A settembre il governo presenterà il suo Recovery plan per “farsi trovare pronto” all’arrivo dei fondi Ue e l’ultima parola spetterà alle Camere. In attesa che a livello europeo si sblocchino le risorse e di fronte alle difficili trattative per le diverse posizioni degli Stati membri, Giuseppe Conte ha annunciato al Parlamento, nel corso della sua informativa in vista del consiglio Ue, che l’Italia cercherà di anticipare i tempi sul fronte della progettazione delle riforme. Anche a questo serviranno le consultazioni degli Stati generali dell’ultima settimana, pensate appunto perché “sia elaborato un piano di rilancio“. E quando il progetto “sarà più definito”, ha garantito il premier, “verrò doverosamente in Parlamento per riferire dei suoi contenuti, pronto a raccogliere proposte e suggerimenti”.

Conte non ha negato che le trattative in Ue rimangano complesse, con gli Stati membri che divergono “su più punti nonostante i progressi” e anche per questo ha chiesto all’Italia di farsi trovare pronta con “spirito di coesione“. “Il nostro Paese deve tornare a credere in se stesso e a condividere obiettivi ambiziosi comuni, al di là delle divisioni politiche”, ha detto. Un messaggio riferito agli alleati di governo, ma in particolare alle opposizioni che prima lo hanno contestato per le consultazioni fuori dal Parlamento e poi hanno disertato l’Aula al momento del confronto parlamentare. Fdi infatti, non si è presentata ai lavori e la Lega ha lasciato l’emiciclo dopo gli interventi nel dibattito dei propri esponenti. Diverso invece il comportamento di Forza Italia: Renato Brunetta ha infatti proposto di puntellare la maggioranza e addirittura di “scrivere insieme un piano nazionale di riforme”. Un po’ a sorpresa è arrivato in Senato anche l’appoggio, a tratti entusiasta, di Matteo Renzi che, pur essendo parte della maggioranza, ha più volte contestato il premier nelle scorse settimane: “Si faccia valere”, ha detto davanti a Palazzo Madama. Quindi rivolto a leghisti e Fdi: “Il coronavirus ci ha mostrato che il mondo sovranista è triste e non adatto all’Italia”.

Il prossimo appuntamento fondamentale per la partita dei fondi europei rimane venerdì 19 giugno, quando ci sarà il consiglio europeo. Anche se, come ha specificato Conte, ancora una volta non ci sarà un voto. Si attende la proposta finale che l’Italia spera sia conforme con quanto proposto dalla commissione Ue. “Le decisioni del Consiglio europeo”, ha ricordato ancora Conte in Aula, “consentiranno di mettere in campo ulteriori risorse economiche importanti per rafforzare gli investimenti pubblici in Italia, che sono su livelli assai inferiori rispetto agli altri Paesi europei”. Una sfida cruciale perché “la posta in gioco è la tenuta delle economie e la coesione sociale dell’Unione” e “la possibilità di rendere le economie europee resilienti di fronte a future, analoghe crisi, a cominciare da una seconda ondata del covid-19 che siamo comunque tutti impegnati a prevenire o a contenere, forti dell’esperienza già maturata”.

Centrodestra diviso: dalle proteste di Lega-Fdi all’offerta Fi di puntellare la maggioranza fino al lapsus di Salvini – Nonostante gli appelli alle opposizioni per il dialogo in un momento storico cruciale per il futuro del Paese e perché, almeno sul fronte delle riforme economiche, si tenga aperto un dialogo, Lega e Fratelli d’Italia anche oggi hanno mantenuto alto il livello di scontro. Ma l’immagine, a fine giornata, è ancora quella di un centrodestra completamente diviso nella strategia e sulla linea da tenere con l’esecutivo. Fratelli d’Italia ha deciso infatti di non presentarsi in Aula, mentre il Carroccio ha abbandonato i lavori dopo il discorso del capogruppo. Anche il partito di Giorgia Meloni ha però mandato una sua rappresentante per l’intervento durante il dibattito alla Camera e a Palazzo Madama. Sono invece arrivati segnali distensivi da Forza Italia che si è detta addirittura disponibile a lavorare con il premier per le riforme: “Non voglio fermarmi agli errori passati, adesso è tempo del piano nazionale delle riforme, che deve diventare lo strumento per dialogare in Europa, settembre è troppo tardi. Adesso facciamo insieme il piano nazionale delle riforme in Parlamento e non a Villa Pamphili. E anticipi la legge di bilancio”, ha detto Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia. L’offerta del forzista però, è quella di intervenire per puntellare la maggioranza: “Tra marzo e aprile – ha concluso – ci sono state riunioni del Consiglio europeo che non sono state ininfluenti. Ma lei non ha una maggioranza sulla decisione più importante, ossia il pacchetto europeo e non avere una maggioranza si sente e si vede. L’esecutivo è debole e incapace di dialogare con la maggior parte del Parlamento, il suo esecutivo debole fa vincere la burocrazia e viene emarginato il Parlamento”.

Infine, a Palazzo Madama, per la Lega ha preso la parola lo stesso segretario Matteo Salvini. Che però, invece di fare notizia per il consueto attacco al premier, è finito su tutti i giornali per il lapsus sui migranti: “I porti chiusi condannano a morte migliaia di persone”, ha detto invece di citare quella che secondo lui è la vera ragione delle morti ovvero i “porti aperti”. I senatori del Carroccio lo hanno applaudito lo stesso, non sappiamo se ignari del errore o per mascherare il lapsup. Ma dae

Il momento storico per l’Italia e l’Ue: “In gioco la reputazione, un migliore futuro dell’Europa e dei suoi Stati membri” – Nel suo discorso davanti alla Camera e al Senato, Conte ha ribadito l’importanza che l’Italia sappia riscattarsi. E che, per farlo, non ritorni a come era prima, ma cerchi comunque di evolvere. “Bisogna”, ha detto Conte, “trarre lezione dalla crisi attuale e cogliere l’opportunità storica della crisi per affrontare nodi che impediscono all’Italia di non farsi trovare resiliente davanti a crisi di questa portata. L’Italia sta finalmente e faticosamente uscendo dall’emergenza, ma non possiamo permetterci di tornare allo status quo precedente alla crisi”.

Per riuscire a mettere in campo riforme radicali, ha dichiarato il premier, serve però la collaborazione di tutte le forze politiche: “Dobbiamo far ripartire l’economia italiana su nuove basi per un progetto di riforme ambizioso per dare un futuro migliore al paese. Il governo è coeso, ci spinge la fiducia. In queste settimane sono in gioco la reputazione, un miglior futuro dell’Europa e dei suoi Stati membri. E’ il momento di agire con spirito di piena coesione anche sul piano nazionale perché la sfida non rechi all’Italia il doppio danno di vederla perdere la sfida europea e quella, forse più difficile, di vedere riformare alcune criticità. Coesi in Italia per cogliere subito e per intero l’opportunità che l’Europa offre a se stessa e ai Paesi più colpiti dal covid. Questo spirito auspico caratterizzi il dibattito politico italiano in questa fase cruciale per la futura generazione”.

I contenuti del consiglio Ue che sarà solo “consultivo” – Il consiglio europeo in programma venerdì 19 giugno non prevede ancora un voto, perché le trattative sono ancora in corso. Così ha spiegato il premier: “Perché il Consiglio possa pronunciarsi con un voto e con una decisione finale, manca ancora un elemento essenziale: la proposta formale di un nuovo quadro finanziario pluriennale da parte del Presidente del consiglio europeo Charles Michel. L’incontro avrà pertanto una natura solo consultiva, e sarà volto a far emergere convergenze e dissensi ancora esistenti tra i Paesi membri al fine di preparare un successivo, confidiamo risolutivo, Consiglio Europeo”.

In attesa, ha detto ancora Conte, “la proposta di Next Generation Eu è una buona base di partenza di cui condivido la logica e lo spirito”. Ma non può bastare. “Per far ripartire le nostre economie è fondamentale raggiungere l’obiettivo primario di un consenso il prima possibile sull’adozione tempestiva” del Recovery Plan: “Una decisione tardiva sarebbe già di per sé un fallimento”. E se “la proposta di Next Generation Eu conferma che la commissione europea non ha mancato l’appuntamento con la storia così come non l’ha mancato la Bce”. Ora tocca “al Consiglio europeo ad essere chiamato all’appuntamento con la storia“.

Per questo, l’Italia chiederà che la proposta finale “non si discosti dalla proposta della Commissione quanto al volume delle risorse e “rimanendo fermo il principio del finanziamento straordinario a lungo termine”. “La decisione politica del Consiglio Ue è un obiettivo storico davanti alla peggiore crisi economica da oltre 70 anni”, ha detto, “noi non possiamo permetterci liturgie e compromessi al ribasso, non lo permettono le vittime del Covid e le famiglie, i giovani e le imprese che affrontano le consegue economiche e sociali. Per questa ragione politica e morale tutti gli stati membri sono chiamati a decisioni di alto profilo”. “Quando abbiamo proposto un fondo finanziato con debito comune molti anche nel nostro Paese ci hanno accusato di essere visionari. Ma ora non discutiamo né sul sé, né sull’emissione del debito comune: stiamo discutendo dell’entità del fondo. E’ un successo per tutti noi e per il nostro Paese: abbiamo convinto anche i più dubbiosi che questa è la strada giusta”.

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