Calcio

Torino, Cairo chiede la cassa integrazione per 42 lavoratori del club: da 3 mesi senza paga

La società granata e la Slc-Cgil, il sindacato dei lavoratori della comunicazione, hanno trovato un accordo che prevede l'utilizzo degli ammortizzatori sociali: "Gli importi spettanti saranno erogati direttamente dall’Inps”. Senza stipendio sono rimasti soprattutto gli allenatori del settore giovanile o quelli del settore Academy

Il Torino Football Club chiede la cassa integrazione per alcuni suoi lavoratori. Il club di Urbano Cairo chiederà all’Inps un aiuto per pagare gli stipendi dei suoi dipendenti. È l’accordo raggiunto venerdì 12 giugno tra la società granata e la Slc-Cgil, il sindacato dei lavoratori della comunicazione. “In un momento di estrema difficoltà vissuto da tutto il Paese, i lavoratori della società Torino F.C. e le loro famiglie si sono ritrovate smarrite e prive di salari per mesi, in una situazione di totale incertezza e priva di prospettive – spiega il sindacato in una nota diffusa mercoledì sera – Quando ci è stato segnalato questo stato di stallo abbiamo contattato la società per affrontare insieme un percorso che, anche tramite gli ammortizzatori sociali, ha permesso di fornire strumenti e mezzi per risolvere la situazione emergenziale”.

A usufruire della cassa integrazione sono 42 lavoratori con un contratto di prestazione sportiva e un compenso lordo annuo compreso tra 7.500 e 50mila euro. Da tre mesi non ricevono lo stipendio. Si tratta soprattutto degli allenatori del settore giovanile o quelli del settore Academy. Il club chiederà la cassa integrazione guadagni in deroga per un periodo dal primo maggio al 3 luglio 2020. In sostanza, visto il calo di lavoro provocato dalla pandemia e lo stop alle attività sportive (il presidente Cairo è stato anche contrario alla ripresa della Serie A), la società chiederà all’Inps di farsi carico dei loro stipendi.

Come spiega la Cgil, “in questo periodo saranno preservati i livelli occupazionali, salvo i contratti a naturale scadenza, e sarà garantita la maturazione del Tfr laddove previsto. Gli importi spettanti saranno erogati direttamente dall’Inps”. Inoltre è stato firmato anche un accordo per i dipendenti del settore giovanile a cui sarà pagato entro giovedì 18 giugno lo stipendio del mese di marzo ed entro la metà di luglio quello di aprile. “È un settore in cui c’è tanta passione e questo fa spesso superare le storture, ma il Covid-19 ha tirato fuori alcuni nodi, tra cui questa tipologia di contratti – spiega Alessandro Pagliero della Slc Cgil di Torino –. In questo settore manca un vero contratto nazionale da anni”. I 42 lavoratori non sarebbero gli unici dipendenti del Torino Football Club a ottenere questo sostegno economico. Da quanto è possibile apprendere, anche alcuni impiegati della società hanno ottenuto l’ammortizzatore sociale.

Il Torino non è l’unico club di serie A ad aver richiesto la cassa integrazione. All’inizio di aprile anche il Napoli di Aurelio De Laurentis ha chiesto l’accesso a questo sostegno per i suoi dipendenti ai quali, nei giorni successivi, è arrivato anche l’aiuto economico dei calciatori. Un gesto simile è stato fatto anche dai giocatori della Roma. Altre aziende di Urbano Cairo hanno chiesto o puntano a chiedere la cassa integrazione: si tratta delle società che editano Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport e i periodici di Rcs. Mercoledì l’assemblea dei giornalisti di Rcs Periodici ha respinto la proposta di cassa integrazione.

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