È ancora una semifinale. Stavolta però è quella dell’Europeo. A Varsavia la Germania arriva dopo aver vinto tutte e quattro le gare del torneo. Allargando il cerchio, i tedeschi arrivano da ben quindici successi consecutivi in partite ufficiali. L’Italia invece giunge all’appuntamento dopo un girone superato faticosamente e un quarto di finale risolto soltanto dal cucchiaio di Pirlo contro l’Inghilterra durante la lotteria dei rigori. I tedeschi sembrano nettamente favoriti. Sono gli azzurri di Cesare Prandelli, di Montolivo mezzala, della coppia formata da Cassano-Balotelli in attacco e della filosofia del fraseggio come stile di gioco.

I primi minuti sembrano rispettare il pronostico. Pirlo salva sulla linea un colpo di testa di Hummels, poi Barzagli rischia l’autorete. Passato il momento critico, gli azzurri cominciano a guadagnare campo. Siamo al ventesimo. La palla arriva sulla sinistra a Cassano. Il dribbling sui due difensori tedeschi che lo marcano è perfetto, così come il cross per Balotelli. Neuer è spiazzato. All’improvviso l’Italia si ritrova avanti. La Germania reagisce con un tiro di Khedira su cui Buffon è attento. Sulla ripartenza successiva, però, la palla arriva a Montolivo. Il centrocampista alza lo sguardo e cerca Balotelli con un lungo lancio. La trappola del fuorigioco tedesco non scatta. Dal limite dell’area teutonica parte un destro rabbioso e preciso che si infila sotto l’incrocio, lasciando Neuer inerme. Nel secondo tempo la Germania prova a riaprire la sfida con Lahm e Reus, ma la difesa italiana regge. Col passare dei minuti i tedeschi si spengono. Sarebbe il momento giusto per chiudere la contesa, ma Di Natale non sfrutta l’occasione del tre a zero solo davanti a Neuer. Nei minuti di recupero la Germania accorcia con un calcio di rigore di Özil. È pero troppo tardi. Come sei anni prima, in finale ci va l’Italia.

Twitter: @giacomocorsetti

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Italia-Germania 4-3, a 50 anni dalla partita del secolo: il gesto dell’ombrello ai francesi, la storia degli uomini dietro a quei 120 minuti

next
Articolo Successivo

Italia 90, 30 anni dopo – Il protagonista mancato della Germania schiacciasassi: Uwe Bein, piedi fatati ma carattere poco teutonico

next