Mi capita spesso di incrociare sulle scale o al pianerottolo la signora Jole. Non più giovanissima, è nota a tutto il condominio per la sua passione per il liscio. Ogni sabato sera lo dedica a una estenuante maratona di ballo. Anche a costo di andare fuori città.
La signora Jole si lamenta spesso della musica che ascolto, e devo riconoscere che non ha torto, visto che spesso si traduce più in suoni fastidiosi che in dolci melodie. L’altro giorno mi ha bonariamente sgridato perché ascoltavo Disappeared, un disco dal suono ricco e dal ritmo incessante pubblicato nel 2000, creato dal duo dance-sperimentale Spring Heel Jack. Invece che chiedere scusa del disturbo ho provato a vestire i panni socratici e vedere se è possibile utilizzare la maieutica per fare ragionare la discepola Jole riguardo la musica meno digeribile che a volte ascolto.
“Signora Jole la sua passione per il liscio sarà grandissima immagino” “Enorme”, mi ha risposto la florida signora. Allora potrà capire cosa provano migliaia di ragazze e ragazzi quando sono investiti da quello spirito incontenibile che li fa danzare. “Ma il liscio non è mica quel tump tump tump ossessivo”. Si signora è vero, ma il valzerino, i trequarti che accompagnano il liscio in modo ininterrotto hanno lo stesso effetto ipnotico di questi ritmi sorretti da frequenze basse e pulsanti.
“Ma mica devo stare in ipnosi io, vado per ballare, per essere contenta”. Sì Jole, lo so, ma non creda che i ritmi, le onde sonore, non abbiano lo stesso effetto sulla corteccia cerebrale, sull’adrenalina e chissà su quanti altre chimiche che il corpo produce quando ci lasciamo andare completamente al ballo. Che sia tump-tump-tump o liscio.
La signora Jole non era molto convinta. E ovviamente la comprendo, è legittimo per chi ha fatto del cantabile vibrato e melodico il proprio unico orizzonte musicale. Ma bisogna pensare che nel mondo dei club, dove è nato il breakbeat e la jungle nasce nei quartieri poveri, la cultura non è detto sia più raffinata che nelle balere e il desiderio di divertirsi muovendosi a un ritmo irregolare e sfrenato (più o meno sballati) è in fondo il medesimo di coloro che non si perdono una serata di liscio.
“Che poi gli Spring Heel Jack siano riusciti a dare spessore al suono attraverso numerosi campionamenti, a suoni concreti e alle collaborazioni con alcuni fra i più importanti jazzisti contemporanei, come il clarinettista John Surman nel disco Disappeared (il clarinetto, sì, quello delle orchestre spettacolo, signora Jole, quello che quando lo suono io però sbatte il manico della scopa contro il muro) li rende fra i creatori di composizioni più interessanti dal Miles Davis di Bitches Brew in avanti.
No signora Jole, lasci stare che non sa chi sia Miles Davis, ma bisogna considerare che questo duo londinese si era formato nei conservatori e suonando con i gruppi rock della zona, immagazzinando un ampio archivio culturale basato su suoni, generi musicali differenti, frammenti da utilizzare nei loop dei loro brani.
Ah, va bene, ha il sugo sul fuoco signora Jole, però aspetti, deve capire che attraverso la curiosità proprio per il suono e il suo trattamento elettronico gli Spring Heel Jack sono riusciti progressivamente a passare dal dancefloor, che è poi la balera dei nostri giorni, fino ai concerti sui palchi delle rassegne jazz rivivificando un genere che ormai aveva raggiunto tali compromessi da non avere più quella energia ed espressività del periodo a cavallo fra anni 60 e 70.
No, i Cugini di Campagna non c’entrano niente, anche se sono degli anni 70. Sto dicendo che gli Spring Heel Jack sono riusciti con Disappeared a rendere disponibili ai musicisti jazz strumenti elettronici e modalità creative che non avevano mai maneggiato in modo così completo ed espressivo prima di allora. Utilizzando ad esempio quella forma collage tipica delle musiche campionate dai dischi da cui cogliere a piene mani esattamente come il produttore Teo Macero su Bitches Brew insieme a Miles Davis (si, ancora lui signora Jole) tagliavano e incollavano per la prima volta nel jazz le lunghe sedute di registrazione per comporre qualcosa di nuovo nel laboratorio del bancone di missaggio.
Quindi può capire come questo disco di passaggio fra club, culture e jazz d’avanguardia sia un capitolo fondamentale della storia della musica pop, signora Jole. Signora Jole? Signora Jole apra la porta. Signora Jole torni fuori, ha dimenticato sul pianerottolo la borsa della spesa…