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Elezioni, il governo “impone” la legge sulla doppia preferenza di genere alle sei Regioni inadempienti. Anche Puglia e Liguria

La decisione del Cdm. Le altre regioni che ancora non hanno adeguato le loro leggi regionali alla norma nazionale sono Piemonte, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano. Orlando (Pd): "Rammarico per i consigli che in 5 anni non sono stati in grado di provvedere". Dopo il Cdm Conte incontra capidelegazione

Alle prossime elezioni regionali in Puglia e in Liguria nelle prossime elezioni regionali si voterà con la doppia preferenza di genere. A prevedere la norma sulla doppia scelta è la legge numero 20 del 2016, ma le Regioni di Michele Emiliano e Giovanni Toti non si erano ancora adeguate. È toccato dunque al governo imporre il meccanismo che garantisce l’equilibrio di genere nei consigli regionali. A deciderlo è stato l’ultimo Consiglio dei ministri. Oltre a Puglia e Liguria, chiamate al voto a settembre, le regioni che ancora non hanno adeguato le loro leggi regionali alla norma nazionale sono Piemonte, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano.

“Oggi il cdm ha ‘imposto’ la doppia preferenza alle regioni che non avevano provveduto. Va reso merito al governo, rammarico per i consigli che in 5 anni non sono stati in grado di provvedere”, esulta su twitter il vicesegretario del Pd Andrea Orlando. Nelle scorse settimane in questa direzione si era mossa in particolare la ministra Teresa Bellanova con una lettera inviata al presidente Giuseppe Conte, accogliendo l’appello di Noi rete donne e di un nutrito gruppo di costituzionaliste.

Dopo il Consiglio dei ministri il premier Giuseppe Conte ha incontrato a Palazzo Chigi i capi delegazione della maggioranza. Diversi i nodi che potrebbero approdare sul tavolo del governo: dal dossier Autostrade al decreto semplificazione, dalla riforma del fisco alla nuova “manovrina” che, nei prossimi giorni, comporterà un ulteriore scostamento di bilancio. Alla riunione sono presenti anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e alcuni responsabili economici dei partiti, tra i quali Luigi Marattin di Italia viva e il viceministro all’Economia Laura Castelli del M5S.