Il Carroccio ha bloccato il progetto di fusione tra Agsm, la potente municipalizzata scaligera, con la vicentina Aim e la lombarda A2A. Il partito di Salvini e Zaia teme di perdere il controllo di due importanti società legate al territorio, di fatto una lucrosa cassaforte capace di coprire i buchi dei bilanci comunali. Una lotta interna alla maggioranza che rischia di far cadere la giunta
In riva all’Adige è scoppiata la guerra dell’energia, o per lo meno un braccio di ferro intestino alla maggioranza di centrodestra che appoggia il sindaco Federico Sboarina. Infatti, la Lega è partita lancia in resta per difendere il controllo di Agsm, la potente partecipata multiservizi che distribuisce energia elettrica, gas, teleriscaldamento e fibra ottica. Una specie di resa dei conti con il sindaco vicino a Fratelli d’Italia per impedire la mega-fusione di Agsm con la vicentina Aim e con il colosso lombardo A2A, controllato dai Comuni di Milano e Brescia. Il partito di Salvini e Zaia teme di perdere il controllo di due importanti società legate al territorio, di fatto una lucrosa cassaforte capace di coprire i buchi dei bilanci comunali.
Il progetto di fusione ha come promotore proprio Sboarina, che aveva messo al lavoro alcuni studi professionali, per valutare la fattibilità dell’operazione, con parcelle per circa 700 mila euro. Che la Lega non vedesse bene il progetto lo si era capito lo scorso 2 giugno quando, durante una manifestazione di partito, Nicolò Zavarise, assessore comunale alle attività produttive e commissario provinciale della Lega, aveva dichiarato: “L’Agsm è dei veronesi e deve restare dei veronesi, altrimenti sarebbe il fallimento della politica, ma anche della imprenditoria veronese. La Lega non ha mai messo in dubbio la validità di un accordo tra Agsm Verona e Aim Vicenza, ma bisogna fermarsi lì: se servirà un partner industriale, lo faremo in un secondo momento, non attraverso fusioni societarie”.
Tre settimane dopo, lo strappo è avvenuto il 23 giugno durante il consiglio di amministrazione della municipalizzata. Francesca Vanzo, la rappresentante del Carroccio, ha votato assieme alle minoranze (Pd e Verona Domani) contro il piano presentato dal presidente di Agsm, Daniele Finocchiaro. Quindi la Lega non vuole fusioni con i lombardi e sembra pronta ad aprire una crisi amministrativa, forte del fatto di essere maggioranza relativa, con 8 consiglieri e cinque assessori. C’è il rischio che cada la giunta Sboarina e che si vada a votare in autunno.
L’occasione per un chiarimento (in attesa del nuovo cda) avrebbe potuto essere il consiglio comunale che si è tenuto il 25 giugno. Ma il sindaco non si è presentato in aula (e nemmeno Daniele Polato, assessore alle partecipate e leader di Fratelli d’Italia), nonostante le richieste delle opposizioni. Al punto che Michele Bertucco, consigliere comunale di Sinistra e Verona, lo ha definito “un sindaco in fuga”.
Durante la giornata, le accuse reciproche sono continuate. “Chi voterà contro l’aggregazione di Agsm e Aim con un altro partner industriale se ne assumerà la responsabilità e provocherà un grave danno ai cittadini veronesi. Perché l’operazione consentirebbe tariffe meno care, aumento di posti di lavoro, servizio migliore e più soldi al Comune per opere pubbliche”, ha detto Sboarina. E ancora: “La Lega deve spiegare perché ha cambiato idea su un progetto che è stato condiviso alla partenza, visto che il cda di Agsm del 20 dicembre ha approvato il via all’analisi di fattibilità della fusione con A2A. E allora la Lega aveva votato a favore”. Poi ha adombrato possibili conseguenze risarcitorie, con l’interessamento della Corte dei Conti per i soldi che il Comune ha speso per l’istruttoria del dossier-fusione. Se la Lega e Verona Domani vogliono solo l’aggregazione tra Agsm e Aim Vicenza, il Pd chiede una gara a evidenza pubblica. Motivazioni diverse, ma con un identico risultato.
Sboarina è in evidente difficoltà e risente probabilmente anche dello scontro in atto tra il governatore veneto Luca Zaia e GiorgiaMeloni di FdI sul tema dell’autonomia, visto che il presidente regionale vorrebbe un impegno scritto degli alleati nel programma elettorale. La risposta della Lega è venuta dall’ex presidente di Agsm, il deputato Paolo Paternoster: “Quello che sta accadendo è surreale, con una quantomeno strana accelerazione su una ipotesi di fusione di cui non si conoscono i contenuti. Nessuno conosce il progetto del presidente di Agsm in quanto, fino a qualche settimana fa, è stato segretamente celato nei suoi cassetti. Agsm è presente sul mercato internazionale dell’energia da oltre 120 anni, e da sempre rappresenta la cassaforte di Verona con fatturati e utili in ascesa. Un’azienda che la Lega difenderà con i denti e che nessuno dovrà svendere”. A costo di far cadere il sindaco Sboarina.