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La crisi non è solo colpa del Covid: quel che serve è un cambio di rotta

Si è aperta la fase 3 e stiamo facendo i conti con la nostra nuova routine: come la state affrontando? Com’è cambiata la vostra professione e quali difficoltà state incontrando? Come giudicate l’organizzazione nelle vostre città? Raccontatecelo, il blog Sostenitore è pronto ad ospitare le vostre riflessioni o denunce. Vi basta compilare il form apposito, la redazione leggerà i vostri post (tutti) e pubblicherà i migliori ogni giorno.

di Antonio Zarra

Secondo la Bce l’economia mondiale manifesta una grave e grande incertezza, accentuata dalla crisi della pandemia e per questo si cercherà di fornire aiuti concreti ai Paesi più in difficoltà. Sai che novità! E’ da un decennio circa che tutti gli indicatori economici annunciano difficoltà a ripetizione per tutta una serie di motivi. I maitre à penser del settore continuano a pontificare che siamo messi proprio male.

Qui nessuno vuole minimizzare la crisi economica e sociale esacerbata dall’infido virus, ma il problema di fondo non è legato alla contingenza: risale alle politiche messe in atto da decenni, ormai! L’origine dell’andamento lento dell’economia che si è ripercosso e si ripercuote tuttora risale alla nascita dell’Ue, nata male e cresciuta peggio.

Da allora, secondo i dati economici, il potere d’acquisto di salari e stipendi è diminuito vertiginosamente, causando nuove sacche di povertà anche tra la fascia di popolazione che un lavoro ce l’ha, perché non riesce ad arrivare a fine mese. Fino a quando la libera circolazione sarà vantaggiosa per il Grande Capitale Finanziario che si sposta a suo piacimento dove più può fare affari e speculazioni, non se ne esce.

Il fatto poi che ci siano nazioni all’interno dell’Unione che si comportano come paradisi fiscali (Olanda, Lussemburgo. Irlanda) e offrono una fiscalità vantaggiosa a i grandi gruppi industriali è come essersi dati la zappa sui piedi da soli. L’esempio della Fca è solo l’ultimo di una lunga serie, purtroppo. A ciò si aggiunge l’evasione ed elusione fiscali delle grandi multinazionali del web.

Se non ci sarà una politica fiscale comune o quantomeno simile, una politica dei redditi che permetta di non avere una disparità di salario e stipendio così netta tra un paese e un altro, gli effetti saranno sempre quelli summenzionati, con gravi ripercussioni tra la parte meno garantita della popolazione e che scateneranno ulteriori guerre tra poveri, mentre imprenditori e capitalisti senza scrupoli continueranno ad ingrassare i loro conti in banca sulle spalle dei tanti poveri cristi che fanno i salti mortali per sbarcare il lunario.

Manca un cambio di rotta per un diverso modello di sviluppo che ha causato e causa sfruttamento delle risorse ambientali, degli esseri umani, fame e disastri ambientali, mentre una percentuale bassissima detiene i cordoni della borsa per ingozzare le sue fameliche fauci.

Per fare ciò c’è bisogno di una grande Progetto Politico e di uomini competenti e capaci che abbiamo una Grande Visione. Ce ne sono in giro? A me pare siano tutti latitanti e che il palcoscenico sia frequentato, ahinoi, solo da guitti, nani e ballerini!

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