ispirazione ecologica, antimperialista ed europeista. I suoi leader hanno sempre condannato l’essere inquadrati nella divisione dicotomica della politica tradizionale tra sinistra e destra. Si definiscono una libera associazione di cittadini”. Quindi il giornale iberico ricorda che “dallo scorso settembre, il governo italiano della coalizione è stato guidato da Giuseppe Conte , su proposta dell’M5s. Fino a dieci dei 22 membri del Consiglio dei ministri sono associati all’M5s, incluso il capo degli affari esteri, Luigi Di Maio. Questo è stato il capo politico dell’M5E fino allo scorso gennaio, il mese in cui Vito Crimi è subentrato”.
“Soldi in una valigia diplomatica” – Tornando alla vicenda del finanziamento venezuelano, Abc sostiene che i 3,5 milioni di euro sono stati inviati “in maniera sicura e segreta attraverso valigia diplomatica, come si evince letteralmente dal dossier dell’intelligence militare guidata da Hugo Carvajal, profugo della Giustizia da novembre scorso, dopo che l’Audiencia Nacional ha approvato la sua estradizione negli Stati Uniti”, dove è indagato “per reati di narcotraffico e forniture di armi alla guerriglia colombiana delle Farc”. “La somma destinata a finanziare il M5S – continua Abc – proviene da fondi riservati amministrati dall’allora ministro dell’Interno e oggi vicepresidente responsabile dell’Economia, Tareck el Aissami, secondo il testo ottenuto dal quotidiano”, scrive ancora Abc ricordando che El Aissami era ed è una delle persone più vicine a Maduro.
AGGIORNAMENTO – Precisiamo che l’inchiesta penale avviata dalla Procura di Milano sui presunti fondi venezuelani arrivati al Movimento 5 stelle e scaturita dall’articolo pubblicato dal quotidiano spagnolo Abc il 15 giugno 2020, è stata poi archiviata. Inoltre, la società editrice del quotidiano ed il giornalista autore di quell’articolo sono stati condannati a risarcire il figlio di Gianroberto, Davide Casaleggio, che aveva intentato una causa per diffamazione nei loro confronti. Nella sentenza della Corte d’Appello di Milano, in particolare, si legge che l’articolo si basava su un “documento”, di presunti servizi segreti venezuelani, “poi risultato falso”.
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.