Enzo Ghinazzi si racconta al quotidiano Libero. Riemerge così l'episodio favorevole del fato che salvò dalla morte l’autore di Gelato al cioccolato
Pupo suicida e il camion che gli salvò la vita. Enzo Ghinazzi si racconta al quotidiano Libero. Riemerge così l’episodio favorevole del fato che salvò dalla morte l’autore di Gelato al cioccolato. Lo scenario è sempre la fine degli anni ’80 quando Pupo cominciò a vedere scendere le azioni della sua carriera discografica. Pieno di debiti, con ogni oggetto di casa pignorato, Ghinazzi medita il suicidio. È lui stesso a ricordare quando la banca chiedeva il rientro di 50 milioni di lire che non aveva. Ecco allora il (solito) casinò dove Enzo perde altri 40 milioni. “Su di noi ci avresti scommesso tu”? Evidentemente no. La ruota gira. Rien ne va plus. Esce il nero quando tutto è puntato sul rosso.
“Un giorno tornando verso casa mi fermai sul cavalcavia tra la Toscana e l’Emilia e andai verso il bordo del viadotto”, spiega Pupo a Libero. “Improvvisamente passò un camion che letteralmente mi spostò con l’aria fatta con la sua velocità risvegliandomi dal torpore. Mi salvò la vita. Da quel momento ho recuperato tutto”. Nell’intervista si torna a parlare di uno dei più chiacchierati menage a trois italiani: Pupo, la moglie e l’amante. Il cantautore è infatti sposato dal 28 luglio del 1974 con Anna e fidanzato dal 18 settembre del 1989 con Patricia. “Sono solito dire che siamo tre gambe di uno stesso tavolo. Siamo una famiglia allargata ed il Natale, quando il lavoro lo permette, lo passiamo tutti insieme. Anna e Patricia sono diventate amiche”.