Tutto il mondo, da mesi, è in allarme per la pandemia, tra chiusure di tutte le attività e quarantene. Ma c’è un’area dove le informazioni su Covid-19 non sono arrivate e dove la popolazione ignora l’esistenza del coronavirus. Si tratta di una porzione del Myanmar, lo Stato di Rakhine, dove vivono più di 800mila persone e dove è in corso un conflitto armato tra l’esercito nazionale (Tatmadaw) e quello di Arakan, che chiede più autonomia per i buddisti, maggioranza nell’area. Lo racconta la Cnn: lì, da un anno, riferiscono gli attivisti di Human Rights Watch e Amnesty International, lo Stato guidato da Aung San Suu Kyi ha deciso di tagliare Internet, isolando la popolazione anche dalle informazioni di salute pubblica. Su nove comuni, soltanto uno ha ripristinato la rete a maggio, mentre tutti gli altri restano “offline”. Due le infezioni registrate a Maungdaw e Buthidaung, a nord del Rakhine, dove sono più di 100mila i rohingya – minoranza musulmana perseguitata – che vivono in campi affollati.
“Quando chiedo alle persone nel mio collegio elettorale se sanno che cosa sia Covid-19, devo spiegare loro la pandemia globale sin dall’inizio”, ha dichiarato alla Cnn Htoot May, parlamentare della Arakan National League for Democracy. “Devo spiegare loro cos’è il distanziamento sociale e come praticare una corretta igiene delle mani”, ha aggiunto, precisando che le limitazioni di viaggio introdotte con la pandemia non gli permettono di avvertire buona fetta della popolazione. Chi abita nel Rakhine, dice, “non ha paura di Covid-19 perché non lo conoscono, e in questa fase sono molto più preoccupati per i combattimenti“.
Un conflitto quello tra l’esercito nazionale e gli insorti divampato alla fine del 2018 e intensificato all’inizio di quest’anno, nonostante la crisi Covid-19. Violenze di cui è la popolazione civile a sopportare il peso maggiore, in parte a causa dei ripetuti scontri con armi pesanti nelle aree popolate. I bambini in particolare, ha denunciato Save the Children, sono vittime di estorsioni, uccisioni e mutilazioni: tra gennaio e marzo di quest’anno solo nella zona centrale del Rakhine 18 bambini sono stati uccisi e 71 sono rimasti feriti o mutilati, rispetto ai tre bambini uccisi e ai dodici feriti tra ottobre e dicembre del 2019. Numeri che fotografano un drammatico aumento delle violenze in appena tre mesi. L’area rimane in gran parte chiusa agli osservatori indipendenti mentre imperversa il conflitto e anche la crisi sanitaria avanza. Ufficialmente, in Myanmar solo due persone sono morte da Covid-19, mentre i contagi sono 292.
(immagine di combattimenti nel Rakhine a maggio)