Il 24 giugno il Biscione, che dal 1986 fa parte del gruppo Fiat (poi Fca), festeggia l'importante anniversario riaprendo i batttenti della storica mostra nella sua sede. Un'esposizione preziosa, dalla prima 24 HP alle moderne Giulia e Stelvio, che attraversa oltre un secolo di vita
Riapre i battenti proprio oggi il Museo Alfa Romeo (inaugurato nel 1976 e ristrutturato e riallestito nel 2015), data che coincide col giorno in cui il Biscione celebra i 110 anni dalla fondazione. In omaggio a questa importante ricorrenza, gli appassionati – che potranno visitare la collezione Alfa tutti i giorni fino a domenica 28 giugno, dalle 10 alle 18 e, dalla settimana successiva, nelle giornate di sabato e domenica – avranno anche l’opportunità di accedere per la prima volta ad aree sinora chiuse al pubblico.
Cioè di visitare “i due piani dell’ex Centro Direzionale di Arese dove è conservata la Collezione, ovvero il backstage del Museo, comprendente altre 150 vetture, decine di motori stradali, aeronautici e marini, centinaia di modellini, trofei, oggetti d’arte, accessori ma anche un motoscafo da gara e molto altro”, si legge in una nota ufficiale: “Tutti questi materiali, normalmente non esposti, costituiscono uno straordinario serbatoio che consente al Museo di organizzare mostre temporanee tematiche, e ad Alfa Romeo di partecipare ad eventi esterni, mostre e manifestazioni varie”. Le visite alla Collezione avverranno su prenotazione, per gruppi al massimo di 10 persone, con visita guidata (per informazioni e prenotazioni: collezione@museoalfaromeo.com).
Sia mercoledì 24 che nel weekend gli alfisti avranno inoltre l’opportunità di partecipare a parate sul tracciato interno (Al fine di evitare assembramenti, è necessario confermare la partecipazione via email all’indirizzo info@museoalfaromeo.com). Inoltre, in questa speciale ricorrenza, è presente ad Arese la nuova Giulia GTA, l’ultimo bolide di Alfa Romeo prodotto in serie limitata. Il Museo, vale la pena ricordarlo, si è attrezzato per accogliere il pubblico nel rispetto dei necessari standard di sicurezza post-Covid: pertanto, è obbligatorio l’uso della mascherina, il mantenimento della distanza interpersonale e il rilevamento della temperatura con termoscanner: in caso di valore superiore alla norma verrà richiesto di riprogrammare la visita.
Si parlava dell’importanza del 24 giugno, pocanzi: è in questa data che, nel 1910, nasce ufficialmente l’A.L.F.A., acronimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, con stabilimento presso il Portello, dove oggi sorge la Nuova Fiera di Milano. Il primo modello del marchio è la 24 HP. Ma all’inizio della prima guerra mondiale (1915) Alfa, che non è abbastanza solida per convertirsi alla produzione bellica, entra in crisi e viene ceduta alla Banca Italiana di Sconto. L’Istituto la affida all’ingegner Nicola Romeo che, il 3 febbraio 1918, ne modifica la denominazione in Alfa Romeo, che nel 1920 lancia la 20-30 HP.
Nel 1921, la Banca di Sconto viene rilevata da quella d’Italia e Alfa Romeo diventa una controllata di Stato. Negli stessi anni arrivano i primi trionfi sportivi per merito della P2 a 8 cilindri del 1924, vincitrice del primo campionato del mondo di automobilismo della storia, datato 1925. Nel 1933 il Governo riprende il controllo di Alfa Romeo e incarica Ugo Gobbato di riorganizzarne le attività. Risalgono alla stessa epoca modelli come 6C 1500, 8C 2300 e 8C 2900, che rendono il marchio famoso nel mondo, sulla scia dei successi ottenuti da Tazio Nuvolari a bordo della 8C 2300 “Monza”, che vince numerosi gran premi in tutta Europa.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’attività automobilistica dell’azienda è coordinata da Orazio Satta Puliga, sotto la cui guida vengono introdotte la nuova 1900, nel 1950, e la catena di montaggio al Portello, datata 1952. Ciò trasforma Alfa Romeo da realtà artigianale di nicchia a costruttore di massa. Nel 1950 Nino Farina conquista il primo Campionato del Mondo di Formula 1 a bordo di un’Alfa, successo bissato l’anno successivo con Juan Manuel Fangio, a bordo della 159 Alfetta.
Nella seconda metà degli anni 50, poi, esordisce la Giulietta, ribattezzata come la “fidanzata d’Italia”, sostituita nel 1962 dalla Giulia, declinata in molte varianti, inclusa la sportiva GT. Nel 1966 è la volta della Spider, quel “Duetto” che far conoscere il marchio negli Stati Uniti. Nel 1967 tocca a una delle vetture sportive più belle di sempre, la mitica 33 Stradale. Nello stesso periodo viene inaugurato il Centro Sperimentale, la pista di collaudo a Balocco.
Nel 1986 lo Stato vende Alfa Romeo alla Fiat: ne scaturisce la 164, ammiraglia sviluppata sulla stessa base tecnica della Lancia Thema, ma anche due serie limitate dall’innato fascino: il coupé SZ e la relativa versione cabrio, la RZ. Nel 1997 nasce la berlina 156, che vince il premio di Auto dell’anno nel 1998; riconoscimento conferito anche alla compatta 147, nel 2001.
Altro capolavoro di Alfa Romeo è la 8C Competizione, granturismo presentata nel 2007, prodotta in serie limitata a 500 esemplari e proposta pure in edizione Spider, nel 2008. Gli ultimi modelli recenti risalgono al 2008, anno di esordio della piccola MiTo, e al 2010, con la compatta Giulietta. Nel 2013, invece, viene svelata la sofisticata e leggerissima 4C, sportiva a motore centrale con telaio di fibra di carbonio. Oggi la gamma risulta composta dalla sedan Giulia e dal Suv Stelvio, vetture costruire sulla medesima piattaforma a trazione posteriore/integrale e presentate nel 2016.