Negli Stati Uniti, come in Gran Bretagna, anche le famiglie LGBTQ possono proporsi come genitori “foster”. Una stima approssimativa di bambini adottati negli Stati Uniti da genitori foster LGBTQ è di 14mila. Cifra che si alza a 65mila per l’adozione tout court
Dare a un bambino amore, sostegno, stabilità ma per un tempo limitato e senza diventarne legalmente genitore. Si chiama “fostering” ed è una sorta di sinonimo di affidamento, pratica in voga soprattutto nel mondo anglosassone, Gran Bretagna e Stati Uniti, a cui ha fatto riferimento Tiziano Ferro in una recente intervista a Repubblica. Il cantante laziale aveva raccontato del desiderio del marito, Victor Allen, di volere un bambino: “Qui in America (Ferro si riferisce al fatto che i due vivono a Los Angeles da un anno per realizzare questo desiderio ndr) la situazione è relativamente più facile, o meglio ci sono diverse soluzioni, come il cosiddetto “fostering”, ovvero la possibilità di occuparti per un certo tempo di un bimbo, anche senza una vera e propria adozione”.
Nel programma Child Welfare Information Gateway, gestito dall’agenzia federale statunitense del Children’s Bureau, vengono spiegati alcuni elementi base del “fostering”. Intanto la famiglia affidataria è una sorta di famiglia di stallo che prepara al meglio e con serenità il bambino all’affido definitivo. Se il concetto risulta complicato sulla carta, dovreste dare un’occhiata a un film del 2018 che si intitola Instant Family. La coppia “foster” è composta da Mark Whalberg e Rose Byrne che dopo diversi tentennamenti decide di prendere sotto la loro ala casalinga protettiva ben tre fratelli: una ragazza adolescente, un maschietto e una femminuccia di otto e sei anni. Chiaro, per arrivare fino in fondo al film fate la scorta di fazzoletti perché alla fine del periodo di affidamento i bimbi potrebbero tornare, se sono mutate le condizioni economiche di base, nella loro famiglia d’origine.
Secondo uno studio del Children’s Bureau, nel 2017 solo il 51% dei bambini in affidamento tramite fostering è rimasto con i suoi genitori affidatari dopo il periodo di base. C’è anche un altro aspetto da valutare, oltre la rappresentazione apparentemente tenera e romantica di Hollywood. Per il fostering vengono fornite sovvenzioni pubbliche per coprire una parte dei costi mensili effettuati dai genitori affidatari. E pare, leggendo anche tante testimonianze di ex bambini in affido tramite fostering, che c’è chi è in grado persino di approfittarsene intascandosi parte dei sussidi. Nello specifico, ci sono Stati che rimborsano anche 800-900 dollari al mese a bambino, come la California e il New Jersey, e altri che non arrivano nemmeno a 400 dollari come il Texas e il Missouri. Negli Stati Uniti, come in Gran Bretagna, anche le famiglie LGBTQ possono proporsi come genitori “foster”. Una stima approssimativa di bambini adottati negli Stati Uniti da genitori foster LGBTQ è di 14mila. Cifra che si alza a 65mila per l’adozione tout court.