“Mi hanno fatto presentare l’elaborato. Per la parte di Italiano mi hanno chiesto un’analisi della poesia Spesso il male di vivere ho incontrato di Eugenio Montale, invece per quanto riguarda l’analisi del materiale fornito dalla commissione ho trovato Il manifesto del futurismo che ho collegato con Italiano, Francese e Spagnolo. Infine, per la parte di Cittadinanza e Costituzione mi ero preparato sull’Unione Europea”. Jacopo Merati, 18 anni, di Crema ha appena terminato l’esame di maturità al liceo linguistico. È entrato per primo, alle otto, accompagnato da un amico. Ha seguito il percorso predisposto, compilato la dichiarazione confermando di non aver la febbre, ha igienizzato le mani con il gel, raggiunto l’aula della commissione con la mascherina e poi l’ha tolta per iniziare il colloquio. Cinquantacinque minuti volati senza che se ne accorgesse.
“Sono stato fortunato – racconta al fattoquotidiano.it – perché sul documento che mi hanno proposto ero preparato. Il giorno prima ero andato a vedere l’orale di un mio compagno e mi ero tranquillizzato. Insomma, è stato poco più di un’interrogazione”. Ciò che è mancato a Jacopo però è il clima di festa degli altri anni. Ad aspettarlo fuori c’era solo mamma Federica e qualche amico.
Più critico Zeno Seghi, 18 anni, di cui cinque passati all’istituto di scienze applicate ‘Filippo Pacini’ di Pistoia. Il giorno dopo il colloquio orale ha il tempo per fare qualche riflessione: “Sono stato il secondo della prima giornata d’esami. Nelle settimane scorse mi sono sentito un po’ lasciato solo. Sarebbe servita qualche simulazione, anche a distanza, soprattutto per imparare a fare i collegamenti tra i vari passaggi dell’esame”. Anche per lui la prova è comunque andata: “Mi hanno fatto commentare le Operette morali di Giacomo Leopardi per poi propormi una riflessione a partire dalla tavola dei colori alla quale mi son0 collegato parlando degli Espressionisti. Infine mi hanno chiesto quali fossero i principi e le ideologie presenti nella Costituzione”. Ora Zeno pensa al futuro: scuola per piloti di volo.
Può tirare un sospiro di sollievo anche Beatrice Oliva, 19 anni, studentessa del liceo scientifico delle scienze applicate ‘Cardano’ di Pavia: “Ho presentato per dieci minuti il mio elaborato, poi mi hanno chiesto di analizzare le Operette morali. Nella parte del colloquio interdisciplinare mi è stato dato come spunto un’immagine di un iceberg con il Titanic. Mi hanno lasciato due minuti per pensarci: ho parlato di Freud e Svevo. Di storia mi è stata chiesta la rivoluzione bolscevica. C’è stata anche una domanda di informatica. Per cittadinanza e Costituzione ho parlato dell’Agenda 2030 dell’Onu”. Un orale filato liscio, anche se Beatrice non nasconde una certa confusione da parte della commissione: “Solo sedici ore prima dell’orale una mia professoressa mi ha comunicato che ci sarebbero state delle domande su Cittadinanza e Costituzione”.
Anche dall’altra parte della cattedra questa maturità è stata del tutto eccezionale. Laura Biancato, dirigente, presidente di commissione al liceo “Brocchi” di Bassano del Grappa ha appena terminato gli ultimi colloqui: “Abbiamo scelto di agganciare un po’ tutte le domande all’elaborato iniziale dei ragazzi. Per la parte di italiano e per la parte multidisciplinare abbiamo cercato di mantenerci nell’ordine del loro elaborato”. Poche domande sui contenuti e qualcuna in più per comprendere il grado di maturazione dello studente. Secondo la preside Biancato i candidati sono “molto provati” dalla condizione che hanno trascorso durante la pandemia.
Funziona allo stesso modo anche al liceo delle Scienze umane ‘Michelangelo’ di Camaiore dove insegna Cristina Berti, insegnante di filosofia, commissaria interna: “Non facciamo molte domande. Cerchiamo di indirizzare i ragazzi a fare un colloquio multidisciplinare. Abbiamo interpretato l’ordinanza ministeriale in maniera precisa”. Contenta del lavoro che sta facendo anche la professoressa di Lettere Josita Bassani, che sta esaminando gli studenti che hanno frequentato il serale dell’istituto ‘Torriani’: “È importante che mi raccontino che cosa dice oggi un autore al candidato. Non ha senso fare letteratura senza far riferimento all’oggi, a ciò che ci accade. In storia parto dal Novecento fino ad arrivare agli anni Novanta e mi interessa una riflessione sull’attualità. Il maxi colloquio valorizza la persona, il suo percorso”.