L’Unità di Crisi della Regione ha effettuato uno screening a tappeto tra gli abitanti degli ex palazzi Cirio: su 727 tamponi effettuati, i positivi sono 43. Ma i mediatori culturali avvertono: "Non tutti si sono sottoposti al test". Molti hanno fatto perdere le proprie tracce scappando di notte: i residenti del comune casertano ora controllano i varchi. Nella guerriglia un agente è rimasto ferito in modo lieve
Lanci di sedie dai balconi, finestrini delle auto sfondati a sassate con le targhe mostrate a mo’ di trofeo. Capannelli di persone che tentano di sfondare il cordone sanitario da entrambe le parti, tra urla e spintoni. Cresce la tensione sotto i palazzi Ex Cirio di Mondragone, zona rossa per la scoperta di un focolaio Covid dove sono stati individuati 43 positivi. Questa mattina un gruppo di bulgari residenti nel quartiere popolare del casertano è uscito in strada per protestare, violando di fatto l’obbligo di quarantena. Le forze dell’ordine sono riuscite a riportare dentro le persone, ma il sindaco Virgilio Pacifico denuncia “un inaccettabile atto di insubordinazione” e almeno 200 residenti del comune casertano si sono radunati di fronte al complesso di case popolari, bloccando la rotonda d’accesso sulla strada Domiziana. “Non si devono più sentire padroni della città“, gridano, accusando la polizia di aver avuto un atteggiamento troppo “tollerante”. Le strade, da questa mattina, sono pattugliate dall’esercito, ma non è bastato per fermare la guerriglia: un agente è rimasto leggermente ferito dal lancio di pietre e oggetti. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha inviato un contingente di 50 militari.
Il focolaio: 727 tamponi, 43 positivi – Nella zona, alla periferia di Mondragone, vive una nutrita comunità bulgara, che – come ha spiegato il sindaco Virgilio Pacifico – dallo scorso 9 giugno era stata sottoposta a test sierologici “nell’ambito del progetto Demetra della Asl” e “tutti i test praticati erano risultati negativi“. Ma con la fine del lockdown e con l’arrivo della stagione del raccolto “molta manovalanza bulgara è arrivata a Mondragone, con il coincidere di un’impennata del virus anche in Bulgaria. Abbiamo segnalato questa cosa alle autorità”. Il 22 giugno, dopo la scoperta dei primi casi, è stato disposto l’isolamento domiciliare per i 700 abitanti dei palazzi cosiddetti Ex Cirio. Fino al 30 giugno, quindi, impossibile entrare o uscire dalla zona: ma molti hanno violato il divieto scappando nottetempo. L’Unità di Crisi della Regione Campania, dopo uno screening a tappeto nella zona rossa, in serata ha comunicato i risultati: dei 727 tamponi esaminati dal 20 giugno a oggi, quelli risultati positivi sono 43. “Non tutti coloro che risiedono qui sono venuti – spiega un mediatore culturale bulgaro chiamato in supporto – anche perché l’esame è stato fatto su base volontaria. Ho telefonato a molte persone per convincerle a farsi il test ma mi hanno attaccato il telefono in faccia”. Il problema è che decine – se non centinaia – non sono censite perché non hanno alcun contratto di affitto, ma vengono “ospitate” in nero da connazionali. Molti hanno fatto perdere le tracce anche per timore di perdere il lavoro: la maggior parte della comunità bulgara che vive nei palazzi ex Cirio lavora in campagna, spesso sfruttata dai caporali, alcuni dei quali vivono negli stessi stabili.
Le tensioni tra italiani e bulgari – Le proteste hanno accesso le tensioni la comunità bulgara e i residenti italiani. Un bulgaro ha lanciato una sedia dal proprio balcone, contro i gruppi di italiani, che, a loro volta, hanno risposto lanciando pietre e sfondando i finestrini delle auto dei bulgari parcheggiate. Poi hanno mostrato le targhe delle vetture a mo’ di trofeo. Alcune decine di cittadini hanno bloccato la Domiziana, la strada statale di Mondragone, con le transenne da cantiere, e presidiando uno dei varchi di accesso agli ex Palazzi Cirio. Alcuni italiani hanno tentato di ‘sfondare’ il cordone sanitario, ma sono stati fermati dai militari: secondo loro, la polizia è stata “troppo permissiva” con i bulgari che hanno violato la quarantena: “Non potete far fare loro tutto quello che vogliono”. Un medico dell’Asl, tra quelli più in prima linea in questi giorni, ha urlato contro i manifestanti: “Voi state tutti qui e vi tenete il contagio, fateci lavorare“. Da giorni gli abitanti di Mondragone denunciano la “superficialità” con cui è stata realizzata la zona rossa: “Una ragazza positiva lavora al negozio di alimentari qua fuori – dice un residente – che sta puntualmente aperto. Questo è il modo di evitare la diffusione del contagio”. In soccorso alle forze dell’ordine è stato inviato dal Viminale un contingente di 50 militari e sono stati messi a disposizione della questura di Caserta 40 poliziotti, ai quali se ne aggiungeranno altri 30 venerdì.
De Luca: “Il ministro Lamorgese invierà l’esercito” – Il presidente della Regione Vincenzo De Luca questa mattina ha avuto un colloquio con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, durante il quale si è stabilito di mandare un contingente dell’esercito nel comune del Casertano. “Oggi sono stato a Mondragone – annuncia il governatore in serata dove ho incontrato i responsabili dell’ordine pubblico per fare il punto”. Nel vertice è stata affrontata sia la questione sanitaria sia quella dell’ordine pubblico. “Con Asl e Istituto Zooprofilattico abbiamo stabilito che già da domani mattina ci saranno i camper che consentiranno ai cittadini di Mondragone di sottoporsi a tampone su base volontaria. I dati raccolti dallo screening saranno utili per ogni eventuale ulteriore decisione dell’Unità di Crisi della Regione”. Infine ha ribadito l’obbligo di quarantena per tutti quanti vivono nei palazzi ex Cirio: “Per questo è indispensabile che venga rigorosamente rispettata l’ordinanza, con il contributo determinante delle forze dell’ordine cui si aggiungeranno anche i militari”. Anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris è intervenuto sulla vicenda: “Non è accettabile che non ci sia il rispetto della zona rossa, perché noi in Campania siamo stati bravissimi e non possiamo tollerare che per colpa di qualcuno si metta in discussione la tutela della salute di tutti”. Poi, riferendosi agli scontri, ha aggiunto: “Non può diventare una questione di razzismo perché sarebbe un’ulteriore mortificazione in un momento così difficile”.