Società

Coronavirus, nessuna speranza di imparare: vedi Usa e Brasile, ma anche casa nostra

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di Pasquale Russo

Sono tempi di fibrillazione questi. E ci mancherebbe: quello che è successo negli ultimi mesi è stato qualcosa di improvviso e dalla portata inimmaginabile. Nessuno si sarebbe mai aspettato, da un giorno all’altro, di assistere alla decimazione della popolazione mondiale. La drammaticità degli avvenimenti, le morti, il dolore, le incertezze riguardo al lavoro, al futuro hanno avuto e stanno avendo un peso non indifferente sul prosieguo delle nostre vite.

Un peso tale che, ad un certo punto, per rendere meno amara la transizione verso tempi migliori ci si aggrappava ad una speranza: che da tutto questo l’umanità possa trarre insegnamento. Una totale sopravvalutazione dell’essere umano.

Al netto di esempi encomiabili come quelli di medici, infermieri, forze dell’ordine, amministratori coraggiosi e semplici cittadini che si impegnano nell’osservanza delle regole basilari per il bene di tutti, si continua ad assistere ad un livello di degrado umano globale che fa spavento. Che non si arresta nemmeno davanti all’esperienza drammatica del coronavirus. E che coinvolge tutti: dal cittadino qualunque al leader politico.

Il continente americano è uno degli esempi più significativi: vedi Usa e Brasile. Due tra i paesi più colpiti del mondo dal virus, in cui non si perde mai occasione di mostrare il peggio del peggio. E in entrambi i casi il problema parte dalla testa: sotto le attuali presidenze, per di più in tempo di pandemia, si stanno verificando episodi di una gravità inaudita. Dalla sottovalutazione delle misure di contrasto al virus all’indifferenza verso atti criminali di stampo razzista.

Ovviamente di paesi da prendere come esempio in tal senso ce ne sono altri: l’Ungheria di un presidente che prende pieni poteri, l’Egitto in cui non si ferma la politica anti-dissenso e altri ancora. E poi c’è l’Italia: l’Italia dei gilet arancioni, dei politici che creano assembramenti e strumentalizzano ogni cosa, e di tutti quei cittadini che, sbattendosene, credono che l’emergenza sia ormai solo un lontano ricordo o si scagliano contro il prossimo, magari gli ultimi e gli oppressi, in una continua lotta tra poveri che contribuisce solo ad esasperare gli animi e ad accendere il fuoco delle strumentalizzazioni politiche. Tutto ciò in barba al raziocinio, alla logica e all’approfondimento.

Basterebbe pensare un minimo di più e insieme alla ragione potremmo anche ritrovare l’umanità perduta.

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