Secondo un recente sondaggio realizzato da Eurodap per Adnkronos Salute molti giovanissimi, ragazzi e ragazze, hanno reagito al lockdown focalizzando l’attenzione sul corpo e sulla forma fisica, sottoponendosi ad estenuanti allenamenti accompagnati dal controllo ossessivo di proteine in alcuni casi, e calorie da assumere in altri, per favorire rispettivamente l’aumento di massa muscolare e la magrezza.
Forse non sono atteggiamenti così inaspettati considerando la fase evolutiva di cui si parla. L’isolamento del lockdown ha messo a dura prova gli equilibri personali, ancora di più per chi, adolescente, un equilibrio non ce l’ha per definizione. Stati d’ansia, pensieri intrusivi, insonnia, irritabilità sono solo alcune delle manifestazioni che hanno caratterizzato il periodo di restrizione sociale e in molti casi permangono anche ora, dopo la riapertura.
L’adattamento è stato ed è sicuramente difficile per i giovanissimi che hanno dovuto rinunciare, per un periodo interminabile, a elementi centrali per il perseguimento del proprio percorso di autonomia: l’allontanamento dalla famiglia e il rapporto con i coetanei.
È noto che l’adolescenza rappresenta un momento cruciale nella costruzione dell’identità personale, per i cambiamenti rapidi e vistosi che la caratterizzano, per la difficoltà a maneggiare le nuove capacità cognitive e riflessive e a gestire l’oscillazione tra spinta all’autonomia e mantenimento dell’attaccamento. In questa oscillazione si inserisce il rapporto con i coetanei a sostegno del momento di transizione e se i coetanei sono troppo lontani viene a mancare un riferimento importante. Il virtuale con tutti i suoi social da solo non basta a soddisfare il bisogno di rapporti sociali reali di questo momento di crescita.
Gli eventi stressanti tendono ad amplificare le reazioni personali, a colpire e amplificare le proprie fragilità. Per gli adolescenti il corpo è il punto debole e il senso di inadeguatezza viene facilmente attribuito ad esso. Il cambiamento totale dell’immagine corporea per lo sviluppo puberale costringe l’adolescente a passare velocemente da un corpo bambino a un corpo adulto.
Il corpo che cambia attira l’attenzione del ragazzo e della ragazza, che passano molto tempo davanti allo specchio e si confrontano continuamente con gli altri o con qualche modello ideale irraggiungibile: nessuno è mai soddisfatto del proprio corpo e il senso di estraneità e inadeguatezza, anche a questa collegato, aumenta la sensibilità al giudizio degli altri, soprattutto a quello dei coetanei: la valutazione esterna, ricercata e temuta, è necessaria a confermare l’accettabilità personale anche dopo il cambiamento.
La ricerca di una forma fisica ideale ha allora la duplice funzione di restituire all’adolescente il controllo sul corpo e, migliorando la sua proponibilità, di massimizzare la possibilità di essere scelti una volta ritrovati. Se a volte esagerano, sono probabilmente più utili apprezzamenti e conferme da parte di chi gli sta vicino, piuttosto che controlli e rimproveri, che nel tentativo di dissuadere dai comportamenti esagerati rinforzerebbero proprio quei sentimenti che sono alla base dell’ossessione per l’immagine.