E’ rimasto chiuso in casa con la famiglia durante la quarantena provocata dal Covid-19 e ha potuto guardare la realtà circostante solo dalla sua finestra, immaginando come la vita sarebbe potuta cambiare. Nel corso di quei giorni molto difficili, spinto dalla passione smisurata per la musica che da anni utilizza come strumento di inclusione per parlare della sua disabilità e le emozioni che vive, Antonio Corcillo ha scritto una canzone intitolata “Finestra”, per raccontare “l’esperienza personale del lockdown e dare voce a chi è nella mia stessa situazione”, dice. “Tutto nasce da una chiacchierata fatta su classroom con una delle mie educatrici del Servizio di Formazione all’autonomia di Castello Cabiaglio, Elena, in cui ci ha fatto fotografare la nostra finestra, che in quel momento era l’unica interazione con il mondo esterno” racconta a Ilfattoquotidiano.it Corcillo. “Successivamente il mio amico Giuseppe mi ha mandato la registrazione di un suo beat alla chitarra (che non c’entra nulla col pezzo) e all’inizio mi sono lasciato ispirare”.
Antonio, 29 anni, ha una tetraparesi spastica distonica, abita a Laveno Mombello, in provincia di Varese sulle rive del Lago Maggiore, e a breve si deve laureare in Scienze della Comunicazione all’Università dell’Insubria con una tesi su Guccini e De Andrè. Ascoltando molto rap, si concentra almeno in parte su quella cifra stilistica per comporre versi, strofe e rime. “Scrivere per me – aggiunge – è una cosa naturale da quando ero bambino e alla fine è diventato il mio modo di comunicare preferito, perché faccio molta fatica a parlare. Non c’è un motivo preciso per cui ho deciso di scrivere questa canzone ma c’è stato il bisogno, quasi fisico, di mettere nero su bianco le mie idee”. “Finestra” descrive quello che Antonio ha fatto durante la quarantena, come ad esempio le serate passate a giocare con l’amico Simone a World of Warcraft o quando il padre annotava il numero delle vittime della pandemia, che ha ispirato anche un verso in cui si parla di “numeri sul foglietto bianco”. “Vi è anche una simbologia connessa alla canzone – sottolinea – perché siamo entrati in quarantena in pieno inverno e siamo usciti in primavera, la stagione della rinascita, anche sensoriale ed emotiva”.
Visto che Antonio fa molta fatica a parlare ha chiesto ad un professore delle scuole medie, che per passione canta e suona, di prestargli la sua voce pubblicando circa una settimana fa su YouTube il brano della durata di 2 minuti “Finestra”. Il docente si chiama Marco Conte e con il ragazzo si è creata una sintonia intensa sin dall’inizio nel 2017 quando si sono conosciuti a distanza grazie all’educatrice Elena. “Con Marco non ci vediamo di persona ma lavoriamo bene online, sa capirmi al volo e si dimostra sempre disponibile. Io sono più un regista e lui è l’attore, ma senza di lui non ci sarebbe nulla. Dedica tempo per le mie idee e non è una cosa scontata” spiega al Fatto.it Corcillo.
Nella quotidianità Antonio esce con gli amici, pratica il powerchair hockey e gli piace provare cose nuove. “Faccio il webmaster presso una cooperativa e mi piacerebbe trovare un lavoro nel giornalismo o nella grafica, oltre a continuare gli studi universitari. Ho iniziato a scrivere per un sito di musica per cui faccio recensioni dei dischi, ecco vorrei un lavoro così”. La musica che va oltre la passione, come una compagna affidabile che lo aiuta ad affrontare meglio le criticità dell’esistenza. Per Antonio “la musica è uno straordinario mezzo di comunicazione che, se usato bene, mi permette di arrivare ovunque. Solitamente il tema delle mie canzoni riguarda la sfera emotiva e sessuale perché è un argomento che mi manda in crisi di più. In questo senso – conclude – è proprio una valvola di sfogo. Credo che molti ragazzi con disabilità avvertono queste pulsioni ma non vengono capiti e aiutati. Il mio obiettivo è quello di dare voce a chi vive le mie stesse emozioni”.