Nella settimana in cui tre regioni hanno un indice Rt superiore a 1 - Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna - l'Istituto superiore di Sanità invita nuovamente a non considerare cessato l'allarme per il coronavirus: "Bassa criticità, ma bisogna mantenere comportamenti adeguati"
“La presenza di focolai, anche di una certa rilevanza, mostra come il virus continui ad essere in grado, nelle attuali condizioni, di trasmettersi in modo efficace”. Quindi, nonostante una situazione che resta di “bassa criticità”, l’epidemia “non è affatto conclusa”. E questo “deve invitare alla cautela”. Nella settimana in cui tre regioni hanno un indice Rt superiore a 1 – Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna – l’Istituto superiore di Sanità invita nuovamente a non considerare cessato l’allarme per il coronavirus.
“In quasi tutta la Penisola sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione, riscontro in gran parte dovuto alla intensa attività di screening con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti”, si legge nel report settimanale dell’Iss che ricorda come i focolai di Bologna, Mondragone e Val d’Ossola dimostrano come Sars-Cov-2 “continui ad essere in grado, nelle attuali condizioni, di trasmettersi in modo efficace”.
Il quadro generale dell’infezione “rimane a bassa criticità con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (dall’8 al 21 giugno) di 5.98 casi per 100.000 abitanti”, spiega l’Istituto guidato da Silvio Brusaferro che fa notare come siano in lieve diminuzione i nuovi casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente. “In aumento – precisa l’Iss – alcune stime dell’indice di contagio Rt, in linea con il lieve aumento dei casi nella scorsa settimana in alcune Regioni dove si sono sviluppati focolai”. Mentre “persiste l’assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali”.
Le Regioni con indice di contagio Rt sopra 1 sono Emilia Romagna (1.01), Lazio (1.24) e Lombardia (1.01). Anche la Toscana sfiora l’Rt 1 fermandosi a 0.96, mentre l’Umbria è l’unica con Rt a zero. “La situazione a livello del Paese continua ad essere buona e l’Rt sotto 1 su scala nazionale – dice Giovanni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute – Naturalmente persistono delle differenze nell’incidenza da regione a regione”. Questi dati “ci inducono a mantenere comportamenti adeguati e soprattutto a identificare e contenere prontamente i focolai che dovessero insorgere come attualmente si sta facendo”, conclude Rezza.