Il sindaco di Genova e commissario straordinario avanza l'ipotesi che l'opera resti finita ma inutilizzabile: "Se non arriveranno risposte, ho già detto che siamo pronti a risalire il Tevere in barca". La riapertura alla circolazione è prevista entro fine luglio
Il suo crollo ha aperto la lite sulla revoca della concessione, la consegna del nuovo agita il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione Marco Bucci. Perché ora che il viadotto sul Polcevera è stato ricostruito, qualcuno dovrà prenderlo in carico e occuparsi del collaudo. Ma con la concessione ad Autostrade in bilico, in attesa della decisione del governo sul’allontanamento della società controllata da Atlantia, Bucci avanza l’ipotesi che l’opera resti finita ma inutilizzabile.
“Abbiamo urgenza di sapere a chi dobbiamo consegnare il ponte e chi si dovrà occupare del collaudo finale. È un passaggio obbligato per aprire il ponte, mentre il collaudo statico e tutti gli altri collaudi li faremo noi. Se non arriveranno risposte, ho già detto che siamo pronti a risalire il Tevere in barca”, ha detto durante una visita al cantiere.
Proprio lunedì mattina per la prima volta un’automobile ha attraversato il nuovo ponte Morandi ricostruito in 14 mesi dopo il crollo del 14 agosto 2018 che provocò 43 morti. La prima macchina a transitare aveva a bordo Pietro Salini, ad di Webuild che si è occupata dei lavori di ricostruzione. “Passeggiare qui sopra oggi – ha detto Salini – è un’emozione unica. Racconta tutto lo sforzo e la passione di questi mesi, ma racconta anche che in Italia le grandi opere si possono fare e si possono fare in tempi brevi”.
Secondo il cronoprogramma, il nuovo Morandi dovrebbe essere inaugurato a luglio e aperto alla circolazione prima di agosto. Adesso Bucci avanza l’ipotesi che la battaglia tra governo e Autostrade allunghi i tempi mentre la Liguria continua a fare i conti con problemi legati al traffico a causa dei cantieri aperti lungo le autostrade.
Domenica, nella conferenza di chiusura degli Stati generali, il premier Giuseppe Conte è tornato a ripetere: “Stiamo parlando del caso Autostrade da un po’ troppo tempo. Sul mio tavolo non ho una proposta che considero accettabile. Credo che ci avviamo verso una soluzione obbligata, se arrivasse un’altra proposta la prenderemmo in considerazione”, ha detto. “Atlantia ha richiesto una soluzione chiara – ha aggiunto Conte – e noi come governo abbiamo il dovere di dare nei prossimo giorni una soluzione chiara”.
Negli scorsi giorni, infatti, la holding controllata dalla famiglia Benetton che detiene il 100% di Autostrade aveva scritto una lettera alla Commissione Ue chiedendo un intervento sull’iter di revoca che, ad avviso della società, sta provocando “gravi danni” agli investitori e va controllo le regole del libero mercato.