Attore, cantante, musicista, commentatore, antesignano degli influencer e a dirla tutta anche un gran bel calciatore Doctor Khumalo: poliedrico personaggio sudafricano, campione d’Africa coi “bafana bafana” nel 1996.
Tra i calciatori africani più amati, considerato tra gli uomini sudafricani più influenti della storia della Nazione, sebbene la sua parabola calcistica non sia trascendentale. Intendiamoci: un gran bel giocatore, sebbene oggi probabilmente solo i calciofili più attenti ricordano i suoi colpi sul rettangolo verde, viste anche le sole 4 partite giocate fuori dal Sudafrica e le scarse prestazioni all’unico Mondiale disputato.
Perciò, il fatto che l’eco di Khumalo arrivi ancora oggi è evidenza che il suo personaggio è stato ed è superiore al calciatore: a partire da quel curioso nome: Doctor. Proprio così, dottore o “mdokisi” come lo conoscono in Sudafrica. Perché? Non si sa: il suo nome completo è Teophilus Doctorson Khumalo, e Doctorson è stato adattato a Doctor.
Nato nel poverissimo sobborgo di Soweto, figlio d’arte, anche il papà Eliakim detto professor era stato un ottimo calciatore, si fa notare giovanissimo nei Kaikzer Chiefs: ha buona tecnica, un gran tiro e corre veloce, dettaglio quest’ultimo che gli vale il soprannome di 16 valvole. Le sue giocate gli valgono l’interesse di club esteri: stranamente Khumalo sceglie l’Argentina e il Ferro Carril Oeste, partendo bene, con un gran gol alla prima contro l’Independiente. L’esperienza però non è granché: gioca solo altre tre partite, senza impressionare, e si trasferisce negli States, al Columbus Crew.
Intorno a Khumalo ci sono però altri buoni giocatori che crescono: c’è Lucas Radebe, c’è Nyathi, Phil Masinga, Eric Tinkler, Shaun Bartlett. Poi c’è Mandela, l’apartheid è finita e la Nazionale è stata riammessa dalla Fifa: la qualificazione al Mondiale del 1994 fallisce e alla Coppa d’Africa dello stesso anno pure, è una nazionale troppo giovane e paga l’inesperienza. Ma nel 1996 il Sudafrica è paese ospitante. Una nazionale che per il popolo diventa “bafana bafana” che in lingua zulu vuol dire “i nostri ragazzi”, dove Doctor è più “bafana” degli altri.
L’esordio col Camerun è un successo inatteso: 3 a 0 con gran partita di Khumalo, poi 1 a 0 all’Angola e sconfitta per 1 a 0 contro l’Egitto. Il Sudafrica supera pure Algeria e Ghana e in finale i bafana bafana battono la Tunisia. Khumalo non segna, ma è il perno della squadra, la star, più di Moshoeu, goleador locale.
E nella Nelson Mandela Challenge Doctor si rende popolare agli occhi del mondo: contro il Brasile pennella prima un assist per Radebe e poi spara un siluro al volo da fuori area che porta i suoi sul 2 a 0. La gara finirà 3 a 2 per i verdeoro che rimonteranno con Flavio, Rivaldo e Bebeto, ma la prestazione di Khumalo resta da incorniciare.
L’idillio personale di Doctor però si rompe pochi mesi dopo: i problemi del Sudafrica restano enormi, e un commando fa irruzione a casa del papà per rubargli l’auto uccidendolo a fucilate. Anche Mandela scrive a Khumalo e alla mamma, così Doctor torna a casa, al Kaizer di Soweto, per prepararsi al Mondiale francese. I bafana bafana in un girone terribile perdono solo con la Francia, pareggiando con Danimarca e Arabia Saudita, ma l’allenatore Troussier regala a Khumalo solo venti minuti dell’ultimo incontro.
Doctor, 62esimo sudafricano più potente di sempre, non è solo gol e assist: personalità forte, ha inaugurato e lanciato tagli di capelli alla moda, recitato come attore in produzioni in collaborazione tra Sudafrica e Germania, suonato e cantato una canzone dal titolo Get Funky diventata un tormentone in patria negli Anni 90 e ha sposato una reginetta di bellezza namibiana.
Divertente, intelligente tanto da riuscire a infiammare le folle più di calciatori da miglior curriculum e bagaglio tecnico e per questo ricordato ancora oggi, giorno del suo compleanno: auguri Doctor, mito della generazione d’oro dei “Bafana Bafana”.