Lo ha annunciato sui social ieri sera e puntualmente lo ribadisce nella sua consueta informativa video su Facebook: il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, lancia un duro j’accuse contro il leader della Lega, Matteo Salvini, che a Mattino 5 ha criticato gli assembramenti dei tifosi dopo la vittoria del Napoli sulla Juventus per la Coppa Italia (“Di fronte ai festeggiamenti di Napoli di ieri mi chiedo dov’era De Luca. Sono contento per Gattuso e per Napoli ma qualcosa non ha funzionato. Hanno rotto le scatole per me e i miei selfie, e ieri c’era qualche migliaio di tifosi”).
Il presidente campano non ci sta e, senza mai nominare il senatore del Carroccio, lo definisce “un somaro politico che ha ripreso a ragliare”: “Alcuni commenti hanno portato alla luce una propensione sotterranea e incancellabile allo sciacallaggio, perfino al razzismo nei confronti di Napoli, della Campania e del Sud che sembra difficile da estirpare”.
De Luca cita gli incidenti avvenuti nel 2017 in piazza San Carlo a Torino dopo la partita Juventus-Real Madrid. E aggiunge: “A Milano, se avesse vinto l’Inter, avremmo avuto l’ira di Dio. Senza nessuna vittoria calcistica a Milano abbiamo registrato assembramenti ai Navigli e fenomeni di movida scapigliata, come a Vicenza. E nessuno ha chiesto al governatore del Veneto Zaia che pensasse o che facesse. Tutte le persone di buon senso sanno che quello che è successo a Napoli sarebbe accaduto ovunque per una vittoria sportiva significativa. Ma, siccome l’episodio è capitato a Napoli, il cafone ha ritenuto di fare dei commenti“.
E rincara: “Credo che quel cafone politico abbia dimostrato di essere davvero tre volte somaro. Se uno organizza a Roma il 2 giugno una manifestazione in violazione di tutte le norme anti-assembramento insieme con la vispa Teresa (Giorgia Meloni, ndr) e non è un giovane tifoso, ma un esponente politico e segretario di partito, e se questo si permette pure di aprire bocca, allora questo esponente politico ha la faccia come il suo fondoschiena, peraltro usurato. Il secondo motivo di ciucciaria, come direbbe Eduardo De Filippo, sta nel fatto che si fa un assembramento notturno e l’equino domanda al presidente della Regione: “Che dici?” – continua – E’ giusto il caso di ricordare a questo somaro geneticamente puro che l’obbligo di garantire il rispetto delle norme nazionali riguarda il ministero dell’Interno e il prefetto. Il presidente della Regione non c’entra niente. Infine, siamo davvero di fronte ad atti di volgare sciacallaggio. Se noi avessimo adottato lo stesso criterio di strumentalità, avremmo dovuto dire parole di fuoco nei confronti di altre realtà e di sistemi sanitari del Nord, dove si sono registrati morti a migliaia”.
Il politico cita numeri di contagiati e decessi da covid, esaltando i risultati della Campania: “Se fossimo stati sciacalli, sula base di questi dati, avremmo scatenato una campagna di aggressione mediatica verso altre realtà del Paese. Ma noi, diversamente dal Neanderthal, siamo persone civili e ribadiamo la nostra solidarietà ai cittadini di altre parti d’Italia che hanno sofferto e che hanno affrontato tragedie inimmaginabili, guardando con spirito di coesione nazionale alle vicende dell’epidemia. A chi ha la memoria corta, però, ricordo che noi in Campania chiudevamo tutto, quando in altre parti d’Italia si continuava a ballare e a bere. Cari amici, abbiamo perso già troppo tempo appresso a questi squinternati“.
Poi fa i complimenti alla squadra del Napoli e a Rino Gattuso, definendo “imbarazzante” la prestazione della Juventus e lodando la bellezza del catenaccio: “Il catenaccio: mettere in difesa non 11 giocatori, ma 15, 20, pure i raccattapalle. Il catenaccio è meraviglioso. Il catenaccio è la Bocconi del calcio, 90 minuti di barricate e poi al 91mo una pappina nella porta avversaria. Non c’è godimento più grande e noi ci prendiamo anche questi momenti di goduria, diversamente da un esponente politico sovranista a cui è capitato una volta di avere, per una delle tante anomalie della storia, una donna stupenda al suo fianco (Elisa Isoardi, ndr), e lui invece passava le serate a mandare i tweet sui broccoletti e il radicchio. Noi siamo fatti diversamente, diciamo”.