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Legalizzazione cannabis, da 100 parlamentari di maggioranza lettera al premier Conte: “Parliamone agli Stati generali dell’economia”

Il primo firmatario è il deputato M5s Michele Sodano: "Il punto di buon senso non è più spinello sì o spinello no, ma la possibilità di strappare un business miliardario alle mafie". L'iniziativa dopo il business legale che si è sviluppato all'estero, in primis in Canada e Stati Uniti: dagli introiti per lo Stato ai nuovi posti di lavoro, fino all'azzeramento delle spese pubbliche dovute alle leggi che condannano l'uso di droghe leggere

Legalizzare la cannabis per creare lavoro e far emergere un business sommerso durante la crisi economica epocale che si prospetta nel nostro paese. È la richiesta che vede Michele Sodano, parlamentare del M5S, come primo firmatario di una lettera indirizzata al presidente del Consiglio affinché nella cornice degli Stati generali si discuta anche di questa opportunità. Una richiesta che è stata firmata da oltre 100 parlamentari, in maggioranza deputati e senatori grillini, ma provenienti anche dal gruppo misto e dagli altri partiti della maggioranza, che intendono proseguire il lavoro inaugurato dal nuovo inter-gruppo per la legalizzazione, composto da una settantina di parlamentari dei vari partiti al governo. “Se guardiamo a ciò che sta succedendo negli Stati Uniti e in Canada – spiega Sodano a ilfattoquotidiano.it – si è fatto emergere un indotto economico spaventoso”. E la stessa cosa potrebbe accadere in Europa, visto che, secondo le proiezioni degli analisti di Prohibition Partners in Europa se tutti i paesi la rendessero legale potremmo avere un mercato pari a 123 miliardi di euro entro il 2028.

Proposta di incontro agli stati generali per la legalizzazione della cannabis from ilfattoquotidiano.it

Secondo Sodano, “il punto di buon senso non è più spinello sì o spinello no, ma la possibilità di strappare un business miliardario alle mafie, che oggi sono monopolisti di una sostanza che viene consumata da 6 milioni di italiani. Visto che le politiche proibizioniste hanno fallito in tutti i sensi, perché non iniziare a ragionare anche in Italia, in maniera responsabile, per poter regolare questo settore? Entrerebbero nelle casse dello stato 10 miliardi di euro”. Il riferimento è allo studio del professor Marco Rossi dell’Università La Sapienza, che spiega come la regolamentazione della cannabis genererebbe un beneficio per le casse dello Stato di ​10 miliardi di euro​: 2 miliardi derivanti dai risparmi dall’applicazione della normativa di repressione e 8 miliardi di nuovo gettito fiscale.

Gli studi dell’Università di Messina stimano invece un gettito tra ​6 e 8,7 miliardi all’anno. In generale si prevede un aumento percentuale del PIL compreso tra il 1,20% e il 2,34%, con evidenti ricadute positive sul debito pubblico e sui parametri di stabilità economico-finanziaria del Paese. Senza contare “i risparmi legati alla diminuzione dei reati, con il conseguente alleggerimento del lavoro dei tribunali e un generale miglioramento del sistema penitenziario, sia per gli operatori che per i detenuti”. Altro aspetto è quello della creazione di posti di lavoro: se in USA ad oggi la cannabis legale è il settore che sta creando più posti di lavoro in assoluto, in Italia, sempre secondo le stime del professor Rossi, i posti di lavoro generati potrebbero superare le 350mila unità. “Ne è un esempio il settore della canapa industriale, dove in soli tre anni si è creata una filiera produttiva che garantisce occupazione a circa 10mila operatori e in cui sono attive più di 3mila imprese, nonostante le problematiche legislative che persistono ancora oggi”, si può leggere nella missiva.

Ne beneficerebbero anche i pazienti visto che ad oggi la cannabis medica è già legale, ma ne produciamo troppo poca e la importiamo a caro prezzo dall’Olanda e dal Canada, con problemi di carenza per i pazienti che si ripropongono ogni anno. “Il paradosso è che potremmo coprire la domanda producendola noi”, sottolinea Sodano.
Intanto non bisogna dimenticare che, in seguito alla sentenza delle sezioni penali unite della Cassazione del dicembre scorso, secondo la quale non sarebbe reato coltivare cannabis a uso personale, a patto che la coltivazione sia di minime dimensione ed effettuata con tecniche rudimentali, è stata lanciata una disobbedienza civile con la campagna #iocoltivo, chiedendo ai maggiorenni interessati di coltivare una piantina di cannabis e postare le foto sui social network, garantendo l’assistenza legale. A quella campagna ad oggi hanno aderito più di 2mila persone, 20 associazioni e 20 parlamentari, e il prossimo passo è una manifestazione a Montecitorio, indetta per il 25 giugno, giorno in cui alla Camera sarà presentata l’undicesima edizione del Libro bianco sulle droghe. “La priorità ora – conclude Sodano – è dare corretta informazione ai cittadini in modo che si possa creare un dibattito serio sul merito delle proposte: basta con le lotte ideologiche, dobbiamo essere concreti e scientifici pensando alle possibilità che si aprirebbero anche in tema di green economy, in un paese a vocazione agricola che ha sempre primeggiato nella produzione di canapa industriale”.