Maddie McCann è morta e ci sono le prove a dimostrarlo. Un portavoce della procura tedesca di Braunschweig, che sta indagando sul caso della bambina scomparsa nel 2007 in Portogallo, ha ribadito la presenza di “prove concrete, non semplici indicazioni”, che confermano la morte della piccola. Intervistato da Repubblica, il procuratore tedesco Hans Christian Wolters ha anche smentito i genitori di Maddie, Kate e Gerry McCann, che ieri hanno negato di essere stati informati del ritrovamento di queste nuove prove. E riguardo al principale sospettato, Christian Brueckner, 43enne tedesco con precedenti per pedofilia e droga, condannato in primo grado per lo stupro di una 72enne e ora in carcere a Kiel, il procuratore tedesco ha aggiunto: “Non lo abbiamo ancora interrogato, lo faremo alla fine delle indagini”.
Wolters ha sottolineato che la polizia federale e quella britannica, in coordinamento con la procura tedesca, hanno preso contatti con la famiglia della bimba: prima di comunicare pubblicamente che si stava indagando per omicidio, è stata mandata una lettera ai genitori di Maddie in cui venivano informati delle intenzioni degli inquirenti e che secondo loro la piccola era morta. Spedire quella lettera “è stata una decisione personale, umana – ha detto il procuratore a Repubblica – Non siamo obbligati a prendere contatti con testimoni e loro sono testimoni. Ma siccome sono anche genitori di una bambina scomparsa, è ovvio che ci preoccupiamo di come stiano”. In seguito, è stata spedita un’altra lettera alla famiglia, “ma non so se sia già arrivata alla famiglia McCann”, ha puntualizzato Wolters non specificando però il contenuto.
Il principale sospettato della scomparsa e dell’omicidio di Maddie è Christian Brueckner: secondo gli inquirenti, è stato il 43enne, aiutato da un complice che lavorava nel villaggio turistico dove la famiglia McCann stava trascorrendo le vacanze, a prendere Maddie, lasciata da sola con i fratelli più piccoli nell’appartamento, la sera del 3 maggio 2007. La procura tedesca sta indagando su Brueckner da due anni, ha sottolineato Wolters, “e le autorità britanniche e portoghesi da molto più tempo. È un caso difficile e noi non ci faremo certo sentire con bocconi di indagini, con risultati intermedi. Ci faremo sentire quando avremo risultati concreti”. Per il momento, ha fatto sapere Wolters, l’indagato non è ancora stato interrogato: “Lo faremo alla fine delle indagini. Non ne vediamo il motivo, al momento, non penso che confesserebbe o che sarebbe utile che gli fornissimo noi elementi di indagine. Il suo avvocato non ha neanche accesso ai nostri atti, per ora. Non sa cosa abbiamo contro di lui“.