Dalla bozza circolata in questi ultimi giorni all’ultima versione qualche cambiamento c’è stato, frutto della mediazione con gli enti locali e del confronto con le organizzazioni sindacali
È fatta. Le linee guida per la ripresa dell’anno scolastico, tanto contestate, sono adesso ufficiali. Nel tardo pomeriggio, dopo l’approvazione da parte della Conferenza Stato-Regioni, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina le ha presentate in conferenza stampa accanto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la ministro per gli affari regionali Francesco Boccia. Dalla bozza circolata in questi ultimi giorni all’ultima versione qualche cambiamento c’è stato, frutto della mediazione con gli enti locali e del confronto con le organizzazioni sindacali.
La conferenza stampa – Il premier ha ricordato che “la didattica a distanza è stata una necessità” nonostante “non fossimo preparati”. E ha aggiunto: “Abbiamo investito e investiremo sempre più. Abbiamo un ulteriore miliardo che ci consentirà di ripartire in piena sicurezza”. Il capo dell’esecutivo ci ha tenuto a sottolineare un punto: la maggioranza non tollererà “più le classi pollaio”. Accanto a lui la ministra che ha illustrato le linee guida: “Sono state condivise con il mondo della scuola e con gli enti locali. Non è stato facile stanziare un altro miliardo ma la scuola è al centro dei nostri pensieri. La scuola ha bisogno di spazi. Abbiamo creato un software che ci dice quanti metri quadrati abbiamo nelle nostre aule: oggi siamo al 76% di dati che gli enti locali ci hanno fatto avere. Il 15% di studenti dovremo portarli fuori dagli edifici scolastici”. Su questo punto ha esplicitato: “Lavoriamo sugli edifici che ci sono. Se non basteranno abbiamo ripreso i tremila edifici scolastici dismessi che possiamo recuperare. La scuola deve riaprire in un’ottica diversa: dobbiamo fare scuola nei musei, negli archivi, nei cinema, nei teatri e portarli al parco. Se abbiamo bisogno di più spazi, abbiamo bisogno di più docenti: possiamo assumere fino a 50mila persone in più tra docenti e Ata a tempo determinato”. E sul tema delle elezioni il 20 settembre la ministra ha sottolineato che saranno gli enti locali con il ministero dell’Interno a decidere se vi sono altri luoghi oltre le scuole dove svolgere la tornata elettorale.
Distanziamento – Il documento non parla più del distanziamento di un metro da banco a banco ma “fra le rime buccali degli alunni” (cioé le bocche dei ragazzi) come da verbale della riunione del Comitato tecnico scientifico del 22 giugno. In questo modo il problema degli spazi nelle nostre scuole verrebbe ridotto e molti classi potrebbero non essere più smembrate.
Mascherine – Tutto rinviato. Il Cts – almeno due settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico – aggiornerà in considerazione del mutato quadro epidemiologico, le proprie indicazioni in merito all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per gli alunni e gli insegnanti all’interno dell’aula e negli spostamenti e nella permanenza nei locali comuni.
Tamponi – Nelle “linee guida” non è citata la parola tamponi ma si fa riferimento al documento ultimo del Cts dove son previsti tamponi volontari per docenti e alunni.
Flessibilità e autonomia delle scuole – Anche in questo caso la bozza iniziale ha subito delle modifiche. Il piano presentato oggi non parla più del sabato a scuola ma di “una diversa modulazione settimanale del tempo scuola su delibera degli organi collegiali competenti”. Per le scuole secondarie si specifica come dovrà essere la didattica mista: “una fruizione opportunamente pianificata di attività in presenza e, in via complementare, didattica digitale integrata, ove le condizioni di contesto la rendano opzione preferibile ovvero le opportunità tecnologiche, l’età e la competenza degli studenti lo consentano. Resta la questione delle turnazioni.
Orario delle lezioni – Non si è chiesta la diminuzione dell’ora di lezione come voleva la task force capitanata da Patrizio Bianchi. Mentre per ingressi ed uscite saranno i presidi a decidere. Oggi le Regioni hanno chiesto un tavolo con il ministero dei Trasporti per trovare un’intesa.
Patti educativi di comunità – Il piano ufficiale propone specifici accordi con gli enti locali e le realtà del Terzo settore al fine di favorire la messa a disposizione di altre strutture o spazi come parchi, teatri, biblioteche, archivi.
Disabilità – Anche in questo caso viene confermata la bozza. Si parla di “accomodamenti ragionevoli” per alcune tipologie di disabilità sempre nel rispetto delle specifiche indicazioni del documento tecnico del Cts.
Organico – Il documento parla della possibilità di “valutare ogni possibile intervento su specifiche intenzioni , prevedendo, ove necessario, anche ai fini del rispetto delle misure sanitarie contenute nei documenti del Cts, e degli strumenti indispensabili per garantire la riapertura delle scuole, ulteriori incrementi di organico, aggiuntivi, di personale scolastico per le istituzioni scolastiche statali.
Scuola dell’infanzia – Restano confermate le indicazioni in bozza. Si “dovrà prevedere la valorizzazione e l’impiego di tutti gli spazi esterni ed interni” privilegiando i primi. In questo caso il ministero dedica attenzione anche all’aspetto pedagogico: “L’organizzazione dei diversi momenti della giornata dovrà essere serena e rispettosa delle modalità tipiche dello sviluppo infantile, per cui i bambini dovranno essere messi nelle condizioni di esprimersi con naturalezza e senza costrizioni”. L’uso di mascherine per loro non è previsto e i dispositivi per gli adulti non devono far venir meno la possibilità di essere riconosciuti.