Arriva il via libera del ministero dell’Economia alla garanzia statale sottoscritta da Sace sul discusso prestito da 6,3 miliardi di Intesa Sanpaolo a Fca. “Un’operazione di sistema con la quale si punta a preservare e rafforzare la filiera automotive italiana e a rilanciare gli investimenti, l’innovazione e l’occupazione in un settore strategico per il futuro economico e industriale del Paese”, ha commentato il ministro Roberto Gualtieri, specificando che “il governo verificherà l’attuazione degli impegni assunti da Fca Italy in questa direzione”. Pietro Gorlier, responsabile delle attività europee di Fca: “Un esempio dell’Italia che si unisce per salvaguardare un vitale ecosistema industriale”.
Il via libera del ministero arriva poche ore dopo quella della Corte dei conti: Come previsto dalla normativa, il prestito è stato registrato dal controllo preventivo dei magistrati contabili, ai quali spetta la supervisione del relativo decreto del ministero dell’Economia. La garanzia, concessa nell’ambito dell’operatività di Garanzia Italia (lo strumento messo in campo da Sace per sostenere le imprese italiane colpite dall’emergenza Covid-19), è a copertura dell’80% dell’importo del prestito richiesto da Fiat Chrysler. La concessione della garanzia, si legge in una nota del Mef, rientra nell’ambito della procedura specifica prevista dal Dl Liquidità, relativa ai finanziamenti in favore di imprese di grandi dimensioni, con oltre 5mila dipendenti in Italia o con un valore del fatturato superiore agli 1,5 miliardi di euro.
Il prestito, gestito da Intesa San Paolo, è di 6,3 miliardi, ovvero il 25% del fatturato realizzato in Italia da Fiat Chrysler. La richiesta di Fca è finita al centro del dibattito politico perché il gruppo che fa capo agli Agnelli-Elkann chiede sostegno all’Italia pur avendo sede legale in Olanda e fiscale a Londra. La famiglia Agnelli potrà cominciare a beneficiare della linea di credito, mentre Cnh Industrial, azienda che ha come principale azionista proprio il gruppo Exor, comunica al ministero dello Sviluppo Economico che a causa del crollo degli ordinativi innescato dal Covid-19 sono a rischio i poli di Brescia e Lecce: due impianti che contano circa 2.700 operai.
“Tutte le erogazioni derivanti dalla linea di credito saranno gestite attraverso conti correnti dedicati, accesi con Intesa Sanpaolo allo scopo di garantire supporto operativo per i pagamenti alle attività di Fca in Italia e ai fornitori italiani di Fca, sostenendo pertanto la ripartenza delle produzioni in Italia e la prosecuzione dei principali progetti di investimento negli impianti italiani del Gruppo e presso i propri fornitori”, scrive in una nota Fiat Chrysler. Il gruppo sottolinea anche che utilizzerà la linea di credito per “un ampio piano di investimenti per l’Italia, gran parte del quale già avviato”. Nello stabilimento di Termoli (Campobasso) sarà sviluppato un nuovo motore ibrido per le jeep renegade e Compass e per le Fiat 500 X prodotte a Melfi.
“Di fronte a una crisi senza precedenti, questo è un esempio dell’Italia che si unisce per salvaguardare un vitale ecosistema industriale. Il governo, la più grande banca del paese e Fiat Chrysler Automobiles si sono messe al lavoro per assicurare con la loro forza congiunta che l’intero sistema automobilistico italiano possa continuare a giocare il proprio ruolo nella ripartenza dell’economia italiana”, afferma Pietro Gorlier, responsabile delle attività europee di Fca. “Il 100% delle risorse che fanno parte di questo accordo sarà indirizzato al nostro business in Italia, quindi alle migliaia di imprese e alle centinaia di migliaia di lavoratori il cui futuro dipende dal rilancio del nostro intero settore, nel momento in cui noi proseguiamo nella trasformazione e nell’evoluzione verso un domani guidato dai motori elettrici e ibridi”, aggiunge Gorlier.
In cambio del prestito garantito, lo Stato ha chiesto a Fca di rispettare alcuni impegni. Tra questi, come già annunciato, ci sono 5 miliardi di investimenti in Italia. Gli stessi già promessi dall’ad Mike Manley nel 2018 e poi confermati nel 2019. I soldi del prestito verranno usati per 800 milioni per pagare il personale degli stabilimenti italiani e per 4,5 miliardi come circolante per far fronte tra il resto al pagamento della filiera. Che però non sarà limitata ai fornitori italiani: circa il 15% dei fornitori sono stranieri e a loro andranno fino a 1,2 miliardi.