“Ci ho provato”. Con queste parole Fernando Ferry, il ministro della Salute dello stato brasiliano di Rio de Janeiro, in Brasile, ha rassegnato le dimissioni. Un mandato lampo: aveva assunto l’incarico appena un mese fa, nel momento più critico per la pandemia. Ferry ha comunque ringraziato di “aver avuto l’opportunità di cercare di risolvere questi gravi problemi di salute”. Il Brasile è il secondo Paese più colpito al mondo (dopo gli Stati Uniti) con oltre un milione di contagi e già 50mila morti. Contagi che non risparmiano nemmeno il mondo del calcio: due squadre di San Paolo, il Corinthians e il Palmeiras, hanno contato 38 positivi in totale dopo la ripresa degli allenamenti. Visto il prolungarsi dell’epidemia, il governo brasiliano ha esteso di altri 15 giorni il divieto di ingresso degli stranieri attraverso i confini terrestri e aerei, misura caldeggiata dall’Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria.
Le dimissioni del ministro della Sanità di Rio – Oltre alla situazione sanitaria particolarmente drammatica, secondo i media locali sulla scelta delle dimissioni di Ferry pesano anche le indagini sui contratti “poco chiari” per la costruzione di ospedali da campo e per l’acquisto di materiale sanitario, in particolare respiratori, su cui aleggia il sospetto di fatture gonfiate. “Volevo solo dire una cosa ancora: mi scuso con la popolazione – ha dichiarato Ferry – Però l’unica cosa che posso dire è che ci ho provato”. Anche nel Governo centrale, la poltrona del ministero della Salute ha perso più di un occupante in pochi mesi: a metà maggio, ventotto giorni dopo essere stato nominato al posto di Luiz Henrique Manetta come ministro della Salute, se n’è andato il suo successore Nelson Teich per “divergenze d’opinione” con il presidente Jair Bolsonaro.
Porti e aeroporti chiusi agli stranieri – Per ora, le frontiere del Brasile rimangono chiuse: il Paese ha poco meno di 17 mila chilometri di confini terrestri con ben nove nazioni. Per altre due settimane, quindi, aeroporti e porti chiusi: potranno entrare solo camion con merci, cittadini brasiliani e cittadini stranieri che hanno la residenza legale in Brasile.
Calcio, 38 contagi dopo la ripresa degli allenamenti – La situazione più difficile è nel popoloso Stato di San Paolo: anche due club di calcio locali oggi hanno reso noto di aver registrato almeno 38 contagi tra i loro giocatori. Nel Corinthians, che vanta il secondo maggior numero di tifosi del Paese sudamericano, 21 giocatori e almeno 13 membri della commissione tecnica risultano positivi. Proprio oggi, la squadra riprenderà gli allenamenti, dai quali saranno assenti otto giocatori, ancora sotto osservazione. Anche il Palmeiras ha nel frattempo riferito che quattro suoi giocatori sono risultati positivi, oltre ad almeno un membro della commissione tecnica. Il governatore di San Paolo, Joao Doria, aveva autorizzato la ripresa degli allenamenti, parallelamente alla rimozione parziale delle misure restrittive in diverse città, pur avvertendo che, in caso di riacutizzazione dei contagi, l’isolamento sociale sarà rafforzato.