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Al Bano: “Basta con le speculazioni su mia figlia Ylenia. Lo fanno per soldi. Alimentano speranze che non ci sono”

Le parole del cantante sono rivolte a Telecinco e al programma di gossip Salvame che nelle scorse settimane era tornato ancora una volta sulla scomparsa della figlia del cantante di Cellino San Marco e Romina Power. Come riporta l'Adnkronos l'artista pugliese ha incaricato l'avvocato Giorgio Assumma di "adire in Italia e all’estero le competenti magistrature locali per ottenere la tutela del mio diritto all’oblio"

di Giuseppe Candela

“Basta con queste squallide speculazioni su mia figlia Ylenia, la devono smettere. Ci marciano solo per fare del maledetto denaro (…) In Spagna hanno fatto una speculazione squallida tornando sull’argomento e parlando di dettagli che ben conosco. E danno spago a questa gentaglia. Tutto perché sono a caccia dell’audience, in nome del quale si ammazza la gente. Fanno i soldi, fanno soffrire, ma prendono in giro tante persone che sono ancora in attesa di speranze che purtroppo non ci sono”, le parole di Albano sono rivolte a Telecinco e al programma di gossip Salvame che nelle scorse settimane era tornato ancora una volta sulla scomparsa della figlia del cantante di Cellino San Marco e Romina Power.

Una serie di servizi con la giornalista Lydia Lozano che ha sostentuto che Ylenia non sia morta e che viva a Santo Domingo insieme al marito. Della Carrisi si sono perse le tracce dal 31 dicembre 1993 a New Orleans, a soli 23 anni, ma a distanza di tempo la trasmissione si è lanciata in ipotetici scoop con deboli testimonanze. Come riporta l’Adnkronos l’artista pugliese ha incaricato l‘avvocato Giorgio Assumma di “adire in Italia e all’estero le competenti magistrature locali per ottenere la tutela del mio diritto all’oblio”. Una ferita ancora aperta, un modo per tutelare i suoi cari, ma anche una battaglia per chi ha vissuto e vive un caso simile alle prese con le continue illusioni e bufale mediatiche.

La scomparsa di Ylenia Carrisi ha suscitato negli anni molto interesse in Italia, in Spagna ma anche in Germania: “L’altro giorno qualcuno ha visto mia figlia a Venezia. Io conosco la storia, c’è la parola fine da quel maledetto 5 gennaio del ’94. Basta, ognuno ha una sua storia che va rispettata per quello che è. Non è tollerabile che questo martirio continui ancora ad essere perpetrato liberamente, provocando anche equivoci e malintesi”, ha concluso Albano all’Adnkronos.

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