Dopo settimane di appelli, le dieci proposte delle associazioni AFI, Anem, Assomusica, FEM, FIMI e PMI dello scorso aprile, il flashmob del 21 giugno in piazza Duomo a Milano, le campagne #senzamusica e #iolavoroconlamusica, il ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il turismo Dario Franceschini ha detto sì ad un tavolo tecnico a settembre con gli addetti ai lavori del settore. Si terranno, quindi, gli Stati Generali della Musica per rafforzare le tutele di lavoratori autonomi e intermittenti ed estendere i fondi emergenziali ai soggetti che producono e promuovono la musica dal vivo.
Il 26 giugno si è tenuta una riunione tecnica con Manuel Agnelli e Diodato – che erano stati ricevuti già qualche giorno fa dal ministro Franceschini – e i delegati del coordinamento La Musica Che Gira, Fondazione Centro Studi Doc e KeepOn Live (Associazione di categoria Live Club e Festival) aderenti al Forum Arte e Spettacolo. Il MiBACT ha ribadito a loro “l’impegno a risolvere la situazione dei lavoratori intermittenti dello spettacolo ancora senza tutele già nel corso dell’esame parlamentare del decreto Rilancio – recita il comunicato del ministero – e a rafforzare le misure di ristoro per il settore con provvedimenti dedicati da presentare in tempi brevi che includano anche i soggetti che promuovono la musica dal vivo, i live club e i festival, realtà che stanno conoscendo tempi più lunghi per la ripresa, anche a causa delle misure cautelative ancora in essere. Una volta superata la fase emergenziale, il MiBACT si è impegnato a proseguire il dialogo allargandolo alle altre realtà del settore per mettere in campo misure di riforma strutturale, con una forte attenzione al lavoro, alle forme contrattuali e alle tutele sociali”. Promesse importanti che dovranno essere anche discusse con i tecnici del settore.
Tra le proposte che sono state illustrate subito ai funzionari del ministero: la definitiva e reale mappatura dell’intero settore, il ritardo nel saldo delle indennità stabilite per gli intermittenti, il prolungamento dell’indennità fino alla piena ripresa delle attività. E ancora il riconoscimento giuridico dei live club, la defiscalizzazione del lavoro e la sospensione di imposte dirette e indirette per facilitare i processi di ripartenza, la detrazione fiscale sugli acquisti di prodotti e consumi culturali della musica, dell’ArtBonus sul modello cinema e del Tax Credit per le imprese.
Naturalmente agli Stati Generali della Musica, attendono di essere invitate anche le associazioni AFI, Anem, Assomusica, FEM, FIMI e PMI che, in pieno lockdown, hanno presentato un manifesto comune con dieci punti fondamentale per far ripartire la filiera della musica. Tra i punti presentati al presidente del Consiglio Conte, al ministro Franceschini e al ministro dell’Economia Gualtieri: un contributo a fondo perduto per i mesi perduti a causa del lockdown alle imprese musicali, la sospensione di tasse e contributi per le industrie del settore musica per l’esercizio 2020, posticipando le contribuzioni con un meccanismo di rateizzazione pluriennale, la creazione di un bonus cultura per le famiglie, estendendo l’attuale bonus per i diciottenni e l’Iva al 4% per la musica e lo spettacolo, così come avviene per i libri.