“Il Recovery Fund non può risolvere tutti problemi dell’Europa”. E ci sono altri strumenti, come Mes e Sure, ai quali guardare: “Non li abbiamo messo a disposizione degli Stati perché restino inutilizzati”. L’Italia dovrebbe utilizzarlo? “È una decisione italiana”. In un’intervista ad alcuni quotidiani europei – come La Stampa, Le Monde e Suddeutsche Zeitung – la cancelliera Angela Merkel, alla vigilia del semestre di presidenza tedesca, rivolge un messaggio ai Paesi Ue in vista del percorso da intraprendere per superare la crisi economica innescata dal coronavirus.
Con un invito, tanto generico riguardo ai destinatari quanto esplicito nel contenuto, a non lasciare inutilizzati alcuni strumenti, come il fondo Salva-Stati, di fronte al quale il premier Giuseppe Conte risponde: “Non è cambiato nulla rispetto alle opinioni di Angela Merkel, ma a far di conti sono io, con il ministro Roberto Gualtieri, i ragionieri dello Stato e i ministri. Ci stiamo predisponendo per un Recovery Plan italiano che presenteremo a settembre”.
“Ieri (giovedì, ndr) c’è stata una riunione in cui con i rappresentanti della maggioranza abbiamo iniziato a ragionare sul ventaglio di possibilità per i prossimi provvedimenti”, ha aggiunto Conte. “Ci aggiorneremo la prossima settimana”, ha continuato specificando che “quello Sure è un percorso già attivato, ritengo probabile che chiederemo di attivarlo”. Poi la frenata sul fondo Salva Stati, strumento che resta inviso a una parte della maggioranza nonostante le profonde modifiche apportate nelle scorse settimane che permetterebbero di usufruire di un prestito di circa 37 miliardi da destinare a investimenti nella sanità.
Con i fondi messi a disposizione si può fare molto, spiega Merkel, ma il Recovery Fund “non può risolvere tutti i problemi dell’Europa”. Una disoccupazione “troppo forte” in un Paese “può avere un effetto esplosivo. I pericoli per la democrazia sarebbero a quel punto maggiori”, ha aggiunto la cancelliera garantendo il suo impegno per persuadere i quattro Paesi “frugali”: “Lavoro per convincere questi Paesi, che per ora accettano i crediti e rifiutano gli aiuti”. Ma aggiunge di non farsi “illusioni”, perché “le trattative saranno difficili”.
Gli Stati membri devono riconoscersi nell’Unione europea al di là delle differenze, esorta la cancelliera, e suggerisce di guardare con attenzione al Mes: “Non abbiamo messo a disposizione degli Stati strumenti come il Mes o Sure perché restino inutilizzati”. Inoltre, afferma, “perché l’Europa democratica sopravviva deve sopravvivere anche la sua economia”.
“È doveroso che la Germania non pensi solo a sé e che sia pronta a un atto di solidarietà straordinario”, alla luce della gravità della situazione economica provocata dalla pandemia. Anche perché, aggiunge, “ciò che fa bene all’Europa faceva bene e fa bene anche a noi”. Ed è anche nell’interesse dell’Italia, da cui la cancelliera si aspetta riforme consistenti: “La chiave per il successo consiste nell’amministrare bene le risorse e incrementare la convergenza nell’Ue”.