Il procuratore di Roma Michele Prestipino: "L'indagine iniziata da diverso tempo, la lotta ai clan non si ferma come dimostra anche l’operazione di questa mattina"
Una “colonizzazione” della parte sud-est di Roma, ma per il clan Csamonica è arrivato un altro stop all’espansione. Su ordine della Dda di Roma gli agenti della Polizia hanno eseguito 20 misure cautelari, 15 in carcere e 5 ai domiciliari, per associazione di stampo mafioso, estorsione, usura e intestazione fittizia di beni. È stato disposto dal Tribunale di Roma-Sezione delle Misure di Prevenzione anche il sequestro ai fini della confisca per 20 milioni di euro, su proposta del procuratore della Repubblica e del questore di Roma. “L’indagine iniziata da diverso tempo, la lotta ai clan non si ferma come dimostra anche l’operazione di questa mattina. È un risultato straordinario che attraverso gli arresti e i sequestri dei beni accumulati illecitamente dimostra l’azione costante della Procura e della Polizia nel contrasto ai clan” dice il procuratore di Roma Michele Prestipino che ha sottolineato che “privare della ricchezza significa depauparare le organizzazioni della loro forza criminale. Quello di oggi è un provvedimento che porta la firma congiunta del procuratore e del questore”.
Emblematica del lavoro incessante di inquirenti e investigatori una intercettazione riportata nell’ordinanza: “Perché i Casamonica proteggono Roma, invece hanno stufato, i napoletani vonno entrà, la camorra vò entrà a Roma e i calabresi vonno entrà a Roma, je dà fastidio perché noi proteggemo Romà” diceva Guido Casamonica, figlio di Ferruccio, in un’intercettazione in cui si lamentava dei provvedimenti giudiziari emessi nei confronti di altri membri del clan, sostenendo che l’annientamento dell’organizzazione fosse finalizzata a consentire alle organizzazioni forti di mettere le mani su Roma. “Devono far entrare le organizzazioni forti a Roma ecco perché ce vonno distrugge a noi”.
“L’operazione è importante non soltanto per l’aspetto repressivo in quanto tale perché colpiamo il gruppo mafioso dei Casamonica, noti a Roma da tempo e che avevano colonizzato la parte Sud-Est della Capitale e in parte anche i Castelli – dice Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia – A parte l’aspetto repressivo puro, che ha portato alla contestazione del 416 bis per questi soggetti considerati come appartenenti a un clan di mafia locale, c’è un aspetto importante che è quello patrimoniale perché abbiamo per la prima volta utilizzato un modello operativo che prevede anche l’intervento della Divisione anticrimine accanto alla Squadra mobile e quindi del Servizio Centrale anticrimine accanto allo Sco. Abbiamo eseguito un sequestro per un ammontare di 20 milioni di euro grazie a una misura di prevenzione irrogata dal giudice competente su proposta congiunta del questore e del procuratore di Roma – ha spiegato Messina – C’è un modello operativo nuovo in questa operazione, è la prima volta che si agisce con una proposta congiunta e un sequestro congiunto a Roma”.
“Si tratta di un’organizzazione con una “struttura orizzontale la cui forza è dettata dall’appartenenza alla famiglia Casamonica” scrive il gip Zsuzsa Mendola nell’ordinanza cautelare di 467 pagine con cui ha disposto gli arresti.