Le assenze in orario di lavoro si concentravano il giovedì, giorno del mercato comunale. “Molti dipendenti si allontanavano dal luogo di lavoro per effettuare incombenze personali, senza tuttavia provvedere a registrare le assenze dal lavoro”. La nuova storia di “furbetti del cartellino” arriva da Piazza Armerina (Enna), dove la Guardia di Finanza ha scoperto 18 tra dipendenti del Comune e personale dei cantieri di servizio che si allontanavano dopo aver timbrato o fatto timbrare da “colleghi compiacenti che provvedevano, per loro conto, ad effettuare la registrazione in modo artificioso ed illegale“.
Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Enna, coordinate dal Procuratore della Repubblica del Capoluogo Massimo Palmeri e dal pm Salvatore Interlandi, hanno eseguito un provvedimento emesso dal gip di Enna, i cui destinatari sono ritenuti responsabili di numerosi reati, tra i quali truffa aggravata, peculato ed irregolare attestazione delle prestazioni lavorative. Le indagini, durate diversi mesi, hanno messo in luce un sistematico e diffuso meccanismo in virtù del quale un elevato numero di dipendenti del Comune di Piazza Armerina, “pur risultando in servizio, anche attraverso colleghi compiacenti che provvedevano, per loro conto, ad effettuare la registrazione in modo artificioso ed illegale, in realtà si allontanava dal luogo di lavoro per finalità private e senza un adeguato titolo giustificativo”.
“Queste condotte sono state in particolar modo registrate nella giornata del giovedì, in occasione del mercato settimanale cittadino, allorquando molti dipendenti si allontanavano dal luogo di lavoro per effettuare incombenze personali, senza tuttavia provvedere a registrare le assenze dal lavoro – dicono le Fiamme gialle – Specifiche ipotesi di reato riguardano, invece, i dipendenti in servizio presso l’U.T.C. che, senza alcuna ragione d’istituto, utilizzavano le autovetture del Comune per scopi privati arrecando, in tal senso, un ulteriore danno economico all’Ente locale”. “Le attività investigative, sviluppatesi – in origine – attraverso l’installazione di alcune telecamere presso le varie sedi comunali e – successivamente – tramite accertamenti su ordini di servizio e sulle registrazione delle presenze, oltre che su specifici pedinamenti, hanno permesso di segnalare alla Procura della Repubblica 69 persone, di cui 54 dipendenti comunali su 164 in forza all’Ente e n. 14 impiegati nei cantieri di servizio che, a vario titolo e con profili di responsabilità di eterogenea entità, sono venuti meno ai propri obblighi d’ufficio”.
Tra questi, 13 sono stati destinatari della misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici per la durata di mesi 6 ed ulteriori 5 dell’obbligo di firma quotidiano presso la Polizia Giudiziaria nelle fasi immediatamente antecedenti all’avvio e alla conclusione della giornata lavorativa.
“E’ doveroso sottolineare”, scrive la Finanza, “che le indagini hanno consentito di far emergere un collaudato meccanismo volto a frodare l’accertamento dell’effettiva presenza in servizio dei lavoratori dell’Ente Locale: in un caso, addirittura, è stato verificato che la presenza in servizio di una dipendente del Comune veniva reiteratamente attestata grazie al concorso di un privato che provvedeva a registrare, per conto della dipendente, la presenza in servizio di quest’ultima utilizzando il suo badge personale”. Oltre ai provvedimenti di natura giudiziaria, sono state segnalate al Comune di Piazza Armerina le posizioni di ciascuno dei responsabili, al fine di ottenerne il recupero delle somme indebitamente percepite durante le ore di assenza.