Lunedì scorso è stata aggiornata la classifica mondiale TOP500 dei supercomputer rivelando una sorpresa: i giapponesi del Centro di Scienze Computazionali Riken (R-CCS) di Kobe, in collaborazione con Fujitsu, sono riusciti a guadagnarsi il primo posto al mondo con Fugaku, un super computer la cui peculiarità è quella di essere basato su processori con architettura ARM, la stessa (con le dovute proporzioni ovviamente), scelta da Apple per i suoi computer del prossimo futuro.

I processori impiegati dal nuovo supercomputer sono realizzati da Fujitsu e sono un vero e proprio concentrato di tecnologia. Si tratta di una soluzione di tipo SoC (System-on-a-Chip), che integra cioè in un unico blocco non soltanto le unità di calcolo che costituiscono il processore vero e proprio ma anche un certo quantitativo di memoria (32 GB precisamente) con cui scambiare i dati ad altissima velocità (560 Gbps in questo caso).

Le prestazioni sono di assoluto primato. Parliamo infatti di un mostro da ben 158.976 chip in grado di raggiungere una potenza di calcolo di 415,5 PetaFLOP, quasi tre volte la potenza di calcolo dell’ex detentore del podio, il super computer statunitense Summit dell’Oak Ridge National Lab sviluppato da IBM.

Per realizzare un supercomputer di questa portata è stato necessario uno sforzo, economico e progettuale, enorme: i giapponesi infatti ci hanno lavorato negli ultimi sei anni, investendo oltre un miliardo di dollari. La buona notizia è che il nuovo super computer è già operativo ed è impiegato anche per la ricerca sul COVID-19, come del resto sta accadendo a diversi impianti simili in molte parti del mondo.

In questo settore però i primati sono fatti per essere battuti e il primato di Fugaku potrebbe dunque durare molto poco. Entro il prossimo anno infatti dovrebbe esordire un nuovo super computer, commissionato sempre dal Department of Energy dell’Oak Ridge National Lab e sviluppato da Cray Computing, leader nella realizzazione di server, e AMD. Secondo le ultime indiscrezioni la macchina dovrebbe essere in grado di esprimere una capacità di calcolo di ben 1,5 exaFLOP, circa tre volte superiore a quella di Fugaku.

In ogni caso nessun singolo super computer può ancora competere con la capacità di calcolo ottenibile dal progetto di calcolo distribuito folding@home, che combina assieme quella di tantissimi computer in giro per il mondo. Il successo riscosso negli scorsi mesi dal progetto, che ha sfruttato al capacità di calcolo per la ricerca sul COVID-19, ha infatti raggiunto quota 2,4 exaFLOP, un numero che indica la capacità di svolgere circa 2400 milioni di miliardi di calcoli al secondo.

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