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Franca Leosini dopo la bufera sulle sue parole: “Sono un consiglio non un rimprovero. E lo ripeto: sarebbe opportuno andarsene dopo primi segni di violenza”

"Lei ha un quoziente di responsabilità come ce l'hanno tutte le donne che al primo omaggio di uno schiaffone non mollano l'uomo che si è permesso di darglielo", questa la frase pronunciata da Franca Leosini domenica 14 giugno nel corso di Storie Maledette e dirette a Sonia Bracciale. Oggi la giornalista ha chiarito la sua posizione con La Stampa

di Giuseppe Candela

“Lei ha un quoziente di responsabilità come ce l’hanno tutte le donne che al primo omaggio di uno schiaffone non mollano l’uomo che si è permesso di darglielo”, questa la frase pronunciata da Franca Leosini domenica 14 giugno nel corso di Storie Maledette. Parole rivolte a Sonia Bracciale, accusata di essere la mandante dell’omicidio dell’ex marito Dino Reatti. Una frase che ha suscitato numerose reazioni social già durante la messa in onda e anche di alcune associazioni nelle ore successive. “Non ho detto che la responsabilità è delle donne, era un contesto colloquiale dove ho espresso un pensiero che corre sul filo della logica e soprattutto che è da considerare un consiglio, non certo un rimprovero. Perché, lo ripeto, sarebbe opportuno per una donna andarsene al primo accenno di violenza. Non aspettare che la violenza monti arrivando alle estreme conseguenze”, ha detto la giornalista a La Stampa per fare chiarezza dopo le polemiche.

Nessuna colpevolizzazione delle donne, chiarisce la Leosini: “È sbagliato prendere alla lettera una affermazione che è figurativa e dove non c’è un giudizio ma un consiglio che mi sembra di minima prudenza. A me dispiace essere fraintesa, anche perché con la mia vita e le mie battaglie ho dimostrato come la penso e che sono sempre dalla parte delle donne. Mi sembra incredibile che si possa supporre il contrario. Ci mancherebbe che una donna fosse responsabile di una violenza subita. Capire dubitare raccontare, sono i tre verbi che io frequento nella mia trasmissione”. Le sue parole avevano scatenato la reazione dell’associazione D.i.Re: “Un concentrato di insinuazioni, stereotipi sessisti, giudizi moralistici, colpevolizzazioni per la violenza subita, e giustificazioni del maltrattante in prima serata tv. Si chiama vittimizzazione secondaria, succede ancora continuamente nelle aule dei tribunali, dove le donne che denunciano la violenza non sono credute. Ieri questo trattamento è stato imposto a Sonia Bracciale, condannata a 21 anni e 2 mesi di carcere come mandante dell’omicidio del marito che per anni l’ha riempita di botte, umiliata, maltrattata, da Franca Leosini nel suo programma Storie Maledette su Rai Tre“, ha dichiarato la presidente Antonella Veltri in una nota stampa.

Critiche anche Michele Anzaldi, senatore di Italia Viva e segretario della commissione di vigilanza Rai: “E’ inaccettabile che ancora una volta una trasmissione Rai utilizzi toni insostenibili e renda un quadro sconcertante, a tratti addirittura macchiettistico, di fronte a una donna che ha subito violenza dal marito. Stavolta è successo a Storie maledette di Franca Leosini con l’intervista a Sonia Bracciale, tempo fa era stata la volta di Porta a porta di Bruno Vespa con l’intervista a Lucia Panigalli. Come è possibile che episodi del genere si verifichino nella tv pubblica? Possibile che nessuno controlli? Una nuova pagina nera, a spese dei cittadini. ” Così Anzaldi cita le parole dell’associazione D.i.Re e aggiunge: “L’amministratore delegato Salini, di fronte anche alle proteste, che provvedimenti intende prendere? Deve garantire, davvero, che non accada più. Il Cda, a partire dalle consigliere donne, non può lasciar passare impunito un caso del genere.”

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