Nuovo scontro tra governo e Confindustria sulle risposte all’impatto economico del coronavirus. Una nota del centro studi di viale dell’Astronomia, pubblicata venerdì, definisce “lenta” e “frammentata” la reazione italiana e sottolinea che la potenza di fuoco impegnata dall’Italia in risposta alla crisi innescata dal Coronavirus non regge il confronto con quanto messo sul tavolo da Germania, Francia e Usa. In serata ministero dell’Economia e dello Sviluppo hanno risposto definendo i dati citati nello studio “ormai superati, incompleti e fuorvianti“.

Secondo il centro studi, il “punto critico della risposta italiana” all’impatto economico del Covid “sono i tempi di adozione e implementazione delle misure”. Per Confindustria “il ritardo è ampio rispetto agli altri paesi considerati e compromette l’efficacia delle misure adottate che, in una fase emergenziale come quella attuale, necessitano, invece, di una trasmissione immediata al sistema economico”. Segue un confronto sulla portata degli aiuti messi in campo: “Per quanto riguarda i sussidi, la Germania ha erogato oltre 13 miliardi di euro di aiuti a piccole imprese e autonomi (in circa due mesi) contro i 4,7 della Francia (erogati in poco più di 2 mesi) e i 2,4 dell’Italia (per il solo mese di marzo e solo alle partite Iva)”, scrivono gli economisti di viale dell’Astronomia.

Note dolenti anche al capitolo liquidità. “Se il Governo americano in meno di due mesi ha erogato 512 miliardi di dollari di prestiti (a oltre 4,5 milioni di beneficiari), la Germania, in due mesi e mezzo, ne ha messi in campo circa 47 miliardi (a quasi 63mila beneficiari) e la Francia, in poco più di due mesi, oltre 88 miliardi di prestiti (a 478mila beneficiari), l’Italia, tramite il Fondo di Garanzia, in tre mesi, quasi 34 miliardi (per soddisfare circa 646mila domande) e, tramite la Garanzia Italia-Sace, in due mesi e una settimana, solamente 718 milioni (a 75 beneficiari)”.

Il Tesoro e il Mise ribattono che il documento “contiene dati ormai superati, incompleti e fuorvianti”. In realtà, scrivono, “l’Italia ha erogato quasi 6 miliardi a quasi 5 milioni di persone per tutte le indennità di marzo e aprile, quindi più della Francia. Peraltro, per le piccole imprese è operativo anche il bonus affitti, lo sconto sulle bollette, l’abbuono Irap di giugno e dalla prossima settimana inizieranno le erogazioni dei contributi a fondo perduto, che porteranno l’importo complessivo a poco meno di 20 miliardi di euro”. Quanto alla liquidità, “nel confronto Confindustria omette i 277 miliardi totali della moratoria sui crediti e mutui, di cui hanno beneficiato 2,6 milioni tra cittadini e imprese e la cui inclusione modificherebbe sensibilmente, a vantaggio dell’Italia, il paragone e le considerazioni critiche”.

Infine, “quanto ai tempi di adozione dei decreti rispetto all’inizio della diffusione del Covid, vale la pena di notare che il primo decreto contenente “misure urgenti di sostegno per famiglie lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID 19” risale al 2 marzo, a 10 giorni dal primo caso accertato in Lombardia”. Naturalmente “è vero che alcune misure hanno riscontrato criticità nei tempi di attuazione, prima fra tutte la Cassa integrazione in deroga, che ha scontato una procedura troppo complessa. Il Governo ha riconosciuto il problema, e per questo ha introdotto modifiche importanti nel decreto Rilancio. Individuare criticità e problemi è importante e utile, tuttavia auspichiamo che le analisi e le valutazioni di tutti siano sempre fondate su un esame e un uso accurato dei dati”.

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