Furono oltre 70 i reclusi del penitenziario foggiano che quella mattina riuscirono a scappare. Alcuni fermarono con violenza e minaccia alcuni veicoli in transito e costringendo poi conducenti a cedergli il veicolo o in alcuni casi persino ad accompagnarli in luoghi più sicuri. Alla fine furono tutti riacciuffati tranne uno, ancora oggi latitante. Adesso la procura li accusa di rapina pluriaggravata in concorso e tentata rapina aggravata
Dopo la maxi-evasione dal carcere di Foggia il 9 marzo scorso, si impossessarono delle automobili presenti nel quartiere Villaggio Artigiani, arrivando addirittura anche a fermare con violenza e minaccia alcuni veicoli in transito e costringendo poi conducenti a cedergli il veicolo o in alcuni casi persino ad accompagnarli in luoghi più sicuri. A quasi quattro mesi di distanza gli agenti della Squadra Mobile della polizia e del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Foggia, coordinati nelle indagini dalla procura guidata da Ludovico Vaccaro, hanno eseguito una misura cautelare a carico di 15 persone, tutte detenute, emessa dal gip del Tribunale, per i reati di rapina pluriaggravata in concorso e tentata rapina aggravata.
Furono oltre 70 i reclusi del penitenziario foggiano che quella mattina riuscirono a scappare. La protesta nacque dalle restrizioni dei colloqui a seguito dell’emergenza coronavirus. Nei giorni successivi vennero tutti acciuffati tranne uno, Cristoforo Aghilar, in carcere con l’accusa di aver ucciso la madre dell’ex compagna e ritenuto il più pericoloso del gruppo, a tutt’oggi latitante. Gli investigatori hanno utilizzato le immagini dei diversi sistemi di video sorveglianza presenti in zona e le dichiarazioni dei diversi testimoni ascoltati nel corso delle indagini. Gli evasi si impossessarono delle auto per allontanarsi rapidamente dall’istituto di pena, a volte percorrendo l’autostrada fino a Bari, cercando così di sfuggire all’intervento della polizia giunta sul posto.