Nessuna irritazione nei confronti del presidente dell’Inps per i ritardi nel versamento della cassa integrazione, assicurano da Palazzo Chigi smentendo le ricostruzioni sull‘incontro di mercoledì tra il premier Giuseppe Conte e Pasquale Tridico. Ma intanto intorno al nodo degli ammortizzatori e delle risorse necessarie per finanziarli si è aperto un altro caso. Innescato da una proposta fatta dal premier stesso durante il faccia a faccia con Tridico. L’idea è quella di disincentivare le aziende all’utilizzo della cig alleggerendo gli oneri fiscali che gravano sul costo del lavoro: questo dovrebbe consentire ai lavoratori di restare in attività usufruendo della retribuzione piena.
Insomma: “Spostare i soldi della cassa integrazione sulla decontribuzione” come chiede da giorni il leader di Italia viva Matteo Renzi, chiosando: “Non ti pago per stare a casa ma per andare a lavorare”. E come anche Fratelli d’Italia rivendica di aver proposto ai tavoli di lavoro che precedettero l’esame del Cura Italia e poi con emendamenti al Cura Italia e al dl Rilancio. Conte ha chiesto a Tridico di formulare un parere su questa ipotesi, su cui starebbe già lavorando con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo nell’ambito della già annunciata riforma degli ammortizzatori necessaria per rimediare ai guasti di un sistema “troppo articolato e farraginoso“.
Ma i sindacati non ci stanno. “Il rischio è che si prendano gli sgravi contributivi e ci licenzino i lavoratori”, attacca Rocco Palombella, segretario generale Uilm. “Bene, se hanno queste idee ‘innovative‘ è bene che le presentino al sindacato”. Durissimo Marco Bentivogli, segretario generale Fim-Cisl dimissionario: “In queste ultime ore qualcuno sta dicendo barattiamo: togliamo la cassa integrazione e diamo degli sgravi alle imprese. Io voglio capire di cosa si occupano le persone ad alti livelli istituzionali che propongono queste boiate“. Mentre il segretario generale Uil uscente Carmelo Barbagallo chiede che “oltre alla defiscalizzazione siano obbligati a non licenziare, se no ci prendiamo in giro”.
Intanto da Palazzo Chigi è arrivata la smentita di qualsiasi “insoddisfazione” di Conte per l’operato dell’Inps. “In merito alle ricostruzioni riportate oggi su diversi quotidiani si ribadisce la piena fiducia nel Presidente Tridico e il riconoscimento del grande sforzo fatto da tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto di Previdenza nel periodo dell’emergenza”, fanno sapere fonti della presidenza del Consiglio. “Permane la piena consapevolezza che il meccanismo della cassa integrazione che abbiamo ereditato è troppo articolato e farraginoso. Si è convenuto sulla necessità di riformare la disciplina della cassa integrazione in modo da garantire una gestione più efficiente con tempi di erogazione ben più rapidi. La Ministra Catalfo sta già lavorando a questa riforma e in ogni caso nel dl Rilancio sono state apportate modifiche mirate a velocizzare soprattutto la Cig”.
Sullo sfondo restano però i ritardi patiti dai lavoratori che ancora attendono gli ammortizzatori. E l’esposto alla Corte dei Conti del magistrato contabile delegato al controllo dell’Inps, Antonio Buccarelli, che secondo Repubblica mette in dubbio la legittimità degli atti approvati dal marzo 2019 in quanto Alessandro Morrone, nominato numero due dell’Inps in quota Lega in attesa dell’insediamento del cda, non avrebbe mai esercitato la funzione assegnata con conseguente “danno erariale per il pagamento dell’indennità senza controprestazione” e “conseguenze per la validità giuridica degli atti gestori”.