In Brasile i casi di Covid-19 sfiorano il milione (cifra più alta al mondo dopo gli Usa), i morti sono quasi 50mila e Medici senza frontiere dichiara: “L’incubo Covid-19 è tutt’altro che sotto controllo: test insufficienti, operatori sanitari colpiti – 100 infermieri morti al mese – e comunità vulnerabili più a rischio, come quelle indigene nello stato di Amazonas, dove si registra il più alto tasso di mortalità”. E poi ci sono le favelas, gli agglomerati informali dove decine di migliaia di persone vivono in ambienti sovraffollati e malsani, senza alcuna possibilità di “distanziarsi” né di restare a casa dal lavoro, che quando c’è è quasi sempre fisico e spesso in nero.

Il mensile FQ Millennium, diretto da Peter Gomez, nel numero attualmente in edicola racconta l’emergenza Covid nella più grande favela del Brasile: Rocinha, sulle colline di Rio de Janeiro, dove si stima vivano, in una manciata di chilometri quadrati, circa 150mila persone. Lo fa con un intenso reportage firmato dal fotografo locale Leonardo Carrato, grande conoscitore della favela.

“Disuguaglianza sociale, mancanza di investimenti pubblici, brutalità delle polizia, traffico di droga, mancanza di pianificazione urbana, vicoli malsani”, descrive Carrato nel testo che accompagna i suoi scatti. La vicinanza alla foresta e le baracche troppo affastellate l’una sul’altra per far passare il sole rendono l’ambiente insopportabilmente umido e fanno sì che Rocinha detenga storicamente il record di malattie respiratorie a Rio. Poi è arrivato il Covid-19, e quella che il presidente Jair Bolsonaro ha definito “una piccola influenza” sta facendo strage, con un tasso di mortalità fra i contagiati che le ong impegnate sul campo stimano nel 30%, cioè decine di volte più alto di quello calcolato nei Paesi occidentali, in genere inferiore all’1-1,5%.

In totale assenza di piani d’intervento credibili, alla popolazione non resta altro che il quotidiano dilemma: resta in isolamento e muori di fame, o va in strada e rischi l’infezione. E poi rischi di contagiare tutti i tuoi cari, dato che le famiglie vivono in spazi ristretti e affollati, senza alcuna possibilità di isolamento dei malati.

Leggi e guarda il reportage completo su FQ Millennium in edicola o in formato digitale

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