Due buste con altrettante lettere e dei proiettili arrivate nella sede degli industriali di Bergamo hanno portato alla decisione di assegnare la scorta a Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia La protezione nei suoi confronti, secondo il Giornale di Brescia, è stata disposta lo scorso lunedì. Alla base delle minacce, secondo quanto ipotizza il quotidiano bresciano, potrebbe esserci la mancata istituzione della zona rossa nella Bergamasca durante il periodo di piena emergenza Covid-19: il leader degli industriali lombardi, recentemente ascoltato dalla Procura di Bergamo nell’inchiesta sulla decisione di non chiudere Alzano e Nembro, si era detto contrario all’isolamento dei due paesi.
“Nelle riunioni che abbiamo avuto tra fine febbraio e i primi giorni di marzo, la Regione Lombardia è sempre stata d’accordo con noi nel non ritenere utile, ma anzi dannosa, una eventuale zona rossa sul modello Codogno per chiudere i due comuni”, aveva detto qualche tempo fa in un’intervista Bonometti, che tra fine febbraio e metà marzo si era interfacciato direttamente con la Regione, facendo valere la linea della chiusura delle aziende ma solo su base volontaria.
Sul caso delle minacce a Bonometti è stato aperto un fascicolo d’indagine a Bergamo, sul quale gli inquirenti mantengono il riserbo. Nelle scorse settimane, a causa di alcune scritte apparse a Milano e di centinaia di post sui social, era finito sotto scorta – la tipologia più blanda – anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Il primo murales era apparso in via Vittorelli, nei pressi della Martesana, ed è stato rivendicato dai Carc; il secondo era stato invece disegnato tra via Imbriani e via Prestinari, in zona Bovisa. Identico il messaggio: “Assassino”.