Se il settore dell’edilizia messo in ginocchio dalla crisi dovuta all’emergenza Covid-19 nutre speranze nei nuovi superbonus al 110% previsti nel Decreto Rilancio 2020 per gli interventi di efficientamento energetico (Ecobonus) e antisismici (Sisma bonus), nonostante diversi punti critici tra ostacoli e procedure complesse, rischia invece di rimanere deluso chi vedeva in questo provvedimento una svolta epocale dal punto di vista ambientale. Soprattutto perché parliamo dell’incentivo più alto al mondo per questo tipo di interventi: isolamento (cappotto) termico per una spesa massima di 60mila euro a unità immobiliare, sostituzione delle vecchie caldaie e sistemi di riscaldamento (con un limite di spesa di 30mila euro a unità immobiliare), misure antisismiche. Tutto pagato dallo Stato. Che, quindi, avrebbe potuto mirare a obiettivi più ambizioni.
“Questo è un superbonus per l’edilizia, l’obiettivo non è di tutela dell’ambiente e saranno limitati gli effetti anche sul risparmio energetico delle famiglie italiane” spiega a ilfattoquotidiano.it Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente. Per queste ragioni, insieme a Fillea-Cgil, l’associazione aveva lanciato una proposta di riforma degli incentivi per ristrutturazioni, risparmio energetico e anti-sismico, con tre obiettivi chiari: sostenere un’edilizia verde legata alla rigenerazione, assicurare una riduzione del fabbisogno energetico del 50% e vincolare gli incentivi pubblici alla presentazione di un certificato di regolarità lavorativa. Secondo Legambiente, invece, anche le modifiche all’articolo 119 su cui è stato trovato un accordo (incentivi fino al 2022 e platea di beneficiari estesa) “sembrano premiare la logica degli interventi a pioggia non vincolati a chiari obiettivi di risparmio energetico delle famiglie e di messa in sicurezza del patrimonio edilizio”.
DETRAZIONE DA RECORD PER RISULTATI MINIMI – Il primo punto riguarda proprio il contributo pubblico pari al 110% di tutte le spese, considerato “sproporzionato” rispetto ai “piccoli risultati” che produce in termini di riduzione dei consumi energetici a vantaggio delle famiglie e dell’ambiente. La legge, infatti, aumenta gli incentivi confermando l’obiettivo minimo già in vigore per l’Ecobonus condomini (che aveva una detrazione al 75%), ossia di un salto minimo di due classi energetiche. Considerando che in Italia la classe energetica più diffusa è la G, la riduzione dei fabbisogni energetici sarebbe davvero limitata per le famiglie, perché si resta comunque a una classe E. “Abbiamo proposto di arrivare almeno al 50% o alla classe B – racconta il vice presidente di Legambiente – obiettivo facilmente realizzabile con interventi integrati di coibentazione delle pareti e di sostituzione di caldaie a condensazione, tutti per altro completamente finanziati dallo Stato”. Il solo cambio della caldaia, tanto per fare un esempio, non porterà mai a un risparmio energetico notevole. Tra l’altro, rifare solo il cappotto termico di un edificio non garantisce sempre il salto di due classi energetiche (e quindi la detrazione). Per Zanchini meglio sarebbe prevedere entrambi gli interventi “anche perché se fai il cappotto termico, avrai bisogno di meno riscaldamento e, quindi, di una caldaia più piccola”.
Ma c’è un altro limite: l’Ecobonus copre tutte le spese per gli interventi di isolamento termico delle pareti verticali e orizzontali. Il meccanismo, però, prevede che qualora si intervenga su almeno il 25% della superficie disperdente lorda, tutti gli altri interventi beneficiano di un rimborso completo delle spese. “Il paradosso – sottolinea Legambiente – è che si potrebbe intervenire solo su una parte delle superfici o del tetto con interventi di isolamento, mentre sulle altre pareti ci si potrebbe limitare a un semplice tinteggiatura”, mentre l’obiettivo è quello di spingere sugli interventi di efficienza energetica.
IL RISCHIO DI SOVRAFATTURAZIONE – Ma c’è un rischio ancora più grande, che potrebbero poi pagare i contribuenti, ossia quello di situazioni fraudolente legate alle sovrafatturazioni. In alcuni edifici di diversi piani lo Stato può arrivare a sborsare un milione di euro solo per l’isolamento termico. “Il rischio – commenta Zanchini – è che ci si affidi a imprese che operano in modo poco onesto e che offrano interventi a titolo gratuito ai condomini, chiedendo in cambio di chiudere un occhio su alcune irregolarità. E magari installino pannelli di 3 centimetri dichiarando di aver installato (e pagato) quelli da 10”. Un altro scenario potrebbe essere quello della sovrafatturazione fino ai limiti di spesa, con l’inserimento di interventi non incentivati o incentivati ma non allo 110%.
Solo un sistema di controlli efficace potrà evitare, a quel punto, una perdita ingente per le casse dello Stato e, quindi, per i contribuenti. In questo contesto anche il fattore tempo ha un ruolo importante. Tant’è che la proroga è uno dei due punti su cui è stato trovato un accordo di modifica. La fruizione del Superbonus fino al 2021, infatti, e un iter burocratico che coinvolge una lunga serie di soggetti tra enti e aziende, rischiano di trasformarsi in un alibi per aziende pronte ad accaparrarsi i lavori e installare macchinari scadenti o fuorilegge, magari approfittando della mancanza ad oggi di un sistema di controlli collaudato. Tutto questo a danno dell’ambiente e, anche in questo caso, del risparmio energetico.
SULLA SICUREZZA UN’OCCASIONE PERSA – E poi c’è il capitolo ‘interventi antisismici’. “Di fronte a una detrazione così consistente – spiega Zanchini – lo Stato avrebbe dovuto anche pretendere la messa in sicurezza degli edifici. E contestualmente al cappotto termico, chiedere che si prevedessero anche gli interventi antisismici”. L’attuale proposta prevede invece che gli interventi energetici e quelli sismici possano essere fatti separatamente, ma beneficiando entrambi dell’incentivo al 110%. “È un errore – aggiunge – perché, così come per gli altri lavori, se si interviene sul patrimonio edilizio occorre sempre realizzare un miglioramento di entrambi i fattori”. Il rischio è che si perda un’occasione ghiotta: se migliaia di condomini o proprietari di appartamenti decideranno di approfittare della detrazione, non cogliendo però la possibilità di mettere in sicurezza le loro case, è prevedibile che passino anni prima di decidere di ristrutturare nuovamente e, questa volta, arrivare fino in fondo.
INCENTIVI ALLE FONTI FOSSILI – Altro punto critico dal punto di vista della tutela ambientale è quello strettamente legato all’inquinamento nelle città e riguarda l’incentivo al 110% per l’installazione di caldaie a condensazione. La proposta era quella di lasciare gli incentivi al 50-75%, già tra i più generosi al mondo. “Il riscaldamento delle abitazioni è una delle cause principali non solo delle emissioni di gas serra ma anche dell’inquinamento delle città – spiega Zanchini – per cui è un errore grave fornire incentivi della stessa quantità per caldaie che utilizzano fonti fossili e sistemi a pompe di calore che permettono di avere emissioni e inquinamento zero, in particolare in ambito urbano. In molti condomini, purtroppo, a queste condizioni si sceglierà di utilizzare ancora le caldaie”.
Ambiente & Veleni
Ecobonus 110%, ambientalisti contro il super incentivo: “E’ sproporzionato e darà piccoli risultati nella riduzione dei consumi”
"L’obiettivo non è di tutela dell’ambiente", dice Ecoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. Il contributo pubblico pari al 110% di tutte le spese è “sproporzionato” rispetto ai “piccoli risultati” che produce in termini di riduzione dei consumi. Vale anche per le caldaie a condensazione che usano fonti fossili. In più c'è il rischio della sovrafatturazione fino ai limiti di spesa, che potrebbe causare un esborso enorme per le casse pubbliche senza alcun vantaggio
Se il settore dell’edilizia messo in ginocchio dalla crisi dovuta all’emergenza Covid-19 nutre speranze nei nuovi superbonus al 110% previsti nel Decreto Rilancio 2020 per gli interventi di efficientamento energetico (Ecobonus) e antisismici (Sisma bonus), nonostante diversi punti critici tra ostacoli e procedure complesse, rischia invece di rimanere deluso chi vedeva in questo provvedimento una svolta epocale dal punto di vista ambientale. Soprattutto perché parliamo dell’incentivo più alto al mondo per questo tipo di interventi: isolamento (cappotto) termico per una spesa massima di 60mila euro a unità immobiliare, sostituzione delle vecchie caldaie e sistemi di riscaldamento (con un limite di spesa di 30mila euro a unità immobiliare), misure antisismiche. Tutto pagato dallo Stato. Che, quindi, avrebbe potuto mirare a obiettivi più ambizioni.
“Questo è un superbonus per l’edilizia, l’obiettivo non è di tutela dell’ambiente e saranno limitati gli effetti anche sul risparmio energetico delle famiglie italiane” spiega a ilfattoquotidiano.it Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente. Per queste ragioni, insieme a Fillea-Cgil, l’associazione aveva lanciato una proposta di riforma degli incentivi per ristrutturazioni, risparmio energetico e anti-sismico, con tre obiettivi chiari: sostenere un’edilizia verde legata alla rigenerazione, assicurare una riduzione del fabbisogno energetico del 50% e vincolare gli incentivi pubblici alla presentazione di un certificato di regolarità lavorativa. Secondo Legambiente, invece, anche le modifiche all’articolo 119 su cui è stato trovato un accordo (incentivi fino al 2022 e platea di beneficiari estesa) “sembrano premiare la logica degli interventi a pioggia non vincolati a chiari obiettivi di risparmio energetico delle famiglie e di messa in sicurezza del patrimonio edilizio”.
DETRAZIONE DA RECORD PER RISULTATI MINIMI – Il primo punto riguarda proprio il contributo pubblico pari al 110% di tutte le spese, considerato “sproporzionato” rispetto ai “piccoli risultati” che produce in termini di riduzione dei consumi energetici a vantaggio delle famiglie e dell’ambiente. La legge, infatti, aumenta gli incentivi confermando l’obiettivo minimo già in vigore per l’Ecobonus condomini (che aveva una detrazione al 75%), ossia di un salto minimo di due classi energetiche. Considerando che in Italia la classe energetica più diffusa è la G, la riduzione dei fabbisogni energetici sarebbe davvero limitata per le famiglie, perché si resta comunque a una classe E. “Abbiamo proposto di arrivare almeno al 50% o alla classe B – racconta il vice presidente di Legambiente – obiettivo facilmente realizzabile con interventi integrati di coibentazione delle pareti e di sostituzione di caldaie a condensazione, tutti per altro completamente finanziati dallo Stato”. Il solo cambio della caldaia, tanto per fare un esempio, non porterà mai a un risparmio energetico notevole. Tra l’altro, rifare solo il cappotto termico di un edificio non garantisce sempre il salto di due classi energetiche (e quindi la detrazione). Per Zanchini meglio sarebbe prevedere entrambi gli interventi “anche perché se fai il cappotto termico, avrai bisogno di meno riscaldamento e, quindi, di una caldaia più piccola”.
Ma c’è un altro limite: l’Ecobonus copre tutte le spese per gli interventi di isolamento termico delle pareti verticali e orizzontali. Il meccanismo, però, prevede che qualora si intervenga su almeno il 25% della superficie disperdente lorda, tutti gli altri interventi beneficiano di un rimborso completo delle spese. “Il paradosso – sottolinea Legambiente – è che si potrebbe intervenire solo su una parte delle superfici o del tetto con interventi di isolamento, mentre sulle altre pareti ci si potrebbe limitare a un semplice tinteggiatura”, mentre l’obiettivo è quello di spingere sugli interventi di efficienza energetica.
IL RISCHIO DI SOVRAFATTURAZIONE – Ma c’è un rischio ancora più grande, che potrebbero poi pagare i contribuenti, ossia quello di situazioni fraudolente legate alle sovrafatturazioni. In alcuni edifici di diversi piani lo Stato può arrivare a sborsare un milione di euro solo per l’isolamento termico. “Il rischio – commenta Zanchini – è che ci si affidi a imprese che operano in modo poco onesto e che offrano interventi a titolo gratuito ai condomini, chiedendo in cambio di chiudere un occhio su alcune irregolarità. E magari installino pannelli di 3 centimetri dichiarando di aver installato (e pagato) quelli da 10”. Un altro scenario potrebbe essere quello della sovrafatturazione fino ai limiti di spesa, con l’inserimento di interventi non incentivati o incentivati ma non allo 110%.
Solo un sistema di controlli efficace potrà evitare, a quel punto, una perdita ingente per le casse dello Stato e, quindi, per i contribuenti. In questo contesto anche il fattore tempo ha un ruolo importante. Tant’è che la proroga è uno dei due punti su cui è stato trovato un accordo di modifica. La fruizione del Superbonus fino al 2021, infatti, e un iter burocratico che coinvolge una lunga serie di soggetti tra enti e aziende, rischiano di trasformarsi in un alibi per aziende pronte ad accaparrarsi i lavori e installare macchinari scadenti o fuorilegge, magari approfittando della mancanza ad oggi di un sistema di controlli collaudato. Tutto questo a danno dell’ambiente e, anche in questo caso, del risparmio energetico.
SULLA SICUREZZA UN’OCCASIONE PERSA – E poi c’è il capitolo ‘interventi antisismici’. “Di fronte a una detrazione così consistente – spiega Zanchini – lo Stato avrebbe dovuto anche pretendere la messa in sicurezza degli edifici. E contestualmente al cappotto termico, chiedere che si prevedessero anche gli interventi antisismici”. L’attuale proposta prevede invece che gli interventi energetici e quelli sismici possano essere fatti separatamente, ma beneficiando entrambi dell’incentivo al 110%. “È un errore – aggiunge – perché, così come per gli altri lavori, se si interviene sul patrimonio edilizio occorre sempre realizzare un miglioramento di entrambi i fattori”. Il rischio è che si perda un’occasione ghiotta: se migliaia di condomini o proprietari di appartamenti decideranno di approfittare della detrazione, non cogliendo però la possibilità di mettere in sicurezza le loro case, è prevedibile che passino anni prima di decidere di ristrutturare nuovamente e, questa volta, arrivare fino in fondo.
INCENTIVI ALLE FONTI FOSSILI – Altro punto critico dal punto di vista della tutela ambientale è quello strettamente legato all’inquinamento nelle città e riguarda l’incentivo al 110% per l’installazione di caldaie a condensazione. La proposta era quella di lasciare gli incentivi al 50-75%, già tra i più generosi al mondo. “Il riscaldamento delle abitazioni è una delle cause principali non solo delle emissioni di gas serra ma anche dell’inquinamento delle città – spiega Zanchini – per cui è un errore grave fornire incentivi della stessa quantità per caldaie che utilizzano fonti fossili e sistemi a pompe di calore che permettono di avere emissioni e inquinamento zero, in particolare in ambito urbano. In molti condomini, purtroppo, a queste condizioni si sceglierà di utilizzare ancora le caldaie”.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.