1 /5 Audi A3 Sportback
I tre cilindri del piccolo mille cc a benzina la spingono fino a 204 all’ora – andate in Germania, mi raccomando, se volete verificarlo dal vivo in autostrada! – i quattro cilindri del 1500 (anche ibrido) fino ai 224 orari. Stessa velocità di punta per il turbodiesel di 2 litri da 150 cavalli, mentre nella declinazione da 116 cavalli le colonne d’Ercole si collocano a 206 all’ora. Così marciano i motori disponibili durante il periodo di lancio, cioè adesso, della nuova Audi A3 Sportback, il modello commercialmente più importante per la casa di Ingolstadt.
“Non è un lancio normale, perché non è normale la situazione degli ultimi mesi. Ma non credo che siano cambiati i valori, come ha detto qualcuno durante il lockdown. Chi ce li aveva prima, i valori, ce li ha anche adesso. Ora si tratta di trasferirli sul mercato”. Parole di Fabrizio Longo, il numero uno di Audi in Italia, alla presentazione della nuova vettura nel grande salone del Megawatt di Milano, a due passi dal Naviglio Grande. La conferenza stampa ha luogo in modalità drive-in. Ogni giornalista è al volante della vettura che poi potrà provare, e prende appunti sul volante. Così vanno le cose, ai tempi del Coronavirus. Appena mi allontano dal quartiere della Barona e imbocco la A7 direzione Genova, smanetto sui comandi dell’infotainment: rapidamente sintonizzo la Dab-radio su Virgin Radio, giro la rotellina touch del volume e becco subito il brano giusto. I Foo Fighters inondano l’abitacolo con: “It’s times like these you learn to live again”. È in tempi come questi che impari a vivere di nuovo. Perle di saggezza rock.
La nuova Audi A3 è un concentrato di tecnologia e sfizio, proprio come ti aspetti dalla discendente della vettura che, quasi un quarto di secolo fa, trasferì il concetto di premium nel segmento C. Anche se allora vestendo le sbarazzine tre porte mentre ora si fa preferire nella mise Sportback, con le cinque porte, e la tre porte, ahinoi, è già sparita con la generazione tre. Poco spazio in Italia – Audi prevede che se la comprerà il 5% degli acquirenti – per la sedan, che da noi, chissà perché, sa di vecchio.
Pur senza gli equipaggiamenti monstre d’un tempo – come l’indimenticabile cinque cilindri turbo da 340 cavalli della RS – la A3 al debutto è la più sportiva di sempre. A cominciare dall’aspetto (il coefficiente di penetrazione aerodinamica è sceso da 0,3 a 0,28), che il designer della casa tedesca, Marc Lichte, ha voluto fortemente curvoso, soprattutto grazie alle fiancate concave, si potrebbe dire “sciancrate”, che arrivate all’altezza dei passaruota posteriori le regalano un effetto veramente muscoloso.
A proposito della nuova filosofia “curvy” adottata da Lichte, che da un paio d’anni ha dichiarato guerra alla sindrome della Matrioska (che significa molta somiglianza estetica tra i diversi modelli Audi), sarebbe divertente scoprire, magari davanti al caminetto e sorseggiando un Calvados di qualità, come la giudica esteticamente lo storico affrescatore d’auto lombardo Walter de Silva, prodigioso sostenitore dei tagli netti e che, quand’era il capo supremo dello stile Audi, parlando di un’auto della concorrenza, motteggiò: “Con tutte quelle linee, di macchine ce ne potrei fare quattro”. Sommando battuta a battuta, è come se, oltre ad aver fatto parecchia palestra (è più larga di 3 cm), la compatta di Ingolstadt avesse sostituito una camicia dal taglio classico con una slim fit da portare sopra i jeans skinny.
Per il primo assaggio della new A3 è stato messo a disposizione il top di gamma attualmente acquistabile, l’allestimento S line abbinato al turbodiesel 2.0 da 150 cavalli con il cambio automatico S tronic (motorizzazione che parte da 35.200 euro di listino). Seduta leggermente più bassa, cockpit in stile aerospaziale con qualche lamborghiniana citazione (come i bocchettoni dell’aerazione “sospesi” utilizzati sulla Urus), geniale microlevetta per il cambio automatico e rotellina touch per mandare a palla i Foo Fighters, il turbodieselone è morbido nella guida rilassata e fa subito la voce grossa affondando il pedale. Infarcita di soluzioni pro-sicurezza e assistenza alla guida, la A3 è come se avesse a bordo un angelo custode digitale, che ti fa stare al centro della carreggiata, ti rimette in riga se la oltrepassi senza mettere la freccia, rallenta se ti avvicini troppo alla vettura davanti, disegna schemi leonardianamente esplicativi sul display quando parcheggi per evitare la minima sfrisatura.
L’avventura inizia con cinque differenti propulsioni, tra cui sgomita anche il tenero turbo tre cilindri di 999 cc da 110 cavalli, economicamente il più abbordabile, con il suo prezzo ufficiale di 27.950 euro. Ma non sarà il preferito dalla clientela tricolore. Dicono infatti i boss del marketing Audi che, quando entro fine 2020 la gamma motori (dodici giocatori titolari, alla stregua del Real Madrid dei Galacticos del Florentino Perez di inizio secolo) sarà al completo e sulle fasce potrà schierare pure l’instancabile metano e l’ibrido plug-in da attaccare alla spina, il più gettonato sarà il diesel di 2 litri da 150 cavalli con l’automatico S tronic a sette rapporti. Gli utenti Audi, del resto, non ci tengono mai a fare quelli con il braccino, se è vero che ben più del 60 per cento dei clienti privati sborsa volentieri quattrini aggiuntivi per arricchire il pacchetto di dotazioni, sia quelle legate alla sicurezza e alla connessione/digitalizzazione/musica, che quelle con finalità più performanti, come gli ammortizzatori adattativi che ribassano ulteriormente la vettura di 10 millimetri, o i cerchi più grandi (qui si parte da 16” per arrivare a 19”).
Spendono volentieri insomma, i privati che comprano l’A3 ma, in larga maggioranza, con il paracadute. Circa due terzi di chi ha acquistato una A3 l’anno scorso, infatti, lo ha fatto attraverso la formula Audi Value, strutturata su rate mensili da 199 euro e la certezza di una valutazione garantita della macchina nel caso la si voglia mollare a fine periodo (due o tre anni). E’ probabile che Audi Value sarà molto usato anche con la nuova A3, pur dovendo fare i conti con un “competitor” domestico come l’Audi Value Noleggio, la soluzione di noleggio a lungo termine con canone mensile da 299 euro. Sia la formula Value che la formula Noleggio prevedono una sostanziosa rata iniziale, variabile a seconda della versione (dai 7 mila euro in su, più o meno). Sostanziosa ma sufficientemente abbordabile – sperano quelli dell’Audi – per fare entrare anche i meno spendaccioni nel mondo premium. E fargli scoprire che, forse, è meglio godersi un’auto “fighetta” per tre anni senza possederla davvero e senza impiccarsi in un faticoso finanziamento. In realtà, sembra che a sfruttare la formula Audi Value sia stata soprattutto la clientela abbiente, che – come tutti, del resto – non muore dalla voglia di sganciare 35-45 mila euro per un’auto e sapere che, appena varcato il cancello della concessionaria, ha già perso il 30% del valore.