L'ex deputato critica chi in queste ore si sta filmando mentre pianta semi di canapa in segno di protesta. Tra questi anche parlamentari M5s come il deputato Aldo Penna. Al comizio davanti a Montecitorio invece, tra gli altri, ha partecipato il primo firmatario 5 stelle di una proposta di legge per la liberalizzazione Matteo Mantero. Scrive Di Battista: "E' una battaglia sociale e va fatta in modo laico e razionale". E ancora: "La regolamentazione produrrebbe un aumento del Pil tra 1,20% e il 2,34%"
“Volete la regolamentazione della produzione e della vendita della cannabis? Allora evitate di farvi i selfie con una canna in mano“. Nel giorno del sit-in dei 15 parlamentari di maggioranza (tra cui anche parlamentari M5s), Alessandro Di Battista è intervenuto su Facebook per criticare chi, in segno di protesta, si sta filmando mentre pianta semi di canapa. Tra questi anche il deputato 5 stelle Aldo Penna, mentre il primo firmatario grillini di una proposta di legge per la liberalizzazione Matteo Mantero ha partecipato insieme agli altri colleghi al comizio davanti a Montecitorio. “Si tratta di gesti infantili ed altamente controproducenti”, è stato il commento dell’ex deputato. “Ricordano coloro che pretendono di ottenere un miglioramento dei diritti civili per gli omosessuali esibendosi in volgari forme di trasgressione durante i gay pride”.
Secondo Di Battista, si tratta di una protesta controproducente: “Ogni forma di comunicazione individualistica ed autoreferenziale allontana il raggiungimento del risultato”, si legge ancora nel post. “Ancor di più se riguarda battaglie che dovrebbero essere sociali e quindi collettive. La fine del proibizionismo della cannabis è una battaglia sociale, oggi ancor di più, e va fatta in modo laico e razionale”. Di Battista, spiega ancora, non è contro le legalizzazione: “In Italia”, continua, “ci sono oltre 6 milioni di consumatori di cannabis. Rimediare qualche grammo di hashish, piaccia o non piaccia, è facile come comprare un pacchetto di sigarette. L’unica differenza è che i guadagni miliardari di questo commercio non hanno fatto altro che rafforzare organizzazioni mafiose e criminali“. Inoltre “la regolamentazione del mercato della cannabis produrrebbe un aumento del Pil tra 1,20% e il 2,34% e dato che (ahimè) sono ancora i parametri europei (su tutti il rapporto debito/Pil) a dettar legge, io questo dato lo terrei in considerazione”. Di Battista poi fa un parallelismo con la fine del proibizionismo negli Stati Uniti: “Le perplessità che avevano a quel tempo sulla legalizzazione della produzione e vendita di bevande alcoliche erano le stesse che si hanno oggi in Italia rispetto alla cannabis. Eppure la fine del proibizionismo in Usa distrusse il mercato nero e stimolò la creazione di posti di lavoro”.