Il 21 giugno si celebra la Giornata mondiale sulla Sla, malattia che si manifesta tra i 40 e i 70 anni d’età, ma talvolta esordisce anche intorno ai 20. Pur essendo nota da oltre un secolo, restano ancora da scoprire le sue cause, i meccanismi patogenetici e non è ancora disponibile una cura. La ricerca resta lo strumento principale per acquisire maggiori conoscenze e individuare possibili strategie terapeutiche. Le persone con Sla in Italia denunciano ancora criticità legate soprattutto all’assistenza domiciliare, affermano le associazioni. Hanno bisogno che venga potenziata la ricerca per trovare una cura contro questa grave patologia degenerativa che colpisce circa 6mila persone solo nel nostro Paese.
Allo ‘Sla Global Day‘ aderisce anche l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotofica (AISLA) che, tra le varie cose, ha realizzato il primo Registro nazionale sulla SLA, rendendolo disponibile online poche ore prima della Giornata. L’avvio del Registro è il frutto di un lungo lavoro iniziato nel 2017, che ha permesso il caricamento delle schede dei primi pazienti, fondamentale per capire i possibili fattori di rischio della malattia e accelerare lo sviluppo di nuovi trattamenti. È una piattaforma web based e patient driven in grado di raccogliere in “schede digitali” le informazioni demografiche e cliniche dei pazienti che in parte sono inserite direttamente da loro o dai loro caregiver, e in parte dai loro medici.
Contattato dal Fatto.it, il presidente di Aisla, Massimo Mauro, osserva: “Le persone con Sla chiedono un’assistenza adeguata, specializzata e attenta anche alla qualità della loro vita e vivono con la speranza di una terapia efficace contro la malattia. È urgente potenziare la ricerca perché, per trovare una cura, servono più studi e risorse economiche maggiori”. Aisla sta mettendo in campo tutte le sue energie per dare alla ricerca italiana strumenti nuovi ed essenziali, come il Registro e la Biobanca sulla Sla per la raccolta dei campioni biologici dei pazienti. “È fondamentale che tutti i centri ospedalieri di riferimento aderiscano a questi progetti per contribuire alla condivisione delle informazioni tra i ricercatori. Per dare un’assistenza qualificata – aggiunge – crediamo molto nel lavoro dei Centri Clinici NeMO dove i pazienti colpiti da malattie neuromuscolari trovano una presa in carico specifica. Presto saranno 8 in tutta Italia ma il nostro auspicio è contribuire alla nascita di un NeMo in ogni regione”.
I lunghi mesi di lockdown hanno aumentato le difficoltà di chi già ogni giorno combatte con la malattia. Alcuni pazienti hanno raccontato le proprie esperienze al fattoquotidiano.it con un comunicatore oculare, che permette di ‘scrivere’ con il movimento delle pupille. Il presidente onorario dell’Associazione Conslancio, Andrea Zicchieri e ha vissuto la terribile esperienza della tracheostomia. Prima di rientrare a casa, ad aprile, ha dovuto trascorrere un mese in una casa di cura privata per essere tenuto sotto controllo. Rimanere in ospedale sarebbe stato molto rischioso e l’assistenza domiciliare non era garantita, anche se la sua regione (l’Umbria) non è stata colpita gravemente. “La ricerca dei badanti è stata impossibile, insomma il mio rientro a casa non è stato dei migliori”, dice.
La caregiver Marcella Mura, di Cagliari, fortunatamente lavora ma suo marito malato di Sla si sta progressivamente aggravando: “I servizi domiciliari sono stati tutti interrotti durante il contenimento della pandemia”, spiega . “La situazione è difficile perché siamo alle prese con la richiesta della legge 104 (per l’assistenza ai diversamente abili, ndr) da parecchi mesi”. Marcella, come tutti i caregiver, si deve districare tra i vari uffici per adempiere alle pratiche burocratiche, ma la commissione non si è ancora espressa e i tempi si allungano, visto che tutti gli uffici sono rimasti chiusi causa Covid. “Un disagio non indifferente, se pensiamo che oltre a non aver potuto usufruire dei permessi dal lavoro non possiamo nemmeno fare richiesta dei contributi che legittimamente ci spettano”.
Sempre dalla Sardegna, Ignazio Cogoni racconta con gli occhi: “Ho 55 anni e convivo con la SLA dal 2013. Ho vissuto questo periodo di pandemia con l’angoscia di dover andare incontro a un ricovero senza le cure dei miei familiari ma fortunatamente ciò non è avvenuto e ne sono davvero contento”.
Diritti
Giornata mondiale sulla Sla, i racconti dei malati durante il lockdown. Le associazioni: “Garantire assistenza e potenziare la ricerca”
Per favorire lo scambio di informazioni tra i ricercatori, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotofica ha realizzato il primo Registro nazionale sulla SLA che contiene le schede sui pazienti, fondamentali per capire i possibili fattori di rischio della malattia e accelerare lo sviluppo di nuovi trattamenti
Il 21 giugno si celebra la Giornata mondiale sulla Sla, malattia che si manifesta tra i 40 e i 70 anni d’età, ma talvolta esordisce anche intorno ai 20. Pur essendo nota da oltre un secolo, restano ancora da scoprire le sue cause, i meccanismi patogenetici e non è ancora disponibile una cura. La ricerca resta lo strumento principale per acquisire maggiori conoscenze e individuare possibili strategie terapeutiche. Le persone con Sla in Italia denunciano ancora criticità legate soprattutto all’assistenza domiciliare, affermano le associazioni. Hanno bisogno che venga potenziata la ricerca per trovare una cura contro questa grave patologia degenerativa che colpisce circa 6mila persone solo nel nostro Paese.
Allo ‘Sla Global Day‘ aderisce anche l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotofica (AISLA) che, tra le varie cose, ha realizzato il primo Registro nazionale sulla SLA, rendendolo disponibile online poche ore prima della Giornata. L’avvio del Registro è il frutto di un lungo lavoro iniziato nel 2017, che ha permesso il caricamento delle schede dei primi pazienti, fondamentale per capire i possibili fattori di rischio della malattia e accelerare lo sviluppo di nuovi trattamenti. È una piattaforma web based e patient driven in grado di raccogliere in “schede digitali” le informazioni demografiche e cliniche dei pazienti che in parte sono inserite direttamente da loro o dai loro caregiver, e in parte dai loro medici.
Contattato dal Fatto.it, il presidente di Aisla, Massimo Mauro, osserva: “Le persone con Sla chiedono un’assistenza adeguata, specializzata e attenta anche alla qualità della loro vita e vivono con la speranza di una terapia efficace contro la malattia. È urgente potenziare la ricerca perché, per trovare una cura, servono più studi e risorse economiche maggiori”. Aisla sta mettendo in campo tutte le sue energie per dare alla ricerca italiana strumenti nuovi ed essenziali, come il Registro e la Biobanca sulla Sla per la raccolta dei campioni biologici dei pazienti. “È fondamentale che tutti i centri ospedalieri di riferimento aderiscano a questi progetti per contribuire alla condivisione delle informazioni tra i ricercatori. Per dare un’assistenza qualificata – aggiunge – crediamo molto nel lavoro dei Centri Clinici NeMO dove i pazienti colpiti da malattie neuromuscolari trovano una presa in carico specifica. Presto saranno 8 in tutta Italia ma il nostro auspicio è contribuire alla nascita di un NeMo in ogni regione”.
I lunghi mesi di lockdown hanno aumentato le difficoltà di chi già ogni giorno combatte con la malattia. Alcuni pazienti hanno raccontato le proprie esperienze al fattoquotidiano.it con un comunicatore oculare, che permette di ‘scrivere’ con il movimento delle pupille. Il presidente onorario dell’Associazione Conslancio, Andrea Zicchieri e ha vissuto la terribile esperienza della tracheostomia. Prima di rientrare a casa, ad aprile, ha dovuto trascorrere un mese in una casa di cura privata per essere tenuto sotto controllo. Rimanere in ospedale sarebbe stato molto rischioso e l’assistenza domiciliare non era garantita, anche se la sua regione (l’Umbria) non è stata colpita gravemente. “La ricerca dei badanti è stata impossibile, insomma il mio rientro a casa non è stato dei migliori”, dice.
La caregiver Marcella Mura, di Cagliari, fortunatamente lavora ma suo marito malato di Sla si sta progressivamente aggravando: “I servizi domiciliari sono stati tutti interrotti durante il contenimento della pandemia”, spiega . “La situazione è difficile perché siamo alle prese con la richiesta della legge 104 (per l’assistenza ai diversamente abili, ndr) da parecchi mesi”. Marcella, come tutti i caregiver, si deve districare tra i vari uffici per adempiere alle pratiche burocratiche, ma la commissione non si è ancora espressa e i tempi si allungano, visto che tutti gli uffici sono rimasti chiusi causa Covid. “Un disagio non indifferente, se pensiamo che oltre a non aver potuto usufruire dei permessi dal lavoro non possiamo nemmeno fare richiesta dei contributi che legittimamente ci spettano”.
Sempre dalla Sardegna, Ignazio Cogoni racconta con gli occhi: “Ho 55 anni e convivo con la SLA dal 2013. Ho vissuto questo periodo di pandemia con l’angoscia di dover andare incontro a un ricovero senza le cure dei miei familiari ma fortunatamente ciò non è avvenuto e ne sono davvero contento”.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.