Sabato 27 giugno Samuele Lastrucci accompagnerà personalmente gli ospiti a scoprire la storia della dinastia che per quattro secoli ha plasmato la città e la Regione. Obbligatoria la prenotazione
Dopo il lockdown, anche il Museo de’ Medici di Palazzo Sforza Almeni di Firenze torna ad accogliere il pubblico. E lo fa con una rievocazione dedicata all’altra grande pandemia, la peste dei Seicento. Sabato 27 giugno il direttore Samuele Lastrucci accompagnerà personalmente gli ospiti per una visita guidata, seguita da una performance teatrale ideata dall’associazione culturale DeLira, che prende spunto da una relazione scritta per il granduca Ferdinando II. Inclusa nel prezzo del biglietto, una piccola coccola per i visitatori: un calice di vino mediceo del Bando 1716.
Per rispettare le regole imposte sul distanziamento fisico è obbligatorio prenotare la visita mandando un’email (museodemedici@gmail.com). Si potrà entrare ad ammirare la raccolta di opere d’arte nella struttura in gruppi di massimo 10 persone. Sul finale, il pubblico potrà sempre assistere alla performance di teatro contemporaneo, ispirata alla “Relazione sul contagio stato in Firenze l’anno 1630 e 1633”, scritta da Federico Rondinelli e dedicata al granduca Ferdinando II de’ Medici nel 1634: a metterla in scena gli attori Laura Pinato, Beatrice Ceccherini e Simone Tangolo che interagiranno con una speciale scenografia olografica proiettata su dei grandi pannelli di plexiglass disposti come una barriera tra pubblico e performer.
Il Museo Mediceo è stato aperto nel 2019, nell’anno che celebrava i 500 anni trascorsi dalla nascita di Cosimo I, ed è frutto di una startup ideata da Samuele Lastrucci, giovane direttore d’orchestra: raccontare la storia della dinastia che ha retto le redini della città e della Toscana per circa quattro secoli coniugando elementi reali e virtuali, grazie alla tecnologia. Il visitatore può tornare ai fasti del Rinascimento attraverso sale tematiche, mostre temporanee, eventi, ammirando da vicino opere d’arte e oggetti provenienti da collezioni private, non musealizzati.