Secondo l'ultimo sondaggio di Foxs News il consenso del candidato democratico è al 50%, mentre quello dell'attuale presidente è al 38%. Ben il 61% del campione inoltre disapprova l’operato del tycoon, mentre solo il 32% lo promuove
Sempre in testa, solo un punto in meno. Se il sondaggio di Reuters-Ipsos vede in vantaggio di ben 13 punti percentuali il candidato democratico alle presidenziali americane Joe Biden sull’attuale presidente, Foxs News dà sempre in testa il dem, ma con un punto in meno. L’ex vice di Barack Obama infatti stacca Donald Trump di ‘soli’ 12 punti (50% a 38%) nell’ultimo sondaggio condotto tra il 13 e il 16 giugno. Il 61% del campione intervistato disapprova l’operato dell’attuale inquilino della Casa Bianca, mentre solo il 32% lo promuove (56% contro 37% il mese prima). Indebolito dagli avvenimenti delle ultime settimane, il presidente statunitense ammette che il voto per posta se confermato per le elezioni presidenziali potrebbe segnare la sua sconfitta, ma alla domanda di Politico se accetterà i risultati in tutti i casi resta evasivo: “Anche la Clinton non ha mai accettato la sconfitta”.
Giorni difficili per il tycoon: dai social che censurano i suoi post accusandolo di incitamento alla violenza e all’odio alla Corte suprema che ha deliberato contro la sua decisione di porre fine al programma dei Dreamers. Tutto questo non giova alla campagna elettorale, già fortemente penalizzata dal fatto che i comizi, elementi di forza di Trump, sono stati rinviati o cancellati a causa dell’emergenza coronavirus. Nel tentativo di salvare la popolarità, il presidente ha deciso comunque di dare appuntamento sabato ai suoi elettori a Tulsa, in Oklahoma, nonostante lo Stato abbia registrato un forte aumento di nuovi casi di Covid-19, raggiungendo un nuovo massimo giornaliero, il doppio del precedente record due giorni prima: con quasi 2mila positivi poi la contea di Tulsa continua a essere il principale hot spot virus dell’Oklahoma.
Anche un altro problema affligge il presidente degli Stati Uniti, ovvero il voto per posta. Trump, infatti, ritiene che questo, introdotto o esteso da molti Stati per continuare a garantire il distanziamento sociale a causa dell’emergenza sanitaria, favorisca i democratici e i brogli. Per questo, il partito repubblicano sta combattendo a livello legale in questi Stati coinvolti spendendo decine di milioni di dollari per evitare che alle elezioni presidenziali di novembre gli elettori votino in presenza e non per posta, consapevoli che in quel caso Trump potrebbe perdere. “Se non vinciamo le cause, (il voto per posta) è il mio rischio più grande – ha confermato il tycoon intervistato da Politico – ne abbiamo molte ovunque. E se non le vinciamo penso che questo metta le elezioni a rischio”.
Dopotutto perdere non è contemplato dal tycoon. Alla domanda di Politico, infatti, se accetterà i risultati elettorali in ogni caso, Trump è rimasto evasivo e, anzi, ha aggiunto: “Anche Hillary Clinton continuò a dire che li avrebbe accettati e non lo ha mai fatto. Lo sapete, ha perso, ha perso male”. Ma in una precedente intervista a Fox, il tycoon aveva assicurato che in caso di sconfitta se ne sarebbe andato pacificamente.