Pezzi di Pd e la sinistra civica in piazza Duomo, i centri sociali e l’area antagonista davanti a Palazzo Lombardia e gli anarchici tra piazzale Loreto e viale Padova. Finito il lockdown, tornano le piazze e Milano si prepara a vivere un pomeriggio con tre manifestazioni che puntano il dito contro obiettivi diversi e mettono in allerta le forze dell’ordine per la gestione dell’ordine pubblico in un momento di fibrillazione sociale.
Il minimo comun denominatore delle proteste resta la Regione guidata da Attilio Fontana, tranne che per l’area anarchica. Il raduno – i cortei saranno vietati – che si preannuncia più partecipato e meno problematico è quello convocato in piazza Duomo, alle 15, da 60 sigle dell’associazionismo tra cui Acli, Arci e Sentinelli che chiedono il commissariamento della sanità lombarda per la gestione della pandemia e una revisione della riforma Maroni.
Con loro ci saranno anche diverse personalità politiche, della cultura, del sindacato. Dall’eurodeputato dem Pierfrancesco Majorino alla segretaria metropolitana del partito Silvia Roggiani, sono attesi anche Susanna Camusso, Lella Costa, Vittorio Agnoletto, Cecilia Sarti Strada e Claudio Bisio. Emblematico lo slogan scelto dagli organizzatori: “Salviamo la Lombardia”.
Alla stessa ora, ma proprio davanti al palazzo della Regione in via Melchiorre Gioia, si sono dati appuntamenti i centri sociali e l’area antagonista. Il sit-in è stato organizzato dai collettivi milanesi Zam, Lambretta, Fornace di Rho, mentre da Brescia arriveranno gli antagonisti di Magazzino 47 e da Bergamo quelli di Pacì Paciana. E non sono escluse altre partecipazioni. I manifestanti saranno tenuti a vista da oltre 150 agenti della polizia e carabinieri. Al raduno si prevede che si uniscano circa mille persone, al massimo il doppio.
Un’ora più tardi, a qualche chilometro di distanza, è previsto invece l’evento “Non vogliamo tornare alla normalità”, organizzato da sigle di area anarchica tra cui Tilt-Voci di una società in cortocircuito, che mescola rivendicazioni di carattere economico e sociale alle proteste per le carcerazioni. La questura stima i partecipanti in 60-70 persone – ma si parla anche di arrivi da Torino, Rovereto e Saronno – e non intende concedere “strappi” al divieto di corteo.