Per Sergio Sylvestre doveva essere una delle serate più importanti del suo percorso professionale, dopo la vittoria ad “Amici di Maria De Filippi” nel 2016 e la partecipazione al Festival di Sanremo 2017 ma così non è stato. Il cantante è stato invitato per cantare l’Inno di Mameli prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus, dove ha trionfato la squadra partenopea ai rigori. La situazione era straordinaria, dal momento che l’Olimpico di Roma era vuoto per le misure di sicurezza anti Covid-19. Nel preciso istante in cui Sylvestre avrebbe dovuto cantare “le porga la chioma” ha sbagliato l’attacco per poi riprendere, dopo qualche secondo di esitazione. Alla fine ha alzato il pugno al cielo urlando “No justice, no peace“. Il riferimento era al movimento di protesta Black Lives Matter, nato dopo la morte dell’afroamericano George Floyd, in seguito ad un arresto.
Apriti cielo. Sui social una valanga di insulti contro il cantante: da “che figura di me***” a “propaganda ideologica con il pugno alzato”. Appena rientrato in camerino Sergio ha subito spiegato su Instagram cosa è accaduto: “È stata una serata molto emozionante, non sono mai stato così emozionato neanche quando sono stato ad Amici o a Sanremo. Sentire questo eco così forte, in uno stadio così vuoto mi ha fatto bloccare. Mi è venuta una tristezza molto forte, queste cose qui mi bloccano, perché mi coinvolge tanto. Vedere un palco così vuoto è un peccato solo questo”.
Non è la prima volta che un artista sbaglia le parole dell’Inno di Mameli. Già nel novembre 2012 è successo a Katia Ricciarelli, durante l’incontro di rugby Italia – Nuova Zelanda, sempre allo Stadio Olimpico di Roma. La cantante lirica ha dimenticato buona parte del testo e ha modificato la frase “Dov’è la vittoria” in “Dov’è la di Scipio”, attirandosi i fischi del pubblico, qualche sorriso degli stessi giocatori e naturalmente gli insulti sui social.