Cinema

Coronavirus, l’idea della Cineteca di Milano: portare i film all’aperto proiettandoli da un furgone

Lo storico CineMobile Fiat 618, non uno qualsiasi. Costruito nel 1936, fu utilizzato dall’Istituto Luce come veicolo di informazione nelle campagne e nelle aree periferiche delle città. Ora è stato restaurato ed per poterlo utilizzare bisogna raccogliere 10mila euro di fondi

“Il cinema riapre, ma in condizioni al momento abbastanza limitanti. Se una sala ha 100 posti, ne può vendere 40 o poco più. E secondo noi ancora non c’è stato il tempo di ricostruire il clima giusto: non ci sono prodotti cinematografici e la gente si sente un po’ titubante a frequentare luoghi chiusi con altre persone”. Matteo Pavesi, direttore della Fondazione Cineteca Italiana di Milano, vede un’alternativa: portare i film all’aperto, in giro per la città, proiettandoli da un furgone. Lo storico CineMobile Fiat 618, non uno qualsiasi. Costruito nel 1936, fu utilizzato dall’Istituto Luce come veicolo di informazione nelle campagne e nelle aree periferiche delle città. Il regime fascista ne fece uno dei principali strumenti di propaganda. Finita la guerra, il furgone rimase per oltre vent’anni sotto le direttive del Servizio Informazioni della Presidenza del Consiglio della Repubblica Italiana. La sua attività si fermò nel 1964. Poi, come si legge sul sito della Fondazione Cineteca Italiana, Regione Lombardia lo ha acquistato nel 1996 e nel 2000 è stato restaurato. Il Mic – Museo Interattivo del Cinema di Milano, è la sua casa dal 2016.

La Fondazione Cineteca Italiana ha avviato una raccolta fondi per rimetterlo in moto: “Vogliamo organizzare spettacoli nei nove municipi di Milano e anche in alcuni comuni dell’area metropolitana”, continua il direttore Pavesi. Proiezioni da 50 minuti sulla storia del cinema, attingendo a materiali della Cineteca: “Partiremo dal 1895 e mostreremo film muti, colorati (a posteriori perché realizzati in bianco e nero, ndr). Oppure pubblicità d’epoca. Alcune serate saranno dedicate a un genere in particolare, altre avranno uno specifico focus tematico”.

Come sedi, si scelgono luoghi a ingresso contingentato, dove è più facile garantire il distanziamento sociale. Parchi e giardini sì, ma solo se di dimensioni ridotte e con entrate e uscite controllate. A inizio serata sarà misurata la temperatura e verrà distribuito disinfettante per le mani. Gli spettatori dovranno portarsi la propria sedia. “Il pubblico sarà di circa 30 – 50 persone, non parliamo di grandi numeri”, prosegue Pavesi. “L’idea di rispondere alla chiusura delle sale con una sorta di cinema itinerante ci era già venuta a inizio marzo, volevamo dare un segno di vita in un momento difficile. Ma la situazione è via via peggiorata e non è stato possibile”. Ora invece si può pensare a ripartire. L’obiettivo è raccogliere 10mila euro e cominciare i vari itinerari a luglio, proseguendo fino ad agosto.

I fondi sono necessari perché l’utilizzo del CineMobile ha un costo di circa 1000 euro a serata, fra autista professionista e carroattrezzi. Durante i mesi del lockdown la gente ha continuato a guardare film e materiale cinematografico, spiega Pavesi, ma (ovviamente) a casa e in streaming: “Ci è mancato il rapporto diretto con il pubblico e ora vogliamo puntare a ricostruire la partecipazione e la condivisione tipica dello spettacolo. Il CineMobile può essere una buona cerniera fra le persone e un’idea di cinema poco istituzionale”.