Cultura

Lo Scaffale dei Libri, la nostra rubrica settimanale: diamo i voti e viaggiamo tra il Moresnet, Wuhan, Polignano e il Brasile

di Davide Turrini e Ilaria Mauri

BRAISLE - 4/4

Dopo aver letto uno dei primi capitoli dedicato a Jair Bolsonaro sul volume Brasile della collana The Passenger (Iperborea) abbiamo capito molte più cose della sua affermazione politica come della sua intrinseca disumanità, che da mille editoriali apparsi quotidianamente sui giornali. Inutile, ogni volta che esce un nuovo monograafico di questa collana va subito acquistato e tenuto sullo scaffale dei libri per poi centellinarlo sorsata dopo sorsata come un whisky di puro malto. Saprete che la particolarità di questi eleganti e spessi volumi Iperborea è quella di amalgamare diverse forme di testimonianze scritte, apparentemente giornalistiche, concretamente immersive, su un paese del mondo. Riprodurne con capacità d’analisi, passione e una certa forma estetizzante, le più nascoste pulsazioni vitali. Eccolo allora il Brasile, in tutta la sua meravigliosa contraddittorietà, in tutte le sue multiformi sfaccettature culturali e sociali. Ed eccolo il despota Bolsonaro, raccontato da Jon Lee Anderson, lungo la dorsale delle tre B (Bibbia, bue e bala – pallottola). Il reportage classico si fonde nell’ondeggiare dell’esplorazione storica e geografica, politica e spaziale con tocchi di inattesa curiosità (un paio di paragrafetti e sbuca il vice presidente Mourao che nessuno racconta e che sembra lo yang dello yin Jair). Tra i tanti servizi c’è quello sulle funkeiras, le cantanti funk che ribaltano lo stereotipo delle pop singer bianche e longilinee offrendo origini indigene, rotondità in eccesso e una straordinaria loquacità canterina sul sesso. Poi ancora in mezzo al monografico un lavoro fiume intitolato La Strada: 2mila chilometri di reportage polveroso sulla B-163 che attraversa il Brasile, esaltandone il contrasto tra megapotenza economica e disagio sociale. “Il tempio è denaro”, altra fenditura profonda nello spirito del paese carioca, quello dell’affermarsi sempre più ampio delle chiese neopentecostali in un paese tradizionalmente cattolico con un personaggio controverso come il profeta Macedo, affarista senza scrupoli e proprietario della terza tv più grande del Brasile. Personaggi e luoghi. Punti da unire di un atlante/guida senza il fruscio delle carinerie alla Lonely Planet. In chiusura i pezzi d’apertura. La storia dell’Edificio Copan di San Paolo, il classico esempio architettonico che trascina con sé l’idealità progressista di emancipazione urbana (l’ha costruito il celebre architetto Oscar Niemeyer negli anni cinquanta): ieri area come zona di spaccio, oggi spazio trendy zeppo di bar, ristoranti, gallerie, teatri, sale da concerto. Infine la numero dieci “meglio e Pelé”: Marta Viera da Silva, sei volte miglior calciatrice del mondo come Messi, ma 340mila euro di stipendio l’anno contro i 99 milioni della pulce bluagrana. Cosa si diceva delle contraddizioni del Brasile? Voto: 7,5

BRAISLE - 4/4
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