Migliaia di attivisti in nome della comunità lgbtqi hanno marciato in diverse città del mondo, nonostante le restrizioni e le misure contro il coronavirus
Da Berlino a New York, passando per Manila, nelle Filippine. Anche con il coronavirus migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per il Pride, che oggi festeggia 50 anni dalla sua nascita, per rivendicare pari diritti per la comunità Lgbtqi. Se in Italia grandi parate e cortei sono stati cancellati, sostituiti da maratone online, proprio per evitare la diffusione del Covid-19 e continuare a rispettare il distanziamento sociale, la stessa cosa non è successa in altre città del mondo.
Le bandiere arcobaleno hanno colorato le strade di San Francisco, un’enorme copia della bandiera è stata disegnata sull’asfalto di una strada a Seattle. “Chi ami non conta, l’amore conta”, riporta un cartello di una ragazza in piazza a New York, ma sono stati alzati anche manifesti legati al movimento Blacks lives matter. Non tutte le marce si sono concluse in tranquillità. A Manila 20 attivisti che chiedevano anche aiuti governativi a lavoratori licenziati a causa della pandemia sono stati arrestati dalla polizia.